La scienza, fino a oggi, ha descritto quasi 2 milioni di specie animali e vegetali, ma si calcola che sul nostro pianeta, in quegli habitat rimasti inesplorati dall’uomo perché inaccessibili, come le foreste tropicali o gli abissi marini, ce ne potrebbero essere addirittura tra i 5 e i 100 milioni.

Eppure, negli ultimi anni abbiamo detto addio a moltissime specie di animali, che possono essere, purtroppo, considerati estinti. Solo nel decennio appena concluso, ovvero tra il 2010 e il 2020, l‘Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn) ha dichiarato definitivamente estinte 160 specie. Parliamo di specie poco note, come invertebrati, che in gran parte si sarebbero estinti da tempo; perché una specie sia dichiarata estinta, infatti, occorre che passino decenni senza alcun tipo di avvistamento di quella specie.

La situazione, comunque, è tutt’altro che rosea, se si considera che, allargando l’orizzonte temporale, negli ultimi cento anni il numero di animali estinti ha avuto una crescita esponenziale, tanto da far pensare che sarebbero addirittura mille le specie che scompaiono ogni anno.

La causa principale dell’estinzione degli animali, ovviamente, è l’uomo, che distruggendo gli habitat di alcune specie, o con atti orribili come il bracconaggio e il commercio illegale di alcuni animali o di loro parti (come il corno dei rinoceronti o le zanne degli elefanti, ad esempio), hanno contribuito a decimare la fauna mondiale; se a questo si aggiungono gli ingenti danni causati dall’inquinamento e dal cambiamento climatico avremo il quadro completo che ci spiega come mai tante specie sono giunte all’estinzione.

Anche in questo 2020 abbiamo detto addio ad alcune specie, mentre altre sono a forte rischio estinzione: fra queste gli scimpanzé, che, secondo uno studio condotto da Oikos, un’organizzazione no-profit che studia la biodiversità, potrebbero aver avuto ripercussioni negative per via della pandemia di Covid, avendo in comune con l’essere umano l’amore per il contatto con il prossimo.

Gli animali estinti nel 2020

Il primo animale estinto di quest’anno così particolare è stato il pesce spatola cinese (Psephurus gladius, o Chinese Paddlefish in inglese) che (a questo punto dobbiamo usare il passato) viveva nel fiume Yangtze, in Cina. A rendere nota la sua estinzione la rivista Science of The Total Environment.

L’estinzione del pesce, secondo gli autori dello studio guidati da Hui Zhang dell’Accademia cinese delle scienze ittiche, sarebbe in realtà avvenuta tra il 2005 e il 2010, ma già nel 1993 la specie era dichiarata funzionalmente estinta, ovvero non più in grado di riprodursi.

In gallery abbiamo raccolto gli altri animali scomparsi negli ultimi cinque anni.

Animali estinti: nel 2020 e negli anni precedenti abbiamo perso questi 6
Fonte: Flickr Marcelo Carvalhal
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Animali in via di estinzione

L’IUCN ogni anno diffonde la Lista Rossa degli animali a rischio estinzione, e denuncia seri rischi per molte altre specie animali: da anni si sente parlare di panda, gorilla, orsi bianchi, ma sono molte le specie a rischio; fra loro figurano

  • Leopardo dell’Amur (Panthera pardus orientalis): vive fra la Cina settentrionale e la Russia sud-orientale; in natura ne restano circa 100 esemplari.
  • Rinoceronte nero (Diceros bicornis): vive nell’Africa subsahariana, orientale e meridionale; ne restano circa 5600 esemplari.
  • Orango del Borneo (Pongo pygmaeus): vive sull’isola del Borneo; ne restano circa 100 mila.
  • Orango di Sumatra (Pongo abelii): vive nella parte settentrionale dell’isola di Sumatra; ne restano 7500.
  • Tartaruga embricata (Eretmochelys imbricata): vive nelle zone tropicali degli oceani; restano fra le 20 mila e le 23 mila femmine nidifcanti.
  • Rinoceronte di Giava (Rhinoceros sondaicus): vive nel parco nazionale di Ujung Kulon, sull’isola di Giava; ne restano circa 60 esemplari.
  • Rinoceronte di Sumatra (Dicerorhinus sumatrensis): ne restano cinque popolazioni, quattro a Sumatra e una in Borneo, per un totale di meno di 80 individui. In Malesia, invece, è estinto dal 2019.
  • Gorilla del Cross River (Gorilla gorilla diehli): vive nelle foreste tra Camerun e Nigeria; ne restano dai 200 ai 300.
  • Gorilla di pianura orientale (Gorilla beringei graueri): vive nelle foreste della Repubblica Democratica del Congo; pare ne esistano circa 5 mila esemplari.
  • Gorilla di pianura occidentale (Gorilla gorilla gorilla): parliamo della più piccola e più numerosa sottospecie di gorilla fra le quattro esistenti; vive nell’Africa centrale e ne restano 100 mila individui.
  • Saola o bue Vu Qang (Pseudoryx nghetinhensis): vive lungo il confine fra Vietnam e Laos; si stima che ne restino meno di 750.
  • Elefante di Sumatra (Elephas maximus sumatranus): vive sull’omonima isola; ne restano 2400-2800 esemplari.
  • Tigre della Sonda (Panthera tigris sondaica): sopravvive solo la popolazione di Sumatra, meno di 400 esemplari.
  • Vaquita o focena del Golfo di California (Phocoena sinus): è simile a un delfino; ne restano solo una decina di esemplari.
  • Neofocena del fiume Yangtze (Neophocaena asiaeorientalis ssp. asiaeorientalis): vive nel Fiume Azzurro in Cina. Ne restano fra i 1000 e i 1800 esemplari.
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Gli animali creduti estinti

Per tante specie purtroppo estinte, ce ne sono alcune che si credevano scomparse e sono “magicamente” riapparse: nel 2019, ad esempio, sono state cinque le specie animali credute estinte per anni e poi ritrovate, in Tasmania, Colombia e Vietnam, dove sono riapparsi caimani, rospi, tartarughe e roditori.

Fra loro abbiamo, ad esempio, la tartaruga gigante delle Galapagos, che si credeva estinta da più di 100 anni ed è stata individuata da un team di esperti del parco nazionale delle Galapagos; il rospo arlecchino notte stellata, che era ritenuto estinto da ben 300 anni ed è stato invece ritrovato sulle montagne della Colombia; il caimano del fiume Apaporis, il cui ultimo esemplare era stato avvistato nel 1952 ed è stato riscoperto lungo lo stesso fiume colombiano dal biologo Sergio Balaguera-Reina; la tigre della Tasmania, scomparsa nel 1936 e invece protagonista di molti avvistamenti nel 2019; il cervo-topo del Vietnam, che dopo 30 anni di latitanza è stato fotografato in una foresta vietnamita.

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