Non è raro che i cosiddetti bambini prodigio, una volta cresciuti e diventati adulti, prendano strade decisamente sbagliate che li allontanano dai riflettori e dalla celebrità per precipitarli in problemi di depressione, abuso di alcol, o droga e altre situazioni difficili.

Di star bambine, oramai cresciute, che si sono smarrite e hanno ceduto alle “tentazioni” ne conosciamo davvero tantissime, da Macaulay Culkin fino alla ribelle Lindsay Lohan, ma, a onor del vero, ci sorge spontanea anche una domanda: quanto è effettivo il cambiamento compiuto dagli ex bambini prodigio e quanto, invece, della nostra percezione rispetto a loro non è il frutto di un’aspettativa continua nei loro riguardi?

Un caso eclatante per spiegare questa ipotesi è quello delle gemelle Olsen: famosissime da bambine e amatissime per la loro aria sbarazzina nonostante l’aspetto angelico dato dai grandi occhi azzurri e dai capelli biondi, Mary-Kate e Ashley hanno praticamente imparato a camminare su un set, davanti alla telecamera, esordendo a soli sei mesi nella sit-com Gli amici di papà. Da lì la loro carriera è stata un crescendo, con tutte le maggiori commedie per famiglie anni ’90 che le avevano per protagoniste, rigorosamente in coppia.

Oggi le gemelle Olsen sembrano aver deciso di chiudere con la carriera cinematografica, almeno nelle vesti di attrici, per dedicarsi alla moda e ad altre occupazioni. Eppure, a suscitare delle perplessità nel pubblico non è stata certo la loro assenza dal cinema, ma il loro aspetto, che ai fan non è decisamente piaciuto (per usare un eufemismo).

Mary-Kate e Ashley Olsen negli ultimi anni sono state duramente criticate nel dibattito scatenatosi sui social perché giudicate “troppo serie” e anche invecchiate (che scoperta) rispetto al recente passato.

La frase più gentile rivolta alle due è stata “Dimostrano 45 anni, non 30”, giusto per far capire il livello di ignoranza che ha circondato l’intera faccenda. Ma queste critiche sono davvero legittime o sono il simbolo di un inutile, frustrante e ingiusto accanimento verso due persone che, dopo aver toccato “il cielo con un dito”, provato la fama e il successo, hanno scientemente deciso di ritirarsi da un mondo che evidentemente non consideravano più il loro?

Mary-Kate e Ashley Olsen hanno spiegato, nel 2021, perché si sono allontanate dalla recitazione, e lo hanno fatto in una delle rare interviste rilasciate a i-D.

Avevamo solo 18 anni quando abbiamo lasciato il cinema, volevamo prenderci del tempo per noi e prenderci una pausa da ciò che stavamo facendo da tutta la vita. Volevamo scoprire cosa ci interessava davvero, esplorare ciò che la vita aveva da offrirci, in modo creativo.

Le due hanno anche motivato la scelta di non essere il volto del brand di lusso The Row, da loro stesse fondato.

Non volevamo essere il volto del nostro marchio di moda, anzi non volevamo nemmeno far sapere alla gente che era nostro, che dietro The Row c’eravamo noi. Al punto in cui ci siamo spesso chieste: ‘Chi possiamo assumere come volto in modo da non dover comparire noi?’

Chi invece sta volando nel mondo del cinema è la loro sorella, Elizabeth Olsen, che nel 2022 abbiamo visto in Doctor Strange nel Multiverso della Follia; la più giovane delle Olsen è infatti diventata famosa soprattutto per il ruolo di Scarlett Witch, personaggio dell’universo Marvel.

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Olsen, in una recente intervista per The Independent, ha svelato un consiglio che le sue sorelle maggiori le hanno dato per gestire la fama: dire “no”, e considerarla come una frase intera. Questo per farle capire di rifiutare ruoli che non sente tagliati per lei.

Credo che le mie sorelle siano delle persone incredibili da seguire – ha aggiunto – con quello che hanno creato per se stesse e per come si sono comportate. Sono davvero ammirata da ciò che hanno costruito e penso fermamente che mi abbiamo trasmesso loro una sana prospettiva, di cui non posso che beneficiare. Sono convinta che abbia ispirato il mio modo di agire.

Allora perché tanto accanimento verso le gemelle Olsen? Forse perché, come detto, a un certo punto hanno smesso di rispondere a quei canoni che le rendevano beniamine dell’immaginario collettivo, semplicemente crescendo?

Molti dei detrattori sembrano dimenticare il fatto che oggi Mary-Kate e Ashley Olsen hanno passato i trent’anni, non ne hanno più dieci, e hanno vite spese ben oltre i confini del set cinematografico. Quindi perché aspettarsi che siano rimaste le stesse dei tempi di Due magiche gemelle, ovvero delle bambine, visto che naturalmente non ce lo aspetteremmo da nessun adulto?

Questo non significa che un adulto, in quanto tale, debba smettere di sorridere, di giocare o divertirsi, ma certo non può essere lo stesso dell’infanzia, e aspettarsi questo non solo è abbastanza stupido, ma anche irreale, anche quando si tratta di personaggi famosi e che abbiamo amato da bambini/e.

Rispetto al fatto di essere “invecchiate male”, sappiamo bene quanto l’ageismo influenzi il mondo di Hollywood ma, evidentemente, anche chi è un semplice spettatore e non fa parte dello star system, e soprattutto come il pensiero di invecchiare “bene o male” riguardi in maniera esclusiva le donne. Anche in questo caso, non sono le gemelle Olsen a essere “invecchiate male”, ma probabilmente chi le critica ad avere aspettative irreali, ovvero quelle di vederle in un’eterna fanciullezza che, ovviamente, non si può pretendere.

Insomma non sempre dietro a un bambino prodigio cresciuto si nascondono storie difficili, talvolta esiste un accanimento da parte del pubblico che, vuoi per eccesso di affetto, vuoi, sul lato opposto, per quell’insana dose di invidia che scaturisce sempre rispetto alle celebrità,  mira a costruire aspettative che ovviamente sono disattese. Perché si cresce, si cambia, si matura, e non ci si può aspettare di indossare sempre lo stesso sorriso che si aveva a 8 anni. Vale per noi, vale anche per loro.

Quell'accanimento che fa male sulle gemelle Olsen, ex bambine prodigio
Fonte: J. Lee/FilmMagic
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