Abbiamo parlato spesso di femminicidio, il terribile reato degli uomini che uccidono le donne proprio per il fatto di essere donne, ma è necessario farlo ancora.

Ogni anno muoiono decine di migliaia di donne nel mondo, uccise da uomini che pensano di possedere la loro vita e di poterne disporre. Solo dal 2000 a oggi in Italia sono state assassinate per questi motivi oltre 3.000 donne (dati Eures). Nel 2017 sono morte per omicidio volontario nel mondo circa 87.000 donne, di cui il 58% per mano del partner o di un famigliare. Ciò significa che circa 137 donne ogni giorno muoiono perché uccise da qualcuno che invece di amarle muove contro di loro la peggiore violenza possibile. Un fenomeno troppo grande e troppo orribile per essere ignorato.

Moventi e tipologie di femminicidio

Nel caso specifico del femminicidio, l’OMS ha pubblicato uno studio per analizzare cause e tipi di questa violenza. I motivi scatenanti possono essere molti. Il primo caso è il femminicidio commesso dal partner o ex partner, per motivi di possesso e potere. Qualsiasi tipo di rifiuto da parte della donna in un clima famigliare segnato dalla violenza può essere scatenante, così come l’allontanamento o in realtà anche futili motivi legati alla cura della casa.

Lo studio segnala poi il femminicidio effettuato per salvaguardare l’onore della famiglia, che si perpetua quando per esempio la donna ha fatto sesso al di fuori del matrimonio (anche se stuprata) o se è rimasta incinta al di fuori del matrimonio. Il delitto d’onore, secondo la mentalità maschilista e violenta attenta solo alla presunta reputazione del maschio e non alla libertà d’azione della donna, uccide circa 5.000 donne l’anno in tutto il mondo, soprattutto in Medioriente, Asia e nelle comunità provenienti da queste zone che sono emigrate in Europa e Nord America.

C’è poi il femminicidio per dote insufficiente, tristemente diffuso soprattutto nel subcontinente indiano, che dai dati del 2006 segnala 7600 uccisioni l’anno per questo terribile strascico di tradizione. Infine è segnalato il femminicidio non intimo, perpetrato ai danni delle donne non da qualcuno della sfera intima bensì da un estraneo, che uccide solitamente a seguito di un’aggressione sessuale. Questo tipo di femminicidio coinvolge in modo sproporzionato rispetto alle altre vittime le sex workers.

I femminicidi nel mondo

Come abbiamo visto sono circa 87.000 le donne vittima di omicidio all’anno nel mondo (dati UNODC), di cui più di un terzo è ucciso per mano del partner. Il continente dove avvengono più femminicidi per mano di partner o membro della famiglia è l’Asia, con ben 20.000 casi attestati nel 2017, seguito dall’Africa con 19.000, dalle Americhe con 8.000 e poi da Europa (3.000) e Oceania (300). Tuttavia, con un tasso di omicidi legati a famiglia e partner di 3,1 ogni 100.000 abitanti donne, è l’Africa la regione del mondo in cui le donne corrono il maggior rischio di essere uccise dal loro partner o dai membri della famiglia, mentre l’Europa (0,7 per 100.000 abitanti) è la regione in cui il rischio è più basso.

L’Africa è anche il continente dove è più probabile che a uccidere sia il proprio partner con 1,7 omicidi ogni 100.000 abitanti. Più dei due terzi delle donne uccise in Africa nel 2017 (69%) era vittima di un famigliare o del partner, mentre in Europa lo stesso dato si attestava al 38% degli omicidi di donne. Nel mondo, per entrambi i sessi solo un omicidio su 5 viene commesso a opera del partner: le donne sono il 64% delle vittime degli omicidi commessi da partner o famigliari e l’82% delle vittime di omicidi commessi dal partner.

Ci sono luoghi dove essere donna è decisamente più pericoloso che altri. Si tratta per esempio del Sudafrica, dove vengono uccise circa 3 donne al giorno, costituendo un problema nazionale di importanza primaria. Il Sudafrica ha visto negli ultimi 20 anni diminuire gli omicidi a danno degli uomini, la cui incidenza è passata da 65,3 per 100.000 abitanti del 2000 a 29,4 del 2016/17. Sorte opposta invece per i femminicidi, soprattutto per mano del partner, che sono aumentati notevolmente negli ultimi anni: da un’incidenza di 13,4 donne su 100.000 abitanti del 2010 a una di 20,8 del 2016/17.

I femminicidi in Italia

Con numeri decisamente inferiori, ma non per questo meno allarmanti, anche l’Italia ha visto una tendenza alla diminuzione degli omicidi nei confronti degli uomini e un trend opposto nei femminicidi. Negli ultimi 20 anni sono infatti diminuiti molto gli omicidi totali, passando dai 755 del 2000 ai 319 del 2019. Secondo l’analisi di Eures, sono invece meno positivi i dati relativi agli omicidi delle donne, dal momento che si è passati da 199 omicidi di donne nel 2000 a 117 nel 2019, un calo troppo poco netto.

È inoltre evidente che la maggior parte degli omicidi di donne siano femminicidi: delle 117 uccisioni ai danni di vittime femminili del 2019 ben 102 sono stati commessi in famiglia o dal partner. Di questi 102, oltre la metà (68) sono stati omicidi di coppia.

Questi dati sono confermati dall’analisi del Ministero dell’Interno, che ha pubblicato un report che mostra come, analizzando tutti gli omicidi volontari avvenuti ai danni delle donne nel 2018, il 48% sia stato commesso dal partner, l’8% dall’ex partner, il 25% da un famigliare e solo il restante 19% da conoscenti o sconosciuti.

A livello regionale in Italia avvengono più omicidi al nord: nel 2018 ne sono avvenuti 20 solo in Lombardia, seguita dalla Campania con 19 casi e dal Piemonte con 13.

Il lockdown e la violenza di genere

Il Servizio Analisi Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha pubblicato un rapporto sulla violenza di genere e i femminicidi relativi ai primi mesi del 2020, che sono stati caratterizzati da un evento senza precedenti recenti: il lockdown.

Il confinamento in casa ha fatto sì che il numero totale di omicidi diminuisse rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: mentre tra gennaio e giugno del 2019 sono stati commessi 161 omicidi, tra gennaio e giugno del 2020 ne sono stati commessi 131 (-19%). Nello stesso periodo sono però aumentati gli omicidi di donne: dai 56 dei primi sei mesi del 2019 ai 59 del 2020. Inoltre, se nel 2019 le vittime donne costituivano il 35% degli omicidi totali, nel 2020 esse sono il 45% delle vittime.

Il numero antiviolenza 1522 è stato chiamato il doppio delle volte (+119%) rispetto allo stesso periodo del 2019, e le richieste di aiuto tramite chat sono quintuplicate tra marzo e giugno (da 417 del 2019 a 2666 del 2020), afferma Istat.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!