Ce lo diciamo spesso, ma tra la frenesia del mondo moderno, l’iperconnessione digitale e le esigenze professionali sempre più incombenti e invasive, è difficile mantenere la parola data a noi stessi. Trovare il “work life balance”, infatti, è impresa ardua e quasi impossibile.

Le incombenze del mondo del lavoro, soprattutto a partire dalla pandemia e dal correlato smart working in poi, non sembrano darci tregua, e la demarcazione tra la vita lavorativa e quella privata appare sempre più sfocata e irraggiungibile.

In particolar modo se si è donne e madri. Scopriamo perché.

Work life balance: che cos’è?

L’espressione work life balance (letteralmente, l’“equilibrio tra il lavoro e la vita”) si riferisce al giusto bilanciamento tra la vita professionale e la vita personale di un individuo. Il concetto, cioè, intende sottolineare la necessità di un giusto equilibrio tra la parte della giornata – e, dunque, di esistenza – dedicata al lavoro e quella dedita ai nostri cari, ai nostri hobby e al riposo in generale.

Un equilibrio che stenta a mantenersi saldo, soprattutto a causa dell’ingerenza sempre più intrusiva della tecnologia, che immette il lavoro anche nella sfera intima della propria abitazione. La possibilità di essere costantemente raggiunti, in particolare in seguito al periodo di restrizioni sociali causato dalla pandemia e al lavoro da remoto, ha, di fatto, dilatato il tempo riservato alla carriera, decostruendo quei limiti netti e ben chiari che, solo qualche anno fa, scandivano con rigore la giornata di una persona.

Senza dimenticare, poi, l’imposizione sociale secondo la quale più si è impegnati e meno ci rilassiamo, più valiamo come persone – come si legge su The Vision –, andando, così, a fondare l’erronea percezione per cui minore è il tempo da dedicare a noi stessi, più assumiamo valore come individui – perché se la maggior parte del nostro tempo è rivolta al lavoro, ciò significa che siamo più competenti, richiesti e, quindi, degni. Ma di che cosa?

Perché il work life balance è importante

Ciò che dimostrano gli studi scientifici – come spiega Il Sole 24 Ore –, però, è molto distante da questa percezione falsata. I dati rilevano, infatti, che orari di lavoro troppo prolungati possono condurre a un rischio più elevato di fibrillazione atriale, ossia la forma più diffusa di aritmia cardiaca.

I sovraccarichi professionali, inoltre, sarebbero anche correlati a un maggior rischio di subire ictus e, in generale, di incorrere in problemi cardiocircolatori. Cui si aggiungono, poi, anche disturbi più “quotidiani” e “consueti”, ai quali, però, tendiamo spesso a non dare considerazione eccessiva. Tra i più diffusi vi sono, senza dubbio, stress, depressione, irritabilità, disturbi del sonno, ansia e attacchi di panico e difficoltà relazionali.

Raggiungere un buon equilibrio tra il tempo della carriera e quello della vita privata è, dunque, fondamentale per garantire a se stessi un ottimo stato di salute e di benessere fisico e, soprattutto, mentale, ed evitare di valicare la soglia della sopportazione (con burnout o crisi di nervi) e inficiare la propria serenità personale.

Donne ed equilibrio tra vita e lavoro

Un equilibrio complesso da raggiungere soprattutto per le donne, in particolar modo se mogli e madri. Non è un mistero, e la pandemia lo ha reso piuttosto evidente: nonostante i numerosi tentativi e sforzi compiuti fino a questo punto, il compito della cura – domestica e dei figli – ricade ancora, in modo preponderante, sulle donne.

Anche nei Paesi più industrializzati e paritari, infatti, la bilancia continua a essere a sfavore delle donne, spesso considerate più come caregiver che come lavoratrici. Condizione che, naturalmente, conduce le stesse a dover accettare orari di lavoro ridotti (e, di conseguenza, salari più bassi), rallentamenti nell’avanzamento di carriera e rinuncia a posizioni apicali o di leadership.

Il tutto a danno del proprio work life balance, incrinato ancora di più dall’“istinto” (in molti casi obbligo) di prendersi cura dei figli, dei familiari malati e, in generale, dei cari che hanno più bisogno di loro, ampliando, in questo modo, il divario sociale tra condizione maschile e femminile.

Come raggiungere il giusto equilibrio: 4 consigli

Come fare, allora, per ottenere un giusto bilanciamento tra vita personale e carriera professionale? I consigli più efficienti sono i seguenti:

  1. Sappiamo quanto sia difficile, ma imparare a farlo è fondamentale: per poter vivere bene, è essenziale saper dire “No”. Imparare a porre dei limiti e ad arginare la mole di incarichi e incombenze che ci vengono affidati non è segno di debolezza, bensì di stima e rispetto verso se stessi e di consapevolezza (delle proprie vulnerabilità, delle proprie fatiche, delle proprie capacità). Farlo può, quindi, aumentare i nostri livelli di fiducia e benessere;
  2. Nella lista di cose da fare nell’arco della giornata, poi, non ci dovrebbero essere solo gli impegni lavorativi, ma anche quelli personali: fare sport, andare dall’estetista, passare del tempo con gli amici o leggere un libro devono, infatti, essere considerati anch’essi alla stregua di impegni inderogabili e da evadere. Solo in questo modo, costringendoci inizialmente a dedicare del tempo a noi stessi, sarà, poi, via via più semplice rendere automatiche tali carezze per sé;
  3. Di conseguenza, diventa fondamentale saper organizzare bene il proprio tempo, focalizzandosi sulle priorità e le urgenze professionali ma, come accennato, senza interromperle a causa di altri incarichi non previsti o perfettamente idonei a essere delegati. La concentrazione e il saper dire di no sono i due aspetti vincenti per non disperdere le proprie energie;
  4. Un incentivo per creare un perfetto work life balance, infine, è nutrire ciò che ci fa stare bene fuori dall’orario lavorativo, e grazie al quale spesso recuperiamo le forze e il buonumore: le nostre passioni. Trovare del tempo per dedicarsi, ogni giorno, ai propri hobby è di estrema importanza per il nostro equilibrio mentale e fisico, e ci aiuta a non alienarci nel lavoro e a conservare quella “stanza tutta per sé” che non può, e non deve, essere intaccata dal mondo esterno. Una piccola oasi di pace in cui rinfrancarsi, riflettere e fare il pieno di serenità.

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