L’apprendimento è un processo differente per ogni persona. Ci sono diverse tecniche che si possono usare, in particolare per memorizzare, comprendendoli, alcuni concetti. Ce n’è una che per alcune persone funziona molto bene: si tratta della ripetizione dilazionata, che può venire in aiuto soprattutto in quelle situazioni in cui ci sono cose che proprio non entrano in testa – perché può accadere, specialmente in particolari condizioni di stress da esame.

Cos’è la ripetizione dilazionata

La ripetizione dilazionata, come spiega UniCusano, si basa su concetti come memoria a breve e lungo termine, oltre che sulla cosiddetta curva dell’oblio. La memoria a breve termine è quella che ci consente di ricordare per un lasso di tempo limitato, mentre la memoria a lungo termine ci consente di ricordare per anni.

Tuttavia il cervello, per usare una semplificazione, esattamente come accade alla memoria di uno smartphone o di un computer, ha uno “spazio” limitato, quindi rimuove delle informazioni per evitare il sovraccarico.

Lo psicologo tedesco Hermann Ebbinghaus, alla fine del XIX secolo, mise in atto un esperimento in tal senso, per vagliare la capacità di memoria negli esseri umani, scoprendo che dopo poche ore dalla memorizzazione di concetti di studio, si arriva a dimenticarne fino al 50%. Questo diventa un problema per gli studenti, soprattutto quelli che si impegnano per la maturità o per gli esami all’università, perché hanno bisogno di ricordare il loro apprendimento nei mesi a venire.

L’aiuto è costituito quindi dalla cosiddetta ripetizione dilazionata, chiamata anche Space Repetition System: si tratta di un insieme di tecniche che permette di trasformare una memoria a breve termine in una memoria a lungo termine. E torna utile se l’oggetto di alcuni esami sarà la base del nostro mestiere futuro.

Ripetizione dilazionata: metodo e tecniche

Ripetizione dilazionata
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Ricordate come si apprendeva nella scuola elementare (e sì che il cervello dei bambini è decisamente più “fresco” e sveglio rispetto a noi adulti)? Si dilazionava un concetto per molti giorni, o addirittura per settimane, finché la maestra o il maestro non ritenevano che la classe avesse appreso quelle basi che sono fondamentali per vivere: leggere, scrivere e far di conto.

Con la ripetizione dilazionata è più o meno lo stesso, ma in grande: in altre parole si stabilisce un periodo di ripasso, che può avvenire da un tempo breve a un tempo lungo. Diciamo che il primo ripasso può essere effettuato entro 2 ore dall’apprendimento, l’ultimo (di un tot che si è stabilito, ma diciamo che le ripetizioni nel tempo possono essere 5-6 a vari giorni di distanza), a uno o due mesi dal primo ripasso.

Oltre all’utilizzo di un vero e proprio calendario dei ripassi, si si può avvalere di aiuti, come mappe concettuali e tecniche di lettura veloce. Uno dei metodi più noti – forse lo avrete visto in qualche telefilm statunitense – è il metodo Leitner. In pratica, si utilizzano dei cartoncini a doppia faccia, in cui su un lato c’è la domanda relativa a un concetto, e sull’altro la risposta. Questo metodo vale sia individualmente che nello studio di gruppo. E già il fatto di realizzare questi cartoncini è esso stesso uno strumento di ripasso, perché ci consente di selezionare le cose più importanti: altro che evidenziare pagine e pagine sui libri.

I vantaggi e i benefici

Come detto, di alcuni vantaggi e benefici è giù stato fatto cenno, ma ce ne sono anche altri:

  • trasformare la memoria a breve termine in memoria a lungo termine;
  • permettere di ricordare più a lungo, anche per anni;
  • isolare i concetti più importanti di una materia d’esame;
  • imparare come l’apprendimento stesso sia qualcosa di personale e quindi si possa basare su tempi e tecniche che sono congeniali al singolo individuo.

Consigli pratici per applicarla

Ripetizione dilazionata
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La cosa più immediata è, in questi tempi di tecnologia diffusa, avvalersi delle app a disposizione per la ripetizione dilazionata. Una, SuperMemo, l’ha creata Steve Wozniak, ovvero lo storico partner di Steve Jobs. UniCusano ne cita anche altre, che sono:

  • Anki;
  • eSpindle learning;
  • Flashcards Deluxe;
  • Flashcards Exchange;
  • FullRecall;
  • jMemorize;
  • Learning with texts;
  • MemoryLifter;
  • Mnemosyne;
  • Opencards;
  • Quizlet.

A questo si aggiungono appunto i cartoncini fisici del metodo Leitner, le mappe concettuali e la lettura veloce. Può essere utile isolare dei concetti sottolineandoli sul libro e poi rielaborandoli su un quaderno: per esempio con la storia può essere utile per cercare cause e conseguenze, per il latino le eccezioni nell’utilizzo di parole e costrutti, per la fisica o per la matematica per comprendere i meccanismi delle formule e gli esiti di determinate funzioni.

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