Le ragazze non stanno bene: muoiono a) di parto b) di suicidio

Un rapporto dell'UNICEF mostra le condizioni delle ragazze nel mondo: molte di più vanno a scuola, ma ancora tante si trovano a fronteggiare la violenza sessuale, le gravidanze indesiderate, mentre il suicidio è la seconda causa di morte nel mondo.

Meno spose bambine e sempre meno ragazze che abbandonano la scuola, ma tassi preoccupanti di suicidio, obesità e infezioni a trasmissione sessuale; è quello che emerge dal rapporto A New Era for Girls: Taking stock of 25 years of progress, promosso da UNICEF, Plan Internationale e UN Women, 25 anni dopo la Quarta Conferenza Mondiale sulle Donne e la Dichiarazione di Pechino del 1995.

Sono 68 milioni le bambine che dovrebbero nascere solo nel 2020, stima il report, e nonostante i numerosi progressi e traguardi conquistati ancora troppe sono le disuguaglianze di genere e le ingiustizie che in questo quarto di secolo sono state perpetrate ai danni della popolazione femminile di tutto il mondo. Di questo passo, la gender equality non verrà raggiunta nemmeno per il 2030, anno stimato come obiettivo per ottenere pari diritti per tutte.

Cerchiamo di fornire un quadro più chiaro della situazione, per capire dove sono stati raggiunti miglioramenti e dove, invece, c’è ancora molto da lavorare.

L’istruzione: qualche miglioramento, ma…

Fonte: web

A livello globale, il numero di ragazze che lascia la scuola è diminuito di 79 milioni negli ultimi due decenni, e oggi le ragazze hanno maggiori probabilità di frequentare la scuola secondaria rispetto ai ragazzi: quasi due ragazze su tre sono infatti iscritte alla scuola secondaria, mentre nel 1998 erano una su due.

Le disparità di genere nel numero di bambini che non vanno a scuola si sono sostanzialmente ridotte negli ultimi due decenni, ciononostante ci sono ancora 5,5 milioni di bambine in più rispetto ai coetanei che non hanno accesso all’istruzione elementare. Le ragazze, inoltre, hanno ancora meno probabilità di ricevere un’istruzione di qualità in confronto ai maschi. Infatti, le adolescenti e le giovani donne di età compresa tra 15 e 24 anni rappresentano oggi il 56% della popolazione mondiale analfabeta, un dato comunque in ribasso rispetto al 61% del 1995.

Peggiora la salute mentale e fisica: sempre più suicidi e sempre più obese

Un dato estremamente preoccupante è quello legato alla salute mentale, con il suicidio che viene registrato come seconda principale causa di morte tra le adolescenti tra i 15 e i 19 anni, superata solo dalle morti in gravidanza e durante il parto.

Su un versante opposto, ma altrettanto grave, c’è da registrare una tendenza negativa a ingrassare, data dalla disponibilità delle cosiddette “calorie a basso costo”, ovvero di cibi grassi e zuccherati, che, unendosi alla sedentarietà e alla mancanza di attività fisica, ha portato a oltre 155 milioni di ragazze adolescenti in sovrappeso rispetto ai 74 milioni del 1995.

Le violenze di genere e le loro conseguenze

Fonte: web

Nonostante, per fortuna, i tassi sui matrimoni infantili si siano notevolmente ridotti rispetto al recente passato, e molti Paesi in cui esiste ancora questa possibilità si sta facendo molto per vietarla, ancora una ragazza su 20, di età compresa tra 15 e 19 anni, pari a 13 milioni nel mondo, ha vissuto rapporti sessuali forzati nella propria vita. Insomma, la violenza di genere non si arresta, e questo ha ripercussioni immaginabili anche su diversi aspetti, in primis la trasmissione e la diffusione di malattie sessuali: sebbene il numero di nuove infezioni da HIV tra le adolescenti sia dimezzato dal 1995, quasi tre nuove infezioni su quattro si riscontrano tra gli adolescenti. Oggi ci sono 970.000 ragazze di età compresa tra 10 e 19 anni che vivono con l’HIV, rispetto alle 740.000 ragazze nel 1995.

La percezione del problema resta ancora sommerso anche a causa di credenze che si tramandano di generazione in generazione: secondo il rapporto, il 40% delle adolescenti nel Sud Asia, Medioriente, Nord Africa e Africa sub-sahariana ritiene che sia “normale” essere picchiate dal marito in alcune circostanze

Un altro problema legato alle violenze sulle donne riguarda ovviamente le gravidanze. A livello globale, emorragie, sepsi e parto distocico rappresentano la principale causa di mortalità tra le adolescenti i 15 e i 19 anni.

Inoltre non sempre le ragazze hanno facile accesso a contraccettivi efficaci, a causa del loro costo, della stigmatizzazione sociale, ma anche della mancanza di informazioni accurate e pertinenti e di una limitata autonomia decisionale. Due ragazze adolescenti su cinque di età compresa tra 15 e 19 anni che vogliono evitare la gravidanza non utilizzano un metodo di contraccezione efficace.

Sebbene l’Africa sub-sahariana abbia subito un calo del 22% nel tasso di natalità degli adolescenti durante il periodo considerato, questa area del mondo continua ad avere il più alto tasso di qualsiasi regione a livello globale, con 103 nascite per 1.000 ragazze adolescenti.

Di contro, sono stati i Paesi dell’Asia del Sud a compiere i maggiori progressi per ridurre i tassi di gravidanze precoci dal 1995, scendendo da 82 a 26 nascite per 1.000 ragazze. Inoltre, a livello globale è cresciuta la percentuale di ragazze, sempre comprese tra i 15 e i 19 anni, che hanno potuto pianificare la propria situazione familiare, passando dal 36% del 1995 al 60% del 2020.

In generale, secondo il rapporto, le ragazze nate oggi possono aspettarsi di vivere quasi otto anni in più, in media, rispetto alle ragazze nate nel 1995, ma ancora il doppio di loro, nell’età compresa tra 15 e 19 anni, rispetto ai ragazzi coetanei è senza scuola, senza lavoro e senza formazione, mentre almeno il 60% dei Paesi porta tuttora avanti una discriminazione rispetto ai diritti delle figlie di ereditare la terra. Molto è stato fatto in un quarto di secolo, ma moltissimo, quindi, è ancora da fare.

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