Quasi tutto quello che conosciamo sulle coppie di madri e figlie più celebri del Grande Schermo arriva dritto dritto dai pettegolezzi dei tabloid o da biografie non autorizzate condite da dettagli spietati di ex consorti o assistenti licenziati brutalmente. Nel caso del rapporto tra Debbie Reynolds e Carrie Fisher, invece, il racconto più vero (ed esilarante) ci giunge dalla viva voce della figlia, autrice del libro autobiografico Wishful drinking, che ispirò l’omonimo spettacolo teatrale.

A un certo punto, quando ero poco più che ventenne, mia madre iniziò a preoccuparsi per il mio evidente aumento di consumo di droga. Così finì per fare quello che farebbe qualsiasi genitore preoccupato. Chiamò Cary Grant.

Debbie Reynolds fu la straordinaria interprete di Cantando sotto la pioggia e di un’infinita serie di pellicole hollywoodiane. Sua figlia Carrie Fisher, nata dal matrimonio burrascoso con il cantante e attorie Eddie Fisher, vestì i panni intergalattici della principessa Leila (o Leia, se preferite) in Star Wars.

Due vere icone del cinema, scomparse nel 2016 a un solo giorno di distanza: Carrie il 27 dicembre a 60 anni, per un infarto, mentre sua madre il 28 dicembre, in seguito a un ictus. “Voglio solo stare con Carrie”, aveva detto al figlio Todd Fisher, con cui stava organizzando le esequie, come ricordato da Repubblica.

Una fine tragica, che forse non sarebbe piaciuta a nessuna delle due. “Voglio che si dica che sono annegata al chiaro di luna, strangolata dal mio stesso reggiseno, aveva scherzato Carrie Fisher. Due donne forti, anzi fortissime, che avevano affrontato i loro demoni personali sempre con grande ironia.

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La vita di Debbie Reynolds

Debbie Reynolds, nata in Texas nel 1932, debuttò nel cinema a soli quindici anni: grazie al suo viso pulito, la MGM la aggiunse subito alla schiera di “fidanzatine d’America”. Seguirono tante piccole parti, fino alla consacrazione con Cantando sotto la pioggia, nel 1952.

Tra una pellicola e l’altra, negli stessi anni conobbe il collega Eddie Fisher e lo sposò: dalla loro unione nacquero due figli, ma l’idillio si incrinò in pochi anni, come raccontato dalla stessa Carrie Fisher nella sua autobiografia. Suo padre consolò Elizabeth Taylor, rimasta vedova dopo la morte del marito Mike Todd nel 1958.

Prima le asciugò gli occhi con il fazzoletto, poi la consolò con i fiori e infine la consolò con il suo pene. Questo ha reso imbarazzante il matrimonio con mia madre.

Debbie Reynolds tirò dritto per la sua strada e continuò a recitare, nonostante il tradimento del marito e della sua migliore amica. Quando finì anche il matrimonio tra Fisher e Taylor, le due donne tornarono a frequentarsi e presero pubblicamente per i fondelli l’uomo che avevano condiviso.

L’insolito milieu familiare e il precoce successo spinsero Carrie Fisher in acque agitate, in balìa delle dipendenze. Dopo un iniziale e inevitabile distacco, la situazione avvicinò madre e figlia, creando un legame indissolubile, anche se sicuramente fuori dagli schemi.

In un’intervista del 2011 all’Oprah Winfrey Show, Debbie Reynolds raccontò di essere riuscita a recuperare il rapporto con la figlia dopo dieci anni in cui lei si era rifiutata di parlarle.

Ho dovuto versare molte lacrime, ma ne valeva la pena.

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Debbie Reynolds (e sua figlia Carrie Fisher), una storia di donne da raccontare
Fonte: Allan Warren
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