In Italia, la scena musicale cantautoriale si divide in base a diverse “scuole” artistiche, che tuttavia hanno mostrato esiti differenti da artista ad artista. Una di queste è la “scuola” emiliana, di cui fanno parte al tempo stesso Luciano Ligabue, Vasco Rossi, Lucio Dalla, ma anche Francesco Guccini.

Guccini è uno di quegli autori e interpreti musicali che hanno particolari motivi di interesse soprattutto perché in grado di raccontare storie vere emozionando e unire le generazioni sotto una stessa passione. Ma chi è Guccini e perché è degno di grande interesse?

Francesco Guccini, la storia personale

Guccini è nato a Modena il 14 giugno 1940: la mamma era una casalinga e il padre un impiegato alle poste che però venne chiamato per partire al fronte della Seconda Guerra Mondiale, poco dopo la nascita del figlio. L’uomo rimase a lungo lontano dal suo piccolo Francesco, per i primi tre anni di vita del bimbo rimase al fronte e poi due anni ancora in un campo di concentramento tedesco nei pressi di Amburgo.

Il piccolo Francesco riparò con la madre dai nonni paterni a Pavana, sull’Appennino. Guccini fu segnato dall’idea che la storia fosse importante, e non solo per aver vissuto negli anni del Secondo Conflitto Mondiale.

La vicenda del coronavirus non insegnerà nulla – ha detto in un’intervista al Globalist, riallacciandosi al concetto di storia – La storia si dimentica troppo facilmente, di tutto. E si dimenticherà anche questa pandemia, come facilmente si è dimenticata la seconda guerra mondiale, con tutto quello che c’è stato e che ha comportato. Abbiamo, purtroppo, delle memorie cortissime. Per non dimenticare, ci vorrebbero dei ricordatori ufficiali, dei ricordatori di mestiere. Forse io sono uno di quelli.

Quando il padre tornò dal campo di concentramento, riprese il suo lavoro alle poste e Francesco tornò a vivere a Modena dove trascorse anche gli anni dell’adolescenza, diplomandosi all’istituto magistrale. Dopo il diploma, fece per un breve periodo l’istitutore a Pesaro, ma fu licenziato poco dopo. Nel 1960 si trasferì quindi a Bologna, dove iniziò a fare il cronista, un mestiere che non amava ma che gli diede l’opportunità di intervistare Domenico Modugno e per capire quale sarebbe stata la sua strada.

Sempre negli anni ’60, Guccini decise di studiare all’università che però non completò mai. Poco male: al cantautore sono state conferite due lauree honoris causa, tra cui una in Scienze della Formazione nel 2002. Nel 2004, per i suoi meriti cantautoriali e culturali in senso lato è stato insignito del titolo di Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana.

Dal punto di vista degli affetti, è stato sposato dapprima con Roberta Baccilieri, sua storica fidanzata, dal 1971 al 1977. Dopo la separazione andò a convivere con Angela, dalla quale nacque la sua unica figlia Teresa nel 1978. Nel 2011 c’è stato il suo secondo matrimonio con un’insegnante, Raffaella Zuccari.

Francesco Guccini, la carriera musicale

Nel 1959 compose le sue prime opere rock ’n’ roll per poi diventare cantante e chitarrista in un’orchestra da balera. Ma è negli anni ’60 che accadde la svolta per Guccini, non solo perché venne in contatto con Modugno per intervistarlo, ma soprattutto scoprì Bob Dylan, iniziando con degli esperimenti musicali. Questi esperimenti ebbero grande successo, dato che divennero brani portati al grande pubblico dai Nomadi ed Equipe 84, con i quali Guccini innescò una proficua collaborazione.

Io – ha raccontato Guccini all’Huffington Post – ho scritto soltanto canzoni che raccontano una storia e le ho scritte solo quando avevo qualcosa da raccontare. Sono stato un narratore anche da musicista. Le canzoni uscivano fuori da sole, io tutt’al più definivo i tratti dei personaggi, immaginavo le loro avventure, ma non ho mai scritto una canzone perché la mia casa discografica me lo aveva chiesto, oppure perché mi sforzavo di scriverla. Ogni tanto, a fine cena, c’erano dei colleghi che mi dicevano: «Ora mi chiudo in casa un mese, perché devo scrivere le canzoni del nuovo disco». Pensavo: «Io potrei stare chiuso in casa anche sei mesi, se le canzoni non han voglia di uscire, col cavolo che escon fuori». Infatti, quando si sono stancate di venir fuori, ho smesso di cantare e basta.

Dopo il debutto al Festival di Sanremo come autore nel 1967, Guccini ha inciso 16 album in studio: Folk beat n.1 (1967), Due anni dopo (1970), L’isola non trovata (1970), Radici (1972), Stanze di vita quotidiana (1974), Via Paolo Fabbri 43 (1976), Amerigo (1978), Metropolis (1981), Guccini (1983), Signora Bovary (1987), Quello che non… (1990), Parnassius Guccinii (1993), D’amore di morte e di altre sciocchezze (1996), Stagioni (2000), Ritratti (2004) e L’ultima Thule (2012). Tra i vari riconoscimenti per la sua musica, Guccini si è aggiudicato 2 Premi Tenco nel 1975 e nel 2015 e 4 Targhe Tenco nel 1987, 1990, 1994 e 2000.

Francesco Guccini, la carriera letteraria

Guccini ha avuto da sempre una grande passione e perizia letteraria, come in effetti si nota nei suoi testi. Prima di essere un cantautore ha insegnato lingua italiana in una succursale di un college statunitense nel Bolognese. A oggi ha scritto 23 tra saggi e romanzi e 5 raccolte di racconti. L’ultimo romanzo pubblicato è stato Tralummescuro, che ha fatto parte della cinquina del Premio Campiello 2020, vinto però da Remo Rapino. Alla vigilia della premiazione, la figlia Teresa ha dato a Guccini il suo in bocca al lupo su Instagram:

Caro babbo, so quanto tieni a questo premio perché hai sempre voluto essere scrittore più che cantautore ma, stasera, che tu vinca o che tu perda, sarai sempre l’incredibile mago di parole che tutti noi amiamo e ammiriamo senza che un premio lo debba sancire. Tutto ciò per me poi vale di più perché un babbo è un babbo c’è poco da fare. Con la speranza che, da gatta figlia di gatto, io riesca a cercare quei topi che tu sai, in bocca al lupo con tutto il cuore.

Guccini nei fumetti e nei film

L’estro di Guccini nella scrittura si è manifestato anche in altri media, in primis il fumetto. In totale, il cantautore è autore della sceneggiatura di 11 storie, tra cui Vita e morte del brigante Bobini detto «Gnicche» disegnato da Francesco Rubino: il volume tratta delle vicende di un brigante toscano, narrate attraverso strofe in rima dalla bocca di un contadino cantastorie. Tra le avventure a fumetti si segnalano anche Lo Sconosciuto con illustrazioni di Magnus e Storie dello spazio profondo disegnate da Bonvi. Guccini ha inoltre solleticato la fantasia di altri autori, come per esempio Sergio Staino che ha realizzato una graphic novel dal titolo La locomotiva, come una celebre canzone del cantautore emiliano.

Quando mio padre mi domandò: «Cosa vuoi fare da grande?» – riporta sempre l’Huffington Post tra le citazioni attribuite a Guccini – io risposi senza tentennare: «Voglio fare lo scrittore, papà». Avrò avuto dieci, undici anni. E, in fondo, è quello che ho sempre fatto.

Guccini ha avuto un ruolo attivo anche nel cinema, come attore e autore di colonne sonore fin dal 1976 ma incrementando le sue presenze negli anni 2000. La prima apparizione è in Fantasia, ma non troppo, per violino, la puntata di una serie televisiva su Bologna, in cui interpretava il poeta cantante Giulio Cesare Croce. In tutto appare in 3 colonne sonore e in 20 film e telefilm tra cui l’iconico Radiofreccia del 1998.

Sfogliamo insieme la gallery per scoprire i brani che Guccini ha scritto per donne reali.

12 canzoni che Francesco Guccini ha scritto per donne reali
Fonte: Instagram @ gucciniofficial
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