Cos'è la mente alveare e le potenzialità dell'intelligenza collettiva

Gli esseri umani sono individui, ma il loro pensiero personale rientra in una coscienza collettiva più ampia, fatta di dati, nozioni, credenze e informazioni che vengono unite, accessibili a tutti. Si parla di mente alveare, scopriamo di cosa si tratta.

All’interno di gruppi di persone, più o meno ampi, si crea una coscienza collettiva, un pensiero comune e condiviso. Oggi, quella che viene chiamata mente alveare si sviluppa soprattutto online, dove è facilissimo conoscere chiunque in qualsiasi luogo, con qualsiasi pensiero.

L’appartenenza a una comunità, la lealtà e la coesione sono alcuni degli aspetti positivi della mente alveare. Ma bisogna considerare anche i pericoli di un’intelligenza collettiva sull’individuo.

Cosa significa mente alveare?

L’espressione mente alveare arriva dall’inglese hive-mind, usato nei giochi di fantascienza per rappresentare un’entità che con i suoi tentacoli comanda il pensiero di tutti, come il Mind Flayer di Stranger Things. Ma fa riferimento al concetto più ampio di coscienza o intelligenza collettiva. Si tratta dell’idea che nel corso della storia dell’umanità ci sia sempre un pensiero generale, fatto di cultura, credenze, anche preconcetti, che stia al di sopra dei singoli individui. Questa idea ha origine fin dalla fine del ‘700, ma è stata diffusa nel 1995 dal filosofo francese Pierre Levy.

Nel suo saggio L’intelligenza collettiva. Per un’antropologia del cyberspazio affronta per la prima volta il concetto all’interno del nuovo mondo che stava nascendo, e che oggi è la realtà più grande, quello del web. La coscienza collettiva rappresenta infatti l’insieme di ideali che creano una comunità. All’interno del web le informazioni e le concetti sono facilmente accessibili, è possibile condividere e postare il pensiero degli altri, così come iscriversi a community che la pensano in un certo modo, anche se non si conosce nessuno realmente.

L'intelligenza collettiva. Per un'antropologia del cyberspazio

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Levy propone una riflessione sulle nuove tecnologie che hanno creato una nuova realtà, dove l’informazione viaggia su un’autostrada che porterà in breve tempo a profonde modificazioni anche nell’organizzazione del pensiero umano. Le conoscenze e le ideologie si muovono a grande velocità, tanto che Levy sottolinea la possibilità di sfruttare l’intelligenza collettiva a vantaggio di tutti e del bene comune.

La mente alveare ha assunto un ulteriore significato in psicologia, facendo riferimento al funzionamento del cervello stesso. Lo scienziato e professore della Cornell University dott. Thomas Seely ha descritto le similarità di come funzionerebbe la nostra mente quando deve prendere una decisione e un alveare. Pare infatti, come emerge dal saggio pubblicato sulla rivista Science, che quando dobbiamo decidere qualcosa, dai gesti quotidiani alle scelte più importanti, i neuroni valutino la migliore tra una serie di possibilità.

Le potenzialità della mente alveare

mente alveare
Fonte: Pexels by Zachary DeBottis

L’espressione quindi fa riferimento sia alla mente singola, che a quella della comunità. Avere una mente alveare può significare essere in grado di uscire dalle proprie credenze e pregiudizi personali, per abbracciare un pensiero comune. Riuscire, tra molteplici opzioni, a selezionare il comportamento corretto, per convivere con gli altri. La mente alveare quindi non è vista solamente come qualcosa di negativo. L’intelligenza collettiva, intesa come insieme di comportamenti e nozioni generali dell’uomo, è alla base dell’intelligenza artificiale.

La maggiore potenzialità che si sta riscontrando nella mente alveare è la possibilità di creare un’intelligenza collettiva accessibile a tutti, su diversi temi fondamentali. Una sorta di Wikipedia del mondo, questo format è infatti un esempio chiaro di mente alveare. Un database dove chiunque può interagire e condividere le proprie conoscenze e competenze, che siano professionali o perlomeno attendibili. Questo può essere un modo per rendere tutti uguali, sullo stesso livello di informazione e possibilità, in modo da creare una sorta di “democrazia” di pensiero.

Questo avviene in maniera molto estesa sul web, così come sosteneva già più di vent’anni fa Levy. Internet è un alveare vero e proprio, dove tutti coloro che si connettono possono prendere determinate decisioni, seguire le notizie e avere accesso a qualsiasi tipo di informazione. Tuttavia, il rischio maggiore oggi è che nel mondo virtuale non si riesca a creare realmente coesione, che è una prerogativa della coscienza collettiva. Ma si crei uno sciame di individui isolati, che perdono la capacità di avere un pensiero personale su cosa vedono online e nel mondo.

Esempi di mente alveare e intelligenza collettiva

Esistono diverse situazioni nelle quali si esprime un’intelligenza collettiva, che aiutano a comprenderne meglio il significato. Utilizzare una mente alveare può rivelarsi molto utile ad esempio sul lavoro, o in un gruppo che deve raggiungere un medesimo obiettivo. Per questo motivo, sempre in ambito lavorativo, ma anche nella quotidianità, l’intelligenza collettiva è uno strumento utile al problem solving, perché aiuta a pensare a soluzioni diverse dalla propria prospettiva individuale.

Una forma di intelligenza collettiva esiste infatti in natura, nel comportamento delle api, ma anche di altre specie nelle quali gli individui collaborano per il raggiungimento di un obiettivo a cui da soli non arriverebbero. Anche tra gli esseri umani esistono diversi esempi di mente alveare, tra cui la scienza, o meglio, la comunità scientifica. Attraverso la pubblicazione di esperimenti, studi e teorie, i dati scientifici sono inseriti in una coscienza collettiva, per far crescere la conoscenza del mondo. Lo stesso discorso vale per la sanità, uno dei settori nei quali l’intelligenza collettiva può portare a grandi potenzialità.

Un altro esempio di mente alveare si trova sul web e sui social network e ne fanno parte tutte le piattaforme dove gli utenti possono inserire informazioni e nozioni, come le enciclopedie libere online (tra cui la già citata Wikipedia), o quelle di giornalismo indipendente, o di recensioni di diversi settori.

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