Tutti noi commettiamo errori. L’errore è nella natura umana ed è anche importante, perché, come vedremo, è una componente fondamentale sia nel progresso scientifico sia in quello evoluzionistico. Ma gli errori vengono percepiti in maniera differente dalle persone, sia in base all’osservatore sia in base alla storia personale e alla percezione relativa a chi commette l’errore.

Tutto questo è alla base del cosiddetto effetto Pratfall.

Cos’è l’effetto Pratfall?

L’effetto Pratfall è un concetto che riguarda la sociologia e la psicologia sociale. Fu teorizzata per la prima volta nel 1966 da Elliot Aronson, che per primo condusse uno studio in merito, poi seguito da altri.

In base ai risultati trovati fu scoperto che le persone che commettono errori possono in alcuni casi essere percepite come più simpatiche da una fascia di popolazione, per lo più maschile.

Come funziona l’effetto Pratfall?

Effetto Pratfall
Fonte: Unsplash

Per capire l’effetto Pratfall si può partire proprio dall’esperimento di Aronson. In quell’esperimento, due attori si sottoposero a una sorta di gioco a quiz di fronte a una platea, che però era ignara si trattasse appunto di attori. Uno dei due vantava una carriera accademica eccellente, l’altro piuttosto mediocre. Entrambi rispondevano correttamente a gran parte delle domande, ma mentre quello che aveva eccelso negli studi risultava più simpatico alla platea, lo stesso non accadeva con il mediocre: la platea non poteva perdonarlo seppur l’errore commesso era lo stesso del suo collega.

Successivamente è stato notato che le persone hanno reazioni differenti di fronte agli errori. Per esempio le donne non fanno solitamente grandi differenze tra chi li commette, indipendentemente dall’intelligenza che percepiscono in chi erra, dai loro studi, dal loro genere. In altre parole, per gli individui di genere femminile, l’errore è semplicemente un errore, punto.

Però abbiamo detto che questo accade solitamente. Anche se la sociologia è una scienza sociale e quindi non una scienza esatta, non si può tralasciare il punto di vista dell’osservatore. L’osservatore reagisce all’errore altrui in maniera differente in base alla somiglianza al sé, all’identificazione che lo coglie in chi sbaglia.

In altre parole, potrebbe crearsi una vera e propria identificazione tra chi sbaglia e chi osserva, portando l’osservatore verso una giustificazione dell’errore oppure a un abbassamento della propria autostima. E questo è vero per tutti i generi.

Il significato degli errori

Anche commettere errori è importante. La scienza spesso si basa proprio su quello. Una premessa o un’ipotesi sbagliata può portare a una scoperta ancor più importante. E al tempo stesso può anche a portare a correggere la rotta di un esperimento.

Lo stesso accade in un’ottica evoluzionistica: un errore può dirci qualcosa in più su come migliorare i nostri livelli di sopravvivenza individuale e ancor meglio collettiva. Per esempio negli anni ’60, ’70 e ‘80, usavamo bombolette spray i cui gas hanno danneggiato lo strato di ozono che protegge la Terra. Oggi cerchiamo di trovare sempre più soluzioni rispetto a quello e altri errori: dagli spray no gas alla raccolta differenziata, fino al riciclo, ai detersivi “alla spina”, al no packaging e così via.

Ma c’è una componente benefica degli errori che è molto meno fondamentale per la vita degli esseri umani: il marketing. Come spiega un articolo su Medium, il marketing utilizza gli errori per “vendere” meglio un determinato prodotto.

Un esempio importante in tal senso è rappresentato dalle compagnie aeree low cost: i difetti di queste compagnie sono tanti, dall’assenza del pasto gratuito a bordo fino all’obbligo a portare con sé solo un piccolo unico bagaglio, e al divieto di prenotazione. Tuttavia queste compagnie sono percepite come affidabili dal punto di vista della sicurezza. Un po’ come quei bicchieri in vetro che sono fatti a mano e ognuno ha un piccolo difetto, ma ad alcuni di noi piacciono proprio per questo, perché ognuno è un pezzo unico.

Quando riconoscere l’errore diventa un problema?

Effetto Pratfall
Fonte: Unsplash

Non è facile ammettere un errore. Ci sono diverse situazioni che potrebbero spingerci a negare i nostri sbagli. Si tratta di solito di situazioni molto importanti per noi, come

  • l’errore che potrebbe portarci a perdere il lavoro;
  • l’errore che potrebbe portarci a perdere l’affetto di una persona cara;
  • l’errore che potrebbe portare all’allontanamento di una persona cara (per esempio un divorzio o l’alienazione dei figli da parte dei servizi sociali).

Poi, chiaramente, ognuno di noi è diverso. Ci sono persone che ammettono i piccoli sbagli con serenità e c’è anche chi non riesce a conciliarsi con questi piccoli sbagli innocui, negandoli perfino a se stesso o a se stessa. In quest’ultimo caso l’errore diventa un problema perché in contrasto con la percezione della propria autostima. Ma l’autostima non dovrebbe essere in contrasto con gli errori: può capitare a tutti, e bisogna lavorare sul sé per capirlo, magari con l’aiuto dell* psicoterapeuta.

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