Lo schiavismo ha sempre accompagnato, purtroppo, la storia dell’uomo. Erano schiavi i costruttori delle piramidi nell’antico Egitto, schiavi erano i servi della gleba nel medioevo, così come lo erano gli africani strappati alla loro terra con la forza e portati oltreoceano a partire dalla scoperta dell’America per essere impiegati nelle piantagioni di cotone o a servizio delle famiglie. Parliamo dell’antichità, del medioevo e dell’età moderna: passato, insomma.

Potremmo pensare che questo tipo di abominio contro i diritti umani faccia parte della Storia, ma purtroppo, non è così. Oggi la schiavitù è ancora una realtà, così come uno dei fenomeni legati intrinsecamente a essa: la tratta.

Secondo una definizione dell’UNHCR, per tratta di esseri umani si intende:

Il reclutamento, trasporto, trasferimento, l’ospitare o accogliere persone, tramite la minaccia o l’uso della forza o di altre forme di coercizione, di rapimento, frode, inganno, abuso di potere o di una posizione di vulnerabilità o tramite il dare o ricevere somme di danaro o vantaggi per ottenere il consenso di una persona che ha autorità su un’altra a scopo di sfruttamento. Lo sfruttamento comprende, come minimo, lo sfruttamento della prostituzione altrui o altre forme di sfruttamento sessuale, il lavoro o i servizi forzati, la schiavitù o pratiche analoghe, l’asservimento o il prelievo di organi.

Le vittime di tratta sono soprattutto donne. Di circa 40 milioni di persone nel mondo stimate essere vittime di tratta, le donne sono circa il 72%.

Chi sono e quante sono le vittime di tratta nel mondo

Sebbene si tratti di un fenomeno criminale per lo più sommerso e quindi molto difficile da indagare, grazie agli studi di diverse organizzazioni internazionali e al lavoro delle associazioni e ONG che si occupano di fornire assistenza a queste persone, è possibile avere un quadro più o meno chiaro di chi sono e quante sono le vittime di tratta.

Le donne adulte rappresentano il 49% di tutte le vittime di tratta, seguite dalle bambine e ragazze che ne rappresentano il 23%. Se sommiamo queste due cifre, possiamo vedere che superando il 70% del totale, la maggioranza delle vittime di tratta è di sesso femminile. Gli uomini sono il 21% e i bambini il 7%.

In totale sono circa 40 milioni le persone ridotte in schiavitù, secondo l’ILO. Ciò significa che ogni mille persone sul pianeta ci sono ben 5,4 schiavi. I sopravvissuti come Mende Nazer, che hanno raccontato la loro storia, possono provare a farci comprendere cosa voglia dire essere trafficati e poi ridotti in schiavitù al giorno d’oggi. La storia della Nazer è narrata in un libro che ha scritto lei stessa e poi in un film dal titolo I am Slave. Mende Nazer ha vissuto in schiavitù per 8 anni: da bambina fu strappata dalla sua terra, il Sudan, e portata a Londra, dove è stata costretta a fare la domestica per una famiglia che non le dava sufficiente cibo, né cure mediche o un letto su cui dormire.

A volte, come nel caso di Mende, le vittime di tratta vengono rapite dai futuri sfruttatori. In altri casi invece, si tratta di persone che provengono dai Paesi in via di sviluppo e che sono alla ricerca di una vita migliore. Per questo, trafficanti senza scrupoli riescono a ingannarle promettendo loro un lavoro in un Paese occidentale e finendo poi per obbligarle con la forza a prostituirsi o lavorare forzatamente. È il caso per esempio di tante prostitute che esercitano anche nel nostro Paese, che sono costrette a lavorare per ripagare un fantomatico “debito di viaggio” al trafficante che le ha portate in Occidente. L’assoggettamento al trafficante può anche essere legato a una componente esoterica, come nel caso dei riti voodoo diffusi soprattutto nella comunità nigeriana, che obbligano le donne a prostituirsi minacciando di fare del male a loro o alle loro famiglie rimaste in patria tramite appunto riti magici.

Scopi della tratta

La tratta di esseri umani può avvenire per molti scopi. I più comuni sono sfruttamento lavorativo e sessuale, ma esistono anche molte altre motivazioni per cui i criminali a capo delle organizzazioni internazionali che controllano la tratta privano della libertà le vittime: traffico di organi, matrimonio forzato, schiavitù domestica, accattonaggio forzato o obbligo di svolgere attività criminali sono alcune di queste.

Le donne sono trafficate soprattutto per lo sfruttamento sessuale, mentre gli uomini per lo sfruttamento lavorativo.

Le percentuali sono infatti molto chiare: secondo i dati delle Nazioni Unite infatti, le donne sono vittime di tratta per sfruttamento sessuale nell’83% dei casi e di sfruttamento lavorativo nel 13% dei casi. Le bambine e le ragazze hanno percentuali decisamente simili: il 72% dei casi di tratta è a scopo di sfruttamento sessuale e il 21% per lavoro forzato. Per quanto riguarda gli uomini i numeri sono speculari: gli uomini sono infatti trafficati soprattutto per sfruttamento lavorativo (82%), poi per sfruttamento sessuale (10%). Bambini e ragazzi sono al 50% trafficati per essere impiegati in lavori forzati e al 27% per sfruttamento sessuale. Il rimanente 23% riguarda soprattutto lo sfruttamento tramite accattonaggio e attività criminali.

La tratta in Italia

L’Italia è un Paese molto colpito dalla piaga della tratta di esseri umani. Ogni anno sono oltre 200 le contestazioni di reato iscritte nei registri dell’ufficio Gip/Gup.

Le vittime nel nostro Paese sono soprattutto donne (77,5%), dell’età media di 25 anni e provenienti da un paese straniero, soprattutto la Romania (51,6%) e la Nigeria (19%).

Il numero verde antitratta (800 290 290) è attivo tutti i giorni 24 ore su 24 per mettere in contatto sia le vittime stesse che persone a conoscenza di situazioni di tratta e sfruttamento con le autorità competenti che possono fornire informazioni e aiuto concreto per fuoriuscire da situazioni di sfruttamento. Nel 2018 le chiamate totali sono state 3802.

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