Julie Andrews, protagonista di classici come Mary Poppins Tutti insieme appassionatamente, ha dedicato la sua vita al cinema e al teatro, diventando una delle attrici più amate di sempre. Bambina prodigio, protagonista di pellicole che avrebbero potuto “imprigionarla” eternamente nel ruolo della star per famiglie, durante la sua carriera ha scelto di affrontare ruoli molto diversi tra di loro, passando da interpretazioni drammatiche a performance ironiche e provocatorie.

Nella sua vita, però, si nasconde un dramma segreto scoperto solo con l’adolescenza: chi ha sempre creduto essere suo padre, il primo marito della madre, Barbara Ward Morris, ovvero Edward Wells, era in realtà un perfetto sconosciuto.

La madre l’aveva concepita in riva a un lago vicino a Walton-on-Thames, ma questo Julie lo saprà solo a 14 anni, quando Barbara Ward Morris, che era pianista, la portò a esibirsi a casa di amici; Andrews, all’epoca, aveva da poco esordito nel mondo del musical.

Quando finii di cantare il padrone di casa mi si avvicinò. Era alto e di bell’aspetto e riconobbi in lui una persona che era venuta a The Meuse [la casa di famiglia, ndr.] un paio di volte in passato.

Sulla strada del ritorno a casa, la confessione della madre

Ho resistito a quell’idea, in qualche modo sono riuscita a spingere la cosa in una angolo buio del mio cervello.

Fino a quel momento, come detto, Julie Andrews era convinta di essere figlia di Edward Wells, che divorziò da sua madre nel 1935, poco dopo la sua nascita; in seguito l’attrice acquisirà il nome del secondo marito di Barbara, Ted Andrews, ma continuerà sempre a considerare come suo genitore proprio Wells:

L’uomo che amavo come un padre era quello che mi aveva cresciuta. Considererò sempre lui mio papà. È stato lui a dare un senso di realtà alla mia vita. Mio papà era quello che mi portava a fare passeggiate nella natura, a nuotare e al mare. Passeggiavamo sulle colline vicine a casa. Mi ha trasmesso l’amore per i libri. Era lui a comprarmeli.

Nonostante quella consapevolezza – a cui si aggiunse, dopo la morte della madre, la rivelazione da parte della zia che Wells fosse da sempre al corrente del tradimento della ex moglie – Julie Andrews non si è mai fatta intimorire, ha messo da parte ed è andata avanti, riuscendo a costruire una carriera strepitosa, culminata con il Leone d’oro ricevuto nel 2019, alla 76esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, con la motivazione data dal direttore Alberto Barbera:

Il Leone d’oro è il riconoscimento doveroso di una carriera straordinaria che ha saputo ammirevolmente conciliare il successo popolare e le ambizioni artistiche senza mai scendere a facili compromessi. È il caso di Tempo di guerra, tempo d’amore, di Arthur Hiller, e dei numerosi film diretti dal marito Blake Edwards, con il quale diede vita a un sodalizio artistico tra i più profondi e duraturi, che ricordiamo come uno stupendo esempio di fedeltà umana e professionale a un affascinate progetto estetico capace di prevalere sull’esito commerciale dei singoli film.

Julie Andrews, invece, ha commentato così la consegna del premio, ricevuto il 2 settembre nella cornice della kermesse cinematografica.

È un vero piacere ricevere questo premio da parte del primo festival del cinema nel mondo. Mi considero una persona così benedetta per aver dedicato la maggior parte della mia vita alla recitazione. Grazie al pubblico che supporta il cinema e la sua magia.

Negli anni avrebbe potuto farsi abbattere dalla sventura: come quando, verso la fine degli Anni Novanta, mentre era in scena Victor Victoria a Broadway, venne ricoverata in ospedale per un intervento alle corde vocali. A causa di un errore, perse per sempre le sue capacità vocali: venne risarcita per 20 milioni di dollari, ma una voce come la sua, ovviamente, non può avere un prezzo. Dopo essere tornata al cinema per qualche pellicola, come Pretty Princess del 2001 e il seguito del 2004, nel 2020 ha debuttto nella nuova serie di Netflix Julie’s Greenroom, mentre è stata anche doppiatrice in The King’s Daughter e di Minions 2 – Come Gru diventa cattivissimo nel 2022, a riprova di una grande voglia di lavorare che non si è mai arrestata, a dispetto del destino.

La mancanza della musica, però, Julie Andrews la sente eccome:

Sento sempre la musica nella mia testa e la canto dentro di me, non potendo farlo più a voce e mi manca immensamente.

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