*** Aggiornamento del 16 ottobre 2020***

Alla fine Marco Ferrero ha ammesso tutto: il pestaggio omofobo denunciato sui social nel maggio scorso in realtà non c’è mai stato. Si è inventato tutto perché, ha spiegato, era in un momento particolare della sua vita. Ne abbiamo parlato anche noi nell’articolo originale che riportiamo sotto, credendo alla sua versione e supportandolo, e abbiamo per scelta sospeso ogni forma di giudizio nel momento in cui le voci hanno cominciato a circolare, prima nella casa del Grande Fratello, poi in altri salotti televisivi, ma ora che è lo stesso Iconize – questo il nome con cui è famoso sui social – ad aver confermato che si è trattato di un’invenzione, non possiamo non aggiornare,

L’influencer come detto è stato “messo alle strette” dalle voci che hanno cominciato a circolare da qualche settimana, in primis dentro la casa del Grande Fratello, dove fra i concorrenti c’è uno dei suoi ex storici, Tommaso Zorzi. Proprio l’ex partecipante di Riccanza ha avuto una conversazione con la modella Dayane Mello, durante la quale quest’ultima avrebbe per prima detto che l’aggressione è stata tutta un’invenzione di Marco. Versione poi rilanciata nel salotto di Barbara D’Urso da Soleil Sorge, ormai ex amica di Iconize.

Chiaramente l’episodio ci colpisce e ci dispiace molto, perché, se da un parte è senza dubbio sintomo di un malessere profondo che ha portato a una pericolosa distorsione dei fatti, per cui una riflessione deve essere spesa, dall’altra c’è naturalmente una responsabilità da parte di chi, con il proprio comportamento e come lo stesso nome “influencer” spiega, può appunto influenzare un pubblico vasto, che non può essere ignorata. Soprattutto nel momento in cui utilizza, strumentalizzandoli, fatti gravi che purtroppo sono all’ordine del giorno, come quelli omofobici.

Ferrero, dal canto suo, è stato anche invitato dalla stessa D’Urso per una replica in diretta, tirandosi indietro all’ultimo e preferendo affidare la sua “confessione” a Instagram.

Quando è successo tutto quanto era un periodo molto buio, ho subito molte violenze psicologiche ed ero uscito da storie tossiche – ha spiegato – Non era un bel momento, tutti abbiamo dei momenti sbagliati e facciamo delle gran cazzate. Mi vergogno di quello che ho fatto, dico anche che tutti possiamo sbagliare, siamo umani. Alzi la mano chi di noi non ha mai fatto una cazzate in vita sua.

Sorge, in tv, aveva affermato che Iconize si sarebbe colpito con un surgelato, ma l’influencer ha smentito che ciò sia effettivamente successo, parlando invece di autolesionismo.

Mi vergogno anche che qualcuno possa ridicolizzare questa cosa dicendo che mi sono tirato un surgelato in faccia. Non è andata così, non l’ho fatto. Come mi sono fatto male lo so io ma non è andata come in quella scenetta ripugnante [quella trasmessa in una ricostruzione dalla D’Urso, ndr.] Quella scenetta non è vera ma non mi va qui di raccontarlo, è stato autolesionismo.

Infine, l’annuncio di prendersi una pausa dai social; il suo profilo Instagram, effettivamente, è stato temporaneamente disattivato.

Adesso mi prenderò una pausa anche da Internet perché per me è diventato un po’ una gabbia, non capisco più che cos’è Iconize e che cos’è Marco. Se Internet mi ha portato a fare tale gesto mi faccio anch’io delle domande, perché quella che ho fatto è una cosa orrenda. Spero che nella vostra benevolenza possiate ricordarvi anche le mie lotte. Il mio postare quel video era un modo anche per denunciare le violenze per sensibilizzare sull’argomento. Non ho fatto male a nessuno, ho ferito solo me stesso. Devo riuscire a perdonarmi. Non so cosa farò, se andrò in una clinica o troverò una persona, uno psicologo, perché questa situazione sta diventando troppo grande.

Non intendiamo aggiungere giudizi o commenti a una vicenda triste, che non fa bene né a Iconize né alla causa delle persone perseguitate per il loro orientamento sessuale o perché non conformi a uno standard.

Articolo originale del 13 maggio 2020

A chi pensa che l’omofobia sia un’invenzione e che in realtà l’omosessualità non sia più considerata disturbante consigliamo di leggere questo post di Marco Ferrero. Forse il nome, così, vi dirà davvero poco, ma se vi menzionassimo Iconize probabilmente chi di voi segue con più passione vlogger e influencer capirà subito di chi stiamo parlando.

Iconize, video maker, art director, traver e fashion blogger, con più di 570mila follower su Instagram, è stato vittima di un’assurda e vigliacca aggressione mentre passeggiava a Milano, come lui stesso ha spiegato nel video pubblicato su Instagram.

È davvero incredibile, e al tempo stesso sconcertante, dover prendere coscienza del fatto che, a fronte di tante belle parole sull’umanità e l’empatia spese in questo periodo di pandemia e di quarantena forzata, degli slogan “andrà tutto bene” e delle riflessioni su quanto questa emergenza sanitaria possa aver cambiato lo spirito e la mente di molti di noi, ci troviamo, nonostante tutto, a parlare ancora di discriminazione, di odio omofobico e di misoginia, quest’ultima evidente, ad esempio, nel caso di Silvia Romano, tornata a casa dopo 18 mesi di rapimento e accolta, anziché dalla gioia generale, dalle parole spietate di chi, senza mezzi termini, ha fatto esplicitamente capire che avrebbe fatto bene a restarsene là.

Dopo i fiumi di odio riversati alla giovane volontaria ecco quelli che hanno investito Marco, “colpevole”, a dire dei suoi aggressori, di essere un “fro**o”, quindi evidentemente non degno di essere lasciato in pace a essere ciò che è.

Era già successo all’influencer Tommaso Zorzi, cui addirittura una mamma si era presa la briga di far sapere che, in virtù della sua omosessualità, non era da considerarsi un buon esempio per i giovani, additandogli poi la colpa di “aver fatto diventare omosessuale suo figlio”. Ed è successo al coreografo Luca Tommassini, cui evidentemente non basta essere uno dei più bravi e importanti ballerini al mondo e di aver portato alto il nome dell’Italia lavorando con artisti prestigiosi per essere risparmiato dalla ferocia omofoba.

Cosa questa quarantena forzata porterà a tutti noi, in realtà, non è dato sapersi; ma certo le premesse per sperare in un vero cambiamento, ahimé, non sembrano esserci.

Sfogliate la gallery per conoscere meglio Marco Ferrero, alias Iconize.

Iconize ammette il finto pestaggio: “Mi vergogno. È stato autolesionismo”
Fonte: instagram @iconize
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