Il test della verginità sulle donne soldato: una pratica devastante ancora in uso

La ONG Human Rights Watch chiede a gran voce l'abolizione del test della verginità, una pratica umiliante, purtroppo ancora in uso nell'esercito indonesiano, che lede la dignità delle donne in ragione della ricerca di una presunta "moralità" conferita solo dall'essere ancora vergini.

Non bastano le rivelazioni choc rilasciate dalla ex soldatessa nordcoreana, che ha raccontato i suoi dieci anni passati nell’esercito di Kim Jong-un fra violenze sessuali e abusi; l’ennesima, degradante storia di discriminazione sessuale, di maschilismo e di vergogna arriva dall’Indonesia, dove, forse non tutti lo sanno, è ancora in atto una pratica a dir poco brutale nei confronti delle donne soldato: si tratta del cosiddetto “test della verginità” che, come è facile intuire dal nome, si assicura che le componenti dell’esercito del paese sud-est asiatico siano fisicamente “integre”.

A denunciare la barbarie, praticata ormai da tantissimi anni, è stata la ONG Human Rights Watch, che dopo aver evidenziato, in un report del 22 novembre 2017, quanto questa orribile condotta rappresenti ancora una prassi tipica tra gli ufficiali di Giacarta, ha chiesto al presidente indonesiano, Joko Widodo, di abolirla immediatamente.

Le denunce di HRW e la risposta del generale Moeldoko

Fonte: Fanny Octavianus

Non è la prima volta che la ONG si occupa del test della verginità: già nel 2014, HRW aveva rilevato che, nel paese, il ricorso a “esami per ragioni di salute e morali”, fossero una giustificazione per imporre il test della verginità. “Il test della personalità include quello che viene chiamato ‘test di moralità’, che consiste nel controllare se l’imene è intatto o meno“, ha spiegato a BuzzFeed Andreas Harsono, ricercatore di Human Rights Watch. Già, perché naturalmente alla base del test di verginità c’è la necessità, da parte dei superiori dell’esercito, di sapere se la moralità della donna soldato sia perfettamente integra, e l’unico modo per averne la certezza è esaminare lo stato dei suoi genitali, alla ricerca dell’unica prova concreta di elevata moralità, la verginità, appunto. “Le forze armate indonesiane dovrebbero riconoscere che i ‘test di verginità’ sono dannosi e umilianti per le donne reclutate, e ovviamente non fanno nulla per rafforzare la sicurezza nazionale “, ha detto Nisha Varia, responsabile del gruppo di difesa dei diritti delle donne di HRW “Il presidente Joko Widodo dovrebbe ricondurre i militari sulla retta via, abolire immediatamente la pratica e impedire a tutti gli ospedali militari di continuarla“. Anche il Consiglio indonesiano di Ulema, o Mui, la più alta autorità islamica del paese, si è opposto alla pratica, affermando che va contro la giurisprudenza musulmana, secondo quanto riferito dal jakartaglobe: Syarifudin Damanhuri, il capo di un Mui del distretto orientale di Java, ha suggerito di effettuare un testi di religione, capace, secondo lui, di fornire ai reclutatori militari un profilo migliore del carattere di un individuo rispetto a un test di verginità.
HRW ha fatto sapere che continuerà con la battaglia per abolire il test della verginità, chiedendo anche il sostegno del Comitato internazionale per la medicina militare (ICMM), che mira a favorire la collaborazione tra i membri dei servizi medici delle forze armate, la cui conferenza mondiale si svolgerà proprio in Indonesia nei primi giorni di dicembre.
Di diverso avviso rispetto al famigerato test sono, ovviamente, le alte cariche dell’esercito indonesiano: il generale Moeldoko, ad esempio, capo delle forze armate, continua a sostenere che, benché non esista effettivamente alcun legame diretto tra la verginità di una donna e le sue abilità come membro delle forze armate, l’essere vergine sia comunque una misura della moralità di una donna, una delle tre caratteristiche chiave che una donna soldato deve avere, insieme a un’elevata attitudine accademica e alla forza fisica. Nel 2015, inoltre, sempre Moeldoko aveva fatto sapere che il test della verginità non era rivolto solo alle donne soldato. Ma vi sbagliate se pensate che intendesse dire che anche gli uomini lo subiscano: il generale, infatti, si riferiva al fatto che il medesimo test venga eseguito anche non sui soldati, ma sulle fidanzate degli ufficiali maschi.

Come funziona il test della verginità

Come riporta TPI, nel 2017 una ricerca condotta dall’Università del Minnesota ha pubblicato un’analisi basata su 1,260 studi, concludendo che il test della verginità non sia clinicamente utile, ma che anzi possa avere notevoli e devastanti conseguenze a livello psicologico, fisico e sociale per chi lo subisce. Non una grossa novità, ma evidentemente questa cosa sfugge – o più probabilmente non interessa – ai vertici dell’esercito indonesiano. Lo studio americano conferma quanto già emerso dal manuale clinico pubblicato nel 2014 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che definiva il test non scientificamente attendibile. Come facilmente si intuisce, il test, spesso chiamato anche delle “due dita”, consiste appunto nel controllare l’integrità dell’imene, la sottile membrana che ricopre parzialmente l’esterno dell’apertura del canale vaginale, e la cui rottura è associata alla perdita della verginità. Peccato, però, che l’imene possa rompersi non solo per un rapporto sessuale, ma anche in seguito ad attività fisica, a traumi, oppure durante la masturbazione.
L’Indonesia, comunque, non è il solo paese dove le donne sono sottoposte a presunti test medici per mettere a nudo la loro vita sessuale.

Il test della verginità nel mondo

Fonte: reuters

Attualmente, il test della verginità viene usato anche in alcuni dell’Africa, dell’Asia, e del Medio Oriente. In India, ad esempio, nel 2016 è successo che un uomo abbia chiesto il divorzio alla moglie appena 48 ore dopo il matrimonio, poiché non aveva notato perdita di sangue da parte di lei durante il rapporto sessuale. A nulla è servita la spiegazione della donna, riportata dall’Hindustan Times, secondo cui l’imene le si sarebbe rotto nel corso di un’esercitazione per entrare in polizia. Tanto che, nel paese indiano, non è infrequente il ricorso all’imenoplastica, l’intervento di ricostruzione della membrana. Sempre HRW ha inoltre scoperto che, benché ufficialmente bandito nel 2014 dal ministero della Salute indiano, il test di verginità sulle pazienti vittime di stupro sia ancora largamente diffuso. Nella stessa Indonesia, come riporta TPI, la verginità è considerata inoltre requisito fondamentale per essere ammesse a scuola, come si evince anche da una decisione del provveditorato della provincia sud di Sumatra, il quale ha espressamente incluso il requisito della verginità fra i criteri per frequentare la scuola superiore. Mentre in Afghanistan, sottolinea la ONG, il test delle due dita è usato nei casi di incriminazione delle donne per crimini legati alla moralità, come appunto l’aver avuto rapporti sessuali prima del matrimonio.

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