Il Coronavirus ha cambiato la nostra quotidianità, e anche il modo per vivere affetti e relazioni. Chi si preparava a suggellare il proprio amore con il matrimonio si è visto costretto a posticipare la festa, mentre la convivenza forzata potrebbe spingere molte coppie al divorzio, come del resto già accaduto in Cina, dove le richieste di separazione si sono decuplicate alla ripresa della vita normale.

È, sicuramente, una delle conseguenze possibili della pandemia, come ci ha spiegato anche la psicologa Cristina Colantuono in questo articolo.

Ma c’è anche chi, invece, giocoforza, alla propria quotidianità ha dovuto rinunciare, così come alla vicinanza del partner, lontano per motivi di lavoro e “bloccato” dalla quarantena o, semplicemente, perché non convivente. Ecco che, in una situazione limite come quella che stiamo vivendo, diventano improvvisamente più importanti le parole rispetto ai fatti che, per ovvie ragioni, non possiamo dimostrare. Secondo lo psichiatra Michele Cucchi, tuttavia, non tutto il male vien per nuocere:

La lontananza, paradossalmente, avvicina nei rapporti a distanza. Stando lontani si mantiene il clima della ‘luna di miele’ e, quando ci s’incontra, la qualità del tempo vissuto insieme è generalmente migliore, perché sia mentalmente sia fisicamente non ci siamo abituati al partner e non abbiamo annacquato la passione e le attenzioni con la routine.

Anche dal punto di vista sessuale, ovviamente, dove la mancanza può farsi sentire, si può pensare di ricorrere ad alternative, con tutte le precuazioni del caso, come sexting e autoerotismo, strumenti che consentono alla coppia di coltivare l’intimità emotiva. Ma abbiamo volutamente parlato di precauzioni indispensabili perché, come sottolinea il centro AISPS sessuologia di Roma,

Vanno in tal senso prese le precauzioni necessarie a tutelare la propria privacy e l’anonimato delle immagini nel caso dovessero capitare nelle mani sbagliate e per prevenire fenomeni di cyberbullismo e revenge-porn.

E se c’è chi, come un ragazzo di New York, ha trovato un modo “alternativo” per corteggiare anche ai tempi del COVID-19, ci sono milioni di innamorati in tutto il mondo che sopportano con pazienza la lontananza, sopperendo alla mancanza con videochiamate e telefonate interminabili, e aspettando con ansia il giorno in cui tutti saremo al sicuro e potremo incontrarci di nuovo. In primis gli adolescenti, che possono fare della tecnologia uno strumento davvero prezioso per sentire meno la lontananza dall’innamorato/a.

I device tecnologici possono comunque essere un ottimo metodo per avvicinarsi idealmente al partner anche per gli adulti, che la psicologa e psicoterapeuta Lara Franzoni invita a fantasticare sul prossimo incontro, per diminuire ulteriormente le distanze:

Il compito per tutti è quello di immaginare insieme un limite temporale nel quale poi vedersi proprio per avere dal punto di vista psicologico un contenimento. Mi raccomando che sia verosimile con il contesto che stiamo vivendo, per non dover ritrovarsi a gestire poi una ulteriore delusione.

Proprio perché questa è una situazione che riguarda tantissime persone, vi abbiamo chiesto di raccontarci come sta andando la vostra esperienza di “amore a distanza” ai tempi del Coronavirus, e queste sono alcune delle testimonianze più belle e significative, ma anche più toccanti, che ci avete mandato.

Adele, rimasta con la bimba in Sicilia

“Lui era salito per lavoro da poco, stava cercando casa per far salire me e la nostra bimba di un anno e mezzo; noi siamo rimaste bloccate in Sicilia, io sto affrontando tutto da sola ma me la cavo, so che ci rivedremo presto. La mia bimba invece sta soffrendo tanto, spesso ha incubi la notte in cui chiama disperata il papà.
Appena finisce tutto prendiamo subito un aereo per abbracciarlo.”

Il sacrificio di un marito

Mio marito fa l’infermiere in uno dei centri di riferimento di Milano, non si sentiva sereno ad averci a casa, e io e la bimba (un anno tra qualche giorno) siamo dai nonni. È dura, per tutti e tre… La bimba sente tanto la mancanza di papà… Facciamo mille videochiamare in cui lo riempie di baci e cerca di dargli il ciuccio e pezzetti di biscotto.
Il papà, povero, credo sia quello che soffre di più… Noi almeno abbiamo i nonni a farci compagnia. A me manca tantissimo, e vivo con la costante preoccupazione che possa avere sintomi e io non sia lì a sostenerlo e aiutarlo. È dura, ma è necessario… Sperando di vedere una luce in fondo al tunnel”.

Elisa, che non ha fatto in tempo a raggiungere il compagno a Londra

Mio marito e padre del nostro bimbo di un un anno e mezzo è partito per Londra il 15 febbraio per lavorare e cercare una casa per tutti e 3… Non sapevamo quanto ci sarebbe voluto, sapevamo che sarebbero passati almeno 3 o 4 mesi… E invece a inizio marzo è arrivata la notizia che aveva trovato un appartamento! Ho fatto subito i biglietti per me e il bimbo, saremmo dovuti partire il 7 Aprile… Nel frattempo in Italia è arrivato il decreto, mentre in Inghilterra non si faceva nulla di costruttivo… Gli ho detto di tornare prima che bloccassero tutto, ma lui non ha voluto rischiare nel caso avesse preso il virus. Dopo pochi giorni sono stati chiusi porti e aeroporti da e per la Sardegna (dove vivo con il bimbo) e il mio volo è stato cancellato… Ora anche l’Inghilterra è in lockdown e contando che probabilmente qui la finiremo a maggio, se ci va bene, lì staranno chiusi almeno fino a giugno… Quindi non sappiamo quando potremmo rivederci. Per fortuna per ora il bimbo non cerca così tanto il papà, ma lo vede tutti i giorni in videochiamata… Stiamo insieme da 7 anni e non era mai successo di stare separati per così tanto tempo… Mi manca davvero tantissimo…”

Desiré e la “fortuna” di essere gamers

“Io e il mio ragazzo siamo distanti circa 40 km l’uno dall’altro e non ci vediamo ormai dal mio compleanno che è stato il 22 febbraio. Come la stiamo vivendo? Ci manca molto la presenza fisica dell’uno e dell’altra, ma fortunatamente siamo due gamers, quindi passiamo la maggior parte del tempo sui giochi multiplayer a spaccarci come i dannati!”

La speranza di Viviana

Un rapporto appena nato molto bello, interrotto nel momento di massimo coinvolgimento!
Incontrato dopo anni di solitudine, dopo la separazione da mio marito… Vabbè, supereremo anche questo. Ci sono situazioni peggiori della mia“.

Ci sono però anche storie “all’opposto”, come quella di Veronica.

L’esperienza “all’opposto” di Veronica

Ciao a tutti! La mia situazione è esattamente opposta. Sono anni che vivo una relazione a distanza e riusciamo a trascorrere insieme solo brevi periodi. L’emergenza è scoppiata in un momento in cui eravamo insieme e quindi stiamo passando vicini questo periodo. Racconto qui la mia esperienza per farvi capire che dovete sentirvi molto fortunati se avete il vostro compagna/o fisicamente vicino nella vita di tutti i giorni. Cercate di apprezzare questo momento per quanto duro sia, perché la lontananza permette di capire l’importanza che le persone hanno per ciascuno di noi. E solo le relazioni più solide hanno la capacità di superare tutto questo. Coraggio e mi auguro che presto potremo riabbracciare tutti i nostri cari con una consapevolezza in più.”

E ce n’è una, che ci ha particolarmente colpiti perché ci riporta a un tema di cui ci siamo occupati in questo articolo.

Sono davvero tante le donne che si trovano in isolamento con il proprio carnefice, e oltre a chiamare il 1522 per denunciare la propria situazione, questo è quello che possono fare:

Io ringrazio la quarantena che ha allontanato il mio fidanzato ossessivo

Io invece ringrazio il virus.
Questa quarantena forzata ha permesso al mio fidanzato ossessivo e possessivo di allontanarsi, iniziare a seguire un percorso con uno psicologo, e costruire la sua identità e la sua indipendenza.
Lo amo tanto. Ma questa lontananza mi fa bene. Non respiravo libertà da troppo, troppo tempo.
Lo sto vedendo crescere giorno per giorno e diventare finalmente una persona con un carattere e una identità ben precisi. Seguo i suoi passi, e ricostruisco pian piano anche la mia libertà e il mio coraggio… Che oramai erano andati perduti, pur di non ferirlo.
Chi ha avuto mai una relazione soffocante, capirà. Si può trarre sempre dalla vita un insegnamento, anche dalle cose peggiori.

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