Nel 1815 una studiosa di nome Sophie Germain divenne la prima donna della storia a vincere un premio dall’Accademia delle scienze di Parigi. Era solo il culmine di una ricerca durata oltre vent’anni e che l’aveva portata a fornire un contributo importante alla teoria dell’elasticità e all’ultimo teorema di Pierre Fermat, formulato nel 1637 e a cui solo nel 1995 è stata data una dimostrazione completa. Per 170 anni le sue scoperte sono rimaste praticamente ignorate dalla comunità scientifica, che le ha rivalutate solo in seguito allo studio approfondito dei suoi manoscritti e del suo carteggio con i colleghi.

Una storia, quella della matematica francese, che dimostra quanto in passato le donne fossero ostacolate nella carriera scientifica. Nata nella capitale francese il 1° aprile del 1776, Sophie Germain avrebbe potuto semplicemente vivere una vita agiata e oziosa, grazie alla fortuna accumulata dal padre, ricco mercante e banchiere. Fortunatamente, non andò così: durante la Rivoluzione Francese, scoppiata quando lei aveva solo tredici anni, fu costretta a restare a lungo chiusa in casa.

Come racconta il libro Sophie Germain. Una matematica dimenticata, la giovane passò tantissimo tempo nella grande biblioteca del padre, ma fu un libro in particolare a far germogliare in lei la passione per la matematica. Si trattava di un volume in cui era narrata la leggenda sulla morte di Archimede, ucciso da un soldato perché era rapito dallo studio di una figura geometrica nella sabbia.

Sophie Germain. Una matematica dimenticata

Sophie Germain. Una matematica dimenticata

Laura Toti Rigatelli analizza a fondo la figura della matematica francese Sophie Germaine, troppo timida per prendersi gli onori che invece gli altri matematici le hanno attribuito.
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Sophie pensò che, per arrivare a isolarsi in quel modo dalla realtà, la matematica doveva davvero essere una questione interessante. E fu così che iniziò a studiarla.

Sophie partì dai libri trovati in casa, ma la sua decisione venne scoraggiata dai genitori, che non la credevano una materia adatta a una signorina. Per arginare il divieto, cominciò a studiare di notte, privandosi del sonno. Quando, finalmente, suo padre e sua madre si resero conto di non avere altra scelta, le permisero di fare ciò che voleva.

Nel 1794 a Parigi venne aperta l’École Polytechnique, un’accademia fondata per educare matematici e scienziati francesi. Purtroppo, però, non era aperta alle donne: Sophie Germain riuscì comunque a farsi passare gli appunti dei corsi e vi si dedicò senza sosta. Finalmente poteva accedere alle ultime conoscenze, soprattutto a quelle del professor J. L. Lagrange, a cui inviò una sua analisi.

Per essere presa in considerazione dallo studioso si firmò come M. LeBlanc, un giovane che aveva effettivamente studiato nel suo corso. Impressionato dal lavoro, Lagrange chiese di poter incontrare l’autore e rimase sorpreso di scoprire una donna. Il matematico riconobbe le qualità di Sophie e divenne il suo mentore. Grazie a lui, finalmente la giovane riuscì ad accedere al circolo di scienziati del suo tempo, anche se molti preferivano ignorarla.

Nel 1804 cominciò a corrispondere con lo studioso tedesco Carl Friedrich Gauss, autore di una teoria dei numeri che l’affascinava moltissimo. Anche a lui nascose la sua identità femminile, svelata solo tre anni dopo. L’uomo fu oltremodo entusiasta di scoprire che il brillante matematico era in realtà una donna. E proprio a lui, nel 1808, Sophie Germain inviò le sue riflessioni sul Teorema di Fermat. Non ricevette risposta, perché Gauss era stato nominato professore di Astronomia a Gottinga e aveva lasciato il suo vecchio indirizzo.

Messa da parte la sua brillante teoria, temendo di non aver incontrato l’approvazione del matematico tedesco, Sophie rivolse l’attenzione ad altre questioni rilevanti, come quella sulle vibrazioni delle superfici elastiche. La sua ricerca fu ripetutamente rifiutata dall’Accademia delle scienze, che aveva indetto un concorso a riguardo, ma finalmente venne premiata nel 1815. Oltre alla medaglia d’oro, ebbe il permesso di frequentare le sessioni accademiche e di collaborare con i colleghi uomini “alla pari”.

Sophie Germain morì a 55 anni, il 27 giugno 1831, dopo aver a lungo combattuto contro un cancro al seno. Poco prima della morte, il suo vecchio mentore Gauss aveva convinto l’Università di Gottinga a conferirle una laurea ad honorem, che purtroppo non riuscì mai a ricevere.

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