Il digital divide è il divario tra chi ha accesso alle tecnologie delle informazione (informatica e Internet in particolare) e chi, per scelta o necessità, ne è escluso. Si tratta di una differenza che può dipendere dalle possibilità delle persone, ma anche dall’età e dal sesso. Il digital divide fa emergere i danni che può avere una persona che non utilizza le risorse tecnologiche, in campo economico, di informazione e culturale.

Cos’è il digital divide?

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Fonte: Web

Il digital divide genera una riflessione in particolare sulla parte di popolazione mondiale in grado di utilizzare la tecnologia. Da una parte chi la usa in maniera estremamente naturale e semplice, perché è nata e cresciuta a contatto con Internet e i dispositivi informatici. Dall’altra parte rimane la popolazione esclusa, rappresentata dagli anziani, dagli abitanti di zone del mondo che non hanno accesso a Internet e disponibilità di tecnologia, da chi presenta particolari disabilità, ma anche chi ha un basso livello di istruzione e scolarizzazione.

Questa divisione ha portato negli ultimi decenni a una nuova forma di disuguaglianza sociale, che separa nettamente chi ha possibilità di usufruire di Internet e chi non ce l’ha. Il sito Agenda Digitale definisce tre tipi di digital divide: globale, sociale e democratico. Il primo si riferisce al gap tra i Paesi più e meno sviluppati, il secondo tra la popolazione di uno stesso Paese, mentre il terzo, che mostra le principali conseguenze del divario, si concentra sulle condizioni di partecipazione alla vita politica e sociale in base all’uso consapevole o meno del web.

Il digital divide in Italia

In Italia il digital divide sta diminuendo negli ultimi anni, con l’arrivo della Rete anche nei piccoli centri abitati, anche se ancora molti ne sono esclusi. La differenza si registra non solo nell’età ma anche nella zona. L’accesso a Internet in Italia non è legato alla densità di popolazione. Nonostante il Sud sia più popolato, l’accesso a Internet è molto più facile nel Nord, specialmente nelle grandi città, rispetto ai piccoli paesi. Inoltre, l’età media di uso delle nuove tecnologie va dai 25 ai 34 anni, mentre gli over 60 utilizzano ancora poco.

Guardando le percentuali, si è visto che in Italia circa il 5-6% di italiani non ha accesso all’ADSL. La percentuale aumenta invece in maniera esponenziale per quanto riguarda l’accesso alla banda ultra larga: tra il 20 e il 40% secondo i dati delle mappature di Agcom. Le norme europee e italiane non garantiscono la copertura della banda larga, ma solo la connessione legata alla linea telefonica.

Cos’è il gender digital divide

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Fonte: Web

Il gender digital divide rappresenta il divario nell’utilizzo di risorse informatiche tra uomini e donne. La lotta all’uguaglianza che le donne stanno perpetrando da sempre, ha permesso di raggiungere alcune uguaglianze, ma la parità completa è ancora lontana. Le differenze si ritrovano anche nell’utilizzo delle tecnologie e dell’informatica. Amplificate in alcune popolazioni, nelle quali la donna non ha accesso alla tecnologia nello stesso modo degli uomini.

Innanzitutto c’è ancora una maggioranza di uomini che si laureano e lavorano in ambiti scientifici, dell’informatica, ingegneria, matematica. Nonostante infatti il numero donne con la laurea abbia superato quello degli uomini, rimangono minori nelle materie citate, anche se hanno avuto un boom nel liceo scientifico e negli studi medici. Il timore segnalato dall’Università di Bologna è che, nella loro scelta, le ragazze non siano spinte solo dalle preferenze personali, ma anche da una auto sfiducia, nata dal pregiudizio che fa sentire le materie scientifiche lontane dalla loro identità e dal loro interesse.

Le divergenze sono segnalate soprattutto dall’utilizzo della rete: è vero infatti che le donne hanno incrementato molto alcuni settori del web, come gli e-commerce per l’acquisto online, le community e i siti di lifestyle. Gli uomini sembrano usare internet soprattutto per scaricare news, software, giochi e film, e compiere operazioni più tecniche. Le donne per attività più pratiche, come la ricerca di informazioni sanitarie o su argomenti specifici, formazione e interazioni con le pubbliche amministrazioni. Esiste infine un gap dal punto di vista dell’età. Sopra i 34 anni, sono più gli uomini a continuare a confrontarsi con la tecnologia, rispetto alle donne.

Una soluzione per il futuro è la nascita nel web di realtà gestite e usufruite dal sesso femminile, che coinvolgano i settori, gli interessi e i lavori delle donne. Capire quante sfaccettature ha l’identità di donna, lavoratrice, mamma, studentessa, che può avere le più disparate passioni e interessi.

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