“Percorsi brevi distanze, è vero, ma fu la prima macchina a volare in Irlanda e l’avevo costruita io, da sola”. In una delle sue lettere, Lilian Bland raccontò con queste parole un’impresa che ancora oggi sembrerebbe impossibile da portare a termine. E lo era ancora di più all’inizio del Novecento, quando per una donna persino andare a cavallo a cavalcioni (e non all’amazzone) era ancora sconveniente.

Nata in Kent (Inghilterra) il 22 settembre 1878, Lilian Bland apparteneva a un’agiata famiglia di origine irlandese. Dopo gli studi, iniziò a lavorare come giornalista sportiva e fotografa per diversi giornali inglesi. Non voleva piegarsi a un’esistenza convenzionale: diversamente dalla maggior parte delle sue coetanee, fumava, indossava i pantaloni e si dedicava alle arti marziali.

Fin dall’inizio sono stata assetata di conoscenza e ho provato un forte disgusto per la ‘società’, per le loro vite vuote, le chiacchiere inutili, le mode, le scommesse, eccetera. Prima dei vent’anni avevo già visitato diverse città in Europa, studiato arte a Parigi, studiato musica a Roma, vissuto dappertutto, studiato diverse religioni, antiche e moderne, letto le opere dei filosofi tedeschi, francesi e italiani, ma senza trovare verità o soddisfazione in esse.

Tra il 1900 e il 1906, in seguito alla morte della madre, Lilian Bland si trasferì a Belfast con il padre, nella dimora della zia. Quando suo zio le spedì una cartolina del monoplano costruito dall’aviatore francese Louis Blériot, qualcosa scattò dentro di lei. Fu così che decise di costruire un velivolo a motore.

Quando Louis Blériot attraversò il Canale, cominciai a studiare gli aeroplani, i pochi che erano stati costruiti, e passai ore sulle scogliere a osservare i gabbiani librarsi in volo. Allora mi decisi a costruire una macchina che potesse volare. Fui fischiata e derisa, ma la cosa non mi scoraggiò. Costruii un aliante e lo portai alla R.I.C. [N.d.R., Royal Irish Constabulary] per farmi aiutare a controllarlo e per testarlo. Presi il giovane giardiniere di mia zia e lo iniziai a una carriera come meccanico.

Lilian Bland sfidò i tempi e si rimboccò le maniche. Lei, che come tutte le altre donne a quel tempo non poteva nemmeno votare, superò enormi sfide tecniche e aeronautiche per dare vita al Mayfly, completato all’inizio del 1910. Dopo lunghe trattative, riuscì a ottenere un propulsore a Londra e lo portò a casa personalmente in treno. Quando si accorse che mancava il serbatoio del carburante, lo rimpiazzò con una bottiglia di whisky e con il corno acustico della zia. Dopo qualche iniziale test fallimentare, nell’agosto dello stesso anno riuscì a compiere con successo un primo volo, anticipando, di fatto, quelle che sarebbero state le imprese di Amelia Earhart. Era ufficialmente il primo biplano a motore a solcare i cieli irlandesi e lei era la prima donna al mondo a volare su un mezzo costruito personalmente.

Gli esperimenti di volo allarmarono suo padre, che temeva per la vita della figlia. A fine anno Lilian Bland decise così di abbandonare il suo progetto, ma solo perché in cambio le era stata promessa un’automobile Ford. L’anno dopo sposò suo cugino Charles Loftus Bland e insieme andarono a vivere in Canada, dove comprarono una fattoria. Tornata in Inghilterra nel 1935, un decennio dopo si spostò in Cornovaglia e morì a 92 anni, l’11 maggio 1971.

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