Compersione: essere felici se la persona che amiamo è felice con un/a altro/a

Neologismo coniato in una comune di San Francisco, la compersione si riferisce al sentimento di gioia e benessere che si prova quando il/la nostro/a partner intrattiene relazioni sessuali o romantiche con altre persone. Scopriamone i dettagli.

«Se ami davvero una persona, dovresti essere felice per lei, anche se decide di stare insieme a qualcun altro». Quante volte, nell’arco della nostra vita, abbiamo sentito queste parole? Per molti individui è difficile interiorizzare tale convinzione, a causa di gelosie, insicurezze ed emozioni contrastanti circa il modello relazionale cui si sentono più affini e/o che è stato loro imposto a livello sociale.

Per altri, invece, tale concetto è molto semplice da comprendere, e possiede un nome ben preciso e particolarmente noto nell’ambito delle relazioni poliamorose: si tratta, cioè, della “compersione”, un’emozione di gioia che si accompagna all’idea di sapere felice il/la nostro/a partner insieme a un’altra persona.

È ancora poco chiaro? Vediamone i dettagli.

Che cos’è la compersione?

Il termine “compersione” è un neologismo di derivazione inglese, e tratteggia un sentimento di benessere e soddisfazione provato in relazione al fatto (effettivo o presunto) che il/la partner sia sentimentalmente o sessualmente coinvolto/a in un rapporto con un altro individuo.

Come si legge su Slengo, per compersione si intende, dunque:

Uno stato di gioia empatica che si prova quando una persona che amiamo è felice con un suo altro partner. Alcuni la definiscono come l’opposto della gelosia, ma più di un poliamoroso può confermare che le due emozioni possono coesistere nello stesso momento.

La compersione è, allora, una vera e propria emozione di piacere e gioia, improntata all’altruismo e totalmente rivolta alla serenità che la persona con cui abbiamo costruito una relazione d’amore prova con altre soggettività coinvolte.

Per tale motivo, essa sarebbe una sorta di “sottocategoria” dell’empatia, sfera emozionale cui appartiene proprio per la capacità di sviluppare felicità riferita esclusivamente alla contentezza che esperisce un’altra persona, anche se non interessa noi stessi in modo diretto.

Compersione e poliamore

Non è un caso che il concetto di compersione sia nato proprio nell’ambito dei rapporti poliamorosi e che, anzi, esso sia stato creato in maniera specifica per caratterizzare un sentimento particolarmente diffuso al suo interno.

Il neologismo inglese è stato, infatti, coniato nella comune Kerista di San Francisco all’inizio degli anni Novanta, sebbene il concetto sia molto più antico e affondi le sue radici nella cosiddetta “Mudita”, la “gioia comprensiva” orientale che costituisce uno dei pilastri fondamentali del buddhismo.

Come si legge su Medium:

Il termine è stato creato in ambiente poliamoroso proprio perché, non esistendo molta informazione sulle relazioni di questo genere, non vi era nemmeno una terminologia adatta a definire questo tipo di interazione.

Nella cornice di un rapporto poliamoroso, dunque, nella quale i membri della coppia possono intrattenere relazioni di carattere sentimentale e/o sessuale con una o più persone contemporaneamente, la compersione raffigura uno dei cardini essenziali su cui si basa il patto di fiducia e rispetto stipulato dalle parti coinvolte.

In tal senso, essere compersivi significa, quindi, provare sentimenti di gioia quando il/la nostro/a compagno/a intrattiene flirt, rapporti sessuali o relazioni romantiche con altri individui al di fuori del nucleo “duale” e più “tradizionale”, senza ostacolarne emozioni, desideri ed esigenze.

Compersione e gelosia

E senza provare gelosia? Non è detto. Anche le persone poliamorose, infatti, possono provare sentimenti di gelosia nei confronti dei propri partner, pur se in un rapporto compersivo.

Il motivo è molto semplice: così come la rabbia, la felicità e la tristezza, anche la gelosia appartiene allo spettro di emozioni che caratterizzano l’essere umano nell’arco della sua esistenza, e ha il diritto di essere accolta e verbalizzata.

La differenza sostanziale consiste, però, nel modo in cui questa emozione viene gestita dalle persone interessate. In una relazione compersiva, appunto, la gelosia tende a essere affrontata in maniera più “lucida”, mediante una comunicazione aperta e una continua rinegoziazione del consenso.

La gelosia viene, così, “ridimensionata”, dal momento che la priorità è sviluppare l’empatia e il rispetto nei confronti delle scelte e delle volontà dell’altro, imparando, passo dopo passo, a gioire sinceramente per la sua felicità. Anche se questa non ci coinvolge personalmente.

Come spiega su Lifeinflux Effy Blue, coach relazionale specializzata in non monogamia consensuale, perciò:

Non esiste una cosa come non provare gelosia. La gelosia fa parte dello spettro emotivo umano. È come dire: “Non mi sento mai triste”, “Non mi sento mai arrabbiato”, “Non mi sento mai felice”. Dire “Non mi sento mai geloso” non credo sia realistico. [Noi persone poliamorose] riconosciamo la gelosia come un’altra emozione: è solo una parte della vita, dell’elaborazione e della parte emotiva dell’esperienza umana.

Come sviluppare la compersione

Come per qualsiasi tipo di emozione, anche per incrementare la propria compersione è necessaria un po’ di pratica, sia nei rapporti poliamorosi, sia in quelli monogami.

Continua Blue:

La linea di base è diversa per tutti, ma sappiamo anche di avere la neuroplasticità. Sappiamo che gli esseri umani possono imparare, crescere, espandersi ed evolversi, e lo abbiamo fatto per millenni. Quindi, proprio come l’empatia, la compersione è qualcosa che puoi coltivare, praticare e incrementare. Per alcune persone arriverà facilmente, per altre potrebbe essere più un processo, e sarà necessario scavare davvero in profondità per cercare di trovarla, se non è qualcosa che viene naturale.

In questo percorso è, dunque, fondamentale lavorare a fondo sui preconcetti che ancora abitano la nostra idea delle relazioni sentimentali, provando a rafforzare il supporto che diamo ai nostri partner e, di conseguenza, il senso di stabilità e unione che vige nella coppia.

Per tale motivo, è importante comunicare in maniera trasparente con l’altro membro del rapporto, individuando i confini e le dinamiche che caratterizzeranno la relazione, con sé e con gli altri, sentendosi liberi di modificarli, se opportuno, in corso d’opera.

E, in caso di gelosia, non bisogna dimenticarsi di manifestare il proprio supporto all’altra persona, facendola sentire il più possibile al sicuro e protetta. In questi casi, è bene parlare e affrontare immediatamente ciò che turba la nostra quiete, «ascoltando senza giudizio e senza mettersi sulla difensiva», conclude Blue.

Allenare la compersione è possibile: servono solo un po’ di pazienza, impegno e amore, verso noi stessi e il/i nostro/i partner.

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