Sally, Giulia, Gabry, Susanna, Laura, le figure femminili che Vasco Rossi descrive nelle sue canzoni rappresentano le donne che ha amato, che l’hanno fatto soffrire, che l’hanno inconsapevolmente ispirato.

Donne che Vasco Rossi canta con delicatezza, tenerezza, desiderio o sarcasmo ma che tutte, in un modo o nell’altro, gli hanno lasciato emozioni in grado di creare parole e musiche, diventate dei capolavori senza tempo.

Una donna può ispirare canzoni. Ogni donna è un misterioso universo da esplorare, conoscere, amare o odiare. Ogni donna rappresenta per un uomo un’inesauribile fonte di emozioni, sensazioni, passioni, illusioni, sogni e certezze. Non c’è niente nell’universo di così bello, intrigante e affascinante come la donna.”

Non è un mistero che il Blasco, così viene chiamato Vasco Rossi, sia un uomo molto apprezzato dal sesso femminile. Sono molte, infatti, le donne che lo hanno amato in modo più o meno ricambiato.

Che siano rapporti di lunga durata o di una sola notte, è certo che gli incontri avuti da Vasco con le donne hanno dato vita a canzoni d’amore, riflessioni, sfoghi e immagini che ritraggono e definiscono il mondo femminile a 360°.

Un mondo fatto di fragilità, scoperte, amore, solitudine, coraggio ma anche vanità, malizia e voglia di ribellarsi.

Sentimenti forti, spesso nascosti, che caratterizzano il percorso di ogni bambina verso l’età adulta e che Vasco Rossi ha saputo raccontare senza freni, concedendo a ogni donna la possibilità di rivedersi nei suoi testi con occhi nuovi, senza tabù, costrizioni o vergogna.

Vasco Rossi, un delicato racconto dell’animo femminile

Le prime figure femminili a comparire nelle sue canzoni sono Silvia e Jenny, nel suo album d’esordio Ma cosa vuoi che sia una canzone, uscito nel 1978.

Silvia è un’adolescente, vicina di casa di Vasco a Zocca, che vive i cambiamenti e le trasformazioni del suo corpo. Si guarda allo specchio e si vede, si riconosce e si riscopre, tra la realtà e le sue fantasie.

Le stesse fantasie, emozioni e scoperte che accomunano tutte le donne e che Vasco racconta con delicatezza e senza ipocrisia. Perché in fondo, siamo state tutte un po’ come Silvia e va bene così.

E poi arriva Jenny è pazza in cui il Blasco parla della depressione di una donna che vive le sue giornate nell’apatia. Una donna con un trascorso felice ma che ora non lo è più, circondata dall’indifferenza, a volte dal rifiuto. Lo stesso rifiuto che si ha oggi verso ciò che fa paura.

Sofferenza e dolore. Come in Sally, pubblicata nel 1996. La storia di una donna che, come tante, ha subito pene che l’hanno segnata. Dolori che porterà sempre dentro, che fanno parte della vita stessa ma che si possono superare.

Un urlo che durante i suoi concerti, migliaia di voci intonano insieme, per darsi e farsi forza. Sempre.

Tra tabù e provocazioni

Ma è con Albachiara, nel suo secondo album, che il Blasco ci rende un favore enorme. Un capolavoro scritto una sera, ispirato a una studentessa che vedeva spesso dalla finestra di casa.

Era il 1979. Dalla finestra vedevo sempre una ragazzina arrivare con la corriera. Avrà avuto tredici, quattordici anni. Quando ne compì diciotto, e io praticamente non ero più perseguibile, glielo dissi: Guarda che l’ho scritta per te Albachiara. Lei non ci voleva credere e fu così che mi venne Una canzone per te”, ha rivelato in un’intervista al quotidiano Libero.

Un testo profondo. Un racconto dolce che sembra quasi una dichiarazione a una ragazza timida e pulita. Ma che si scopre con un finale inaspettato. Una provocazione che spalanca le porte a un argomento che in quegli anni (e forse anche oggi) era ancora un tabù: la masturbazione femminile.

Qualche volta fai pensieri strani. Con una mano, una mano, ti sfiori. Tu sola dentro la stanza. E tutto il mondo fuori

Un tabù che a volte erano le stesse donne a imporsi. Ma che di fatto fa parte della naturale scoperta che ogni ragazza fa di se stessa e del proprio corpo e che non dovrebbe mai essere vestita di vergogna o giudizio alcuno.

Il nome della ragazza non è specificato. A lei e a Vasco Rossi, però, va detto un enorme e sentito grazie.

Le donne “ribelli” di Vasco Rossi

E poi arrivano loro. Le ragazze ribelli. Quelle a cui piace giocare, divertirsi e, perché no, esagerare. Le ritroviamo in La strega (la diva del sabato sera), inserita nell’album  Non siamo mica gli americani del 1979 e ispirata, pare, ad una sua zia di Bologna, Edwige.

Una donna sicura, a tratti arrogante ma che vive noncurante di ciò che la gente pensa di lei. Una donna che interpreta l’amore come un gioco, che si prende ciò che vuole.

Come Susanna (1980), una ragazzina che ama ballare e che ama la vita. La canzone è ispirata e dedicata ad una donna realmente conosciuta da Vasco, Susanna Marani, che frequentava la discoteca Snoopy di Modena dove lui lavorava.

E poi ci sono canzoni “senza un volto” ma forti e dirette che arrivano come un’onda. Rewind è un testo senza giri di parole che parla di sesso e di tutto ciò che “lei” sa scatenargli dentro, complice e consapevole. Un vero e proprio inno universale al godimento.

Vasco Rossi racconta l’animo vitale, l’energia e la sana “follia” del sesso femminile e spinge a godersi a pieno la propria vita. Come consiglia a Giulia nel ritornello della canzone Brava Giulia. Un messaggio che la incita a vivere e a farlo come vuole:

Brava Giulia… e brava Giulia… prenditi la vita che vuoi! Brava Giulia… e brava Giulia… sceglitela certo che puoi!

Un messaggio che in effetti, anche oggi, dovremmo ricordarci tutte.

L’amore e le “delusioni”

Ma se è vero che le canzoni di Vasco Rossi raccontano le mille sfaccettature del mondo femminile, è anche vero che alcuni suoi testi sono nati dai suoi sentimenti di amore e odio più veri e viscerali.

Da un lato ci sono canzoni come Toffee, dove il rocker canta di una donna immaginata, di un amore di fantasia, una relazione che non c’è. Una sfida personale per raccontare una storia d’amore con meno parole possibili ma più immagini.

Dall’altro, invece, ci sono testi in cui si mostra arrabbiato, deluso, come in Brava o Incredibile romantica fino Io no. Tutte canzoni dedicate a una donna reale, Paola Panzacchi, con cui Vasco ebbe una storia, la prima.

Una relazione tormentata e finita ma che ha lasciato dietro di sé testi forti, parole tra il duro e l’ironico, che descrivono una sofferenza, la rabbia e la delusione verso chi l’aveva ferito ma con un pizzico di malinconia.

Di lei il Blasco parla spesso durante le sue interviste, perché è stata proprio lei ad ispirargli molte canzoni in cui racconta il lato più amaro dell’amore.

Le “vere” donne del Blasco

Le presenze femminili che hanno influenzato la vita del Blasco sono molte. Dalla madre, alle amiche, la zia Edwige, fino alle tre donne madri dei suoi figli.

Parliamo di Stefania Trucillo da cui nel 1986 è nato Davide Rossi e Gabriella Sturani dalla cui relazione durata circa due anni è nato, sempre nel 1986, il secondogenito Lorenzo.

A Gabriella Sturani è dedicata Gabri. Un brano dolce, sensuale e malinconico, in cui traspare tutta la delicatezza del cantante e l’amore per quella ragazza.

E poi c’è lei, la sua lei. Laura. La donna che più di tutte ha influenzato la sua vita. La donna che è diventata sua moglie e madre di suo figlio Luca, avuto nel 1991.

Una donna che ha saputo entrare nell’animo del cantante, diventandone complice e supportandolo da oltre trent’anni. A lei è dedicata l’omonima canzone Laura.

Una carriera ricca di successi. Testi che raccontano la complessità e la meraviglia del mondo femminile, cosi come solo un uomo dall’enorme sensibilità e trasparenza come Vasco Rossi può fare.

E in fondo, ogni donna che ascolta la sua musica e che magari ha trovato nelle sue parole la forza e la spinta per andare avanti nei momenti difficili, è un po’ una “donna della sua vita”.

Perché, anche se non lo sa, lui ha fatto e fa parte della vita di molte.

“Se sono sopravvissuto io”

Oltre alle tante donne, la vita di Vasco è stata caratterizzata dal fatto di essere costantemente “borderline”, o, per parafrasare il titolo di uno dei suoi più grandi successi, per essere “spericolata”. Tanto che nel novembre 2020 il rocker di Zocca ha scritto una lettera pubblicata su Vanity Fair, nel numero speciale diretto da Cesare Cremonini.

Sono sopravvissuto alla ‘noia’ – esordisce il testo – Vivendo a Zocca sapevo che da lì bisognava partire perché se sei in pensione ci stai benissimo, ma a 20 anni non c’è niente da fare.

[…] Poi, sono sopravvissuto agli anni ’90, quando all’apice di una carriera ho voluto fare una famiglia, avere un figlio. La scelta più trasgressiva che avrebbe potuto fare una rockstar e per di più affermata: costruire una famiglia, uscire dallo Stupido Hotel. Sono riuscito a tenere in piedi quella famiglia! Grazie naturalmente alla Laura che ne è stata l’artefice e una compagna straordinaria.  Abbiamo amato il ‘progetto famiglia’ qualcosa di solido che si costruisce insieme, che va oltre alla passione e si trasforma via via in affetto, amore.
Ho contemporaneamente tenuto in piedi la mia storia artistica con canzoni del livello di Vivere, Stupendo, Gli spari sopra, Sally. I miei straordinari anni ’90, quelli dei sogni che si avverano, stadi pieni e le prime consapevolezze che mi hanno ispirato canzoni come Gli angeli.

[…] Ah, sono anche sopravvissuto a tre malattie mortali, nel 2011, quando sono andato in coma per tre o quattro volte.
Preso per un pelo, eh,  sono sopravvissuto anche a questo.
Sempre alla ricerca di un senso, sempre un po’ scomodo e pieno di domande alle quali devo ancora trovare risposte, tra «vivere o niente» le mie scelte le ho fatte e sono riuscito ad arrivare fino a qui, fino al 2020, quando è scoppiata questa catastrofe mondiale che si chiama Covid.
Questo Covid del cazzo.
Ecco, io penso che sopravvivrò anche a questo…
O forse, però, sai cosa c’è?
C’è che morirò di noia per il lockdown…

Ti abbraccio e… Ti do una notizia:
ho una nuova canzone (e un nuovo disco) che esce il 1º gennaio 2021 e… Sarà una canzone d’amore.

Il singolo a cui si riferisce è Una canzone d’amore buttata via, che anticipa il nuovo album del cantante, in uscita dopo l’estate, anzi, per essere precisi, come lui stesso ha detto, il “12/11/21”.

Tutte le donne di Vasco Rossi
Fonte: Web
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