Nei casi di violenza sessuale, spesso, per accertare che ci si trovi effettivamente di fronte a un episodio di abuso, la vittima deve essere sottoposta a un esame medico che comprende diversi passaggi, a cui naturalmente si deve aggiungere un sostegno psicologico importante, visto che di frequente le ferite lasciate nella mente della vittima durano decisamente più a lungo di quelle fisiche.

Il Manuale MSD fornisce tutte le indicazioni per capire come questa visita venga effettuata, partendo proprio dal tipo di lesioni che uno stupro può lasciare su chi lo subisce.

Le possibili lesioni causate dallo stupro

Leggendo il Manuale, tra le lesioni che lo stupro può causare vanno annoverate:

  • Lesioni extragenitali
  • Lesioni genitali
  • Sintomi psicologici
  • Malattie a trasmissione sessuale (malattie sessualmente trasmissibili, come sifilide, gonorrea, infezioni da clamidia, tricomoniasi)
  • Epatite
  • Infezione da HIV
  • Vaginosi batterica
  • Gravidanza

Alcune ricerche più recenti evidenziano inoltre come un’esperienza di stupro possa lasciare danni fisici a lungo termine, come il rischio di sviluppare asma, sindrome dell’intestino irritabile, frequenti mal di testa o dolore cronico.

A questa sintomatologia si accompagnano, ovviamente, le lesioni psicologiche, che come detto spesso sono le più importanti. Incubi, disturbi del sonno, paura, rabbia, vergogna possono prendere il sopravvento sulla vittima. Affinché venga diagnosticato un disturbo da stress acuto è necessario che i sintomi perdurino da 3 giorni fino a un mese dopo la violenza.

Chiaramente, la capacità di recupero della vittima dipende molto anche dal modo in cui la sua esperienza viene vissuta da chi le sta attorno: un atteggiamento di giudizio, sfiducia o incomprensione possono indurla a non parlare e far perdurare lo stato di malessere. Non a caso, tra gli effetti psicologici a lungo termine può esserci il disturbo post traumatico da stress, i cui sintomi comprendono:

  • Ri-sperimentare il trauma (tramite flashback, pensieri o immagini intrusivi invadenti)
  • Evitare (situazioni, pensieri e sentimenti correlati al trauma)
  • Effetti negativi sulla cognizione e sull’umore ( una persistente distorsione della colpa di sé o degli altri, incapacità di provare emozioni positive)
  • Eccitazione e reattività alterate (difficoltà nel sonno, irritabilità, problemi di concentrazione)

Affinché si arrivi a una diagnosi di PTSD i sintomi devono prolungarsi per più di un mese, non essere attribuibili agli effetti fisiologici di una sostanza o di un disturbo medico e devono compromettere il funzionamento sociale e lavorativo in maniera significativa.

Fatta questa premessa, occupiamoci della valutazione della vittima di stupro.

Cosa viene valutato nell’esame di una vittima di stupro

Leggiamo dal Manuale:

Gli obiettivi della valutazione della violenza carnale sono

  • Valutazione medica e trattamento delle lesioni, il trattamento e la prevenzione della gravidanza e delle malattie a trasmissione sessuale
  • Raccolta di prove forensi
  • Valutazione psicologica
  • Raccomandazione di intervento di crisi e supporto psicologico

Se le pazienti chiedono consigli prima della valutazione medica, verrà loro detto di non gettare o cambiare l’abbigliamento, non lavarsi, non fare la doccia, non fare lavande vaginali, non lavare i denti, non tagliarsi le unghie o usare collutorio; fare ciò può distruggere delle prove.

Generalmente alle vittime, in fase di esame, viene chiesto se preferiscono essere visitate da un medico uomo o donna e, in ogni caso, un membro femminile dell’équipe ospedaliera le accompagna durante tutto l’iter. Prove legali e referti medici vengono registrati in un modulo.

L’esame della vittima di stupro

Prima di iniziare l’esaminatore chiede il consenso della paziente, rispettando al massimo la sua privacy; nel dettaglio, chi effettua l’esame analizza:

  • Tipo di lesioni subite (in particolare a carico di bocca, mammelle, vagina e retto)
  • Qualunque sanguinamento da abrasioni o lesioni (per aiutare a valutare il rischio di trasmissione di HIV ed epatiti)
  • Descrizione dell’aggressione (quali orifizi sono stati penetrati, se l’eiaculazione è avvenuta o se è stato usato un preservativo)
    Tipo di aggressione con uso di minacce, armi, comportamento violento
  • Descrizione dell’aggressore

La paziente deve conoscere i motivi per cui le vengono rivolte queste domande, e l’esame deve essere spiegato passo passo mentre viene eseguito, quindi i risultati devono essere riesaminati con la paziente. Laddove possibile, si eseguono anche fotografie delle possibili lesioni, e si esaminano con particolare attenzione bocca, genitali, retto e mammelle.

Con la lampada di Wood si possono rilevare tracce di liquido seminale o residui estranei sulla pelle, mentre la colposcopia è particolarmente sensibile per lesioni genitali lievi.

Gli esami di routine prevedono inoltre un test di gravidanza e i test sierologici per sifilide, epatite B, e HIV; se la vittima dimostra di avere un’amnesia su quanto accaduto vengono presi in considerazione i test di screening farmacologici per la cosiddetta droga dello stupro, ma può capitare che i test sull’abuso di alcol e droghe si rivelino un’arma a doppio taglio, perché in sede giudiziale possono anche essere usati per screditare la versione della vittima.

C’è poi una procedura particolare per i test di follow up:

  • Dopo 6 settimane: gonorrea, infezione da clamidia, infezione da papillomavirus umano (inizialmente utilizzando un campione cervicale da un test di Papanicolaou), sifilide ed epatite
  • Dopo 90 giorni: infezione da HIV
  • Dopo 6 mesi: test per infezione da sifilide, epatite, e HIV

Se il test di gravidanza è risultato negativo alla prima visita, in caso di penetrazione vaginale, deve essere ripetuto entro le due settimane successive.
Viene poi raccolto tutto ciò che può essere considerato prova dello stupro, come

  • Capi di abbigliamento
  • Strisci della mucosa buccale, vaginale e rettale
  • Campioni raccolti di cuoio capelluto e peli pubici e campioni di controllo (prelevati dal paziente)
  • Reperti ed esiti di graffi e tagli da unghie
  • Campioni di sangue e saliva
  • Se disponibile, sperma

Trattamento psicologico della vittima di stupro

Come detto, spesso la parte più complessa del trattamento di una vittima di stupro riguarda le sue condizioni psicologiche; generalmente le vengono spiegati i possibili effetti dello stupro a livello psicologico, e viene affidata a uno specialista in violenza carnale; si programmano anche visite di follow up a distanza di due settimane, visto che non sempre è facile accertare conseguenze psicologiche alla prima visita.

Un supporto fondamentale è ovviamente offerto da familiari e amici, che a loro volta possono però avere bisogno di uno specialista in violenza sessuale per gestire i propri sentimenti negativi.

 

 

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