Camilla Restellini e Giovanni Bassanesi, privati dei figli e internati perché antifascisti

La storia di Camilla Restellini e Giovanni Bassanesi merita di essere scoperta, la storia di due persone pacifiste e antifasciste, private dei figli e internate in manicomio per le loro convinzioni politiche

Ci sono storie che meritano di essere ricordate e conosciute, per la loro forza e per i valori che si portano dietro. Storie come quella di Camilla Restellini e Giovanni Bassanesi, internati in due diversi manicomi dopo un’accusa infondata e per le loro ideologie politiche antifasciste.

Due personalità che non possono essere dimenticate, e non solo per la lotta che hanno perpetrato nel corso della loro vita, ma anche per quello che Camilla fece una volta uscita dal manicomio, denunciando le condizioni a cui le donne internate erano costrette.

Chi erano Camilla Restellini e Giovanni Bassanesi

Ma facciamo un passo indietro ed entriamo nel cuore di questa storia. Era il 1910 quando nacque Camilla Restellini, e fin da piccola, insieme alla sorella Ester, venne cresciuta secondo i valori della madre, Pierina Jachia, socialista e pacifista. Una donna emigrata nel 1915, da Milano alla Svizzera, per insegnare nella scuola di lingue Berlitz. Una donna molto colta, volta alla propaganda politica e all’impegno a livello sociale, una militante e che nel corso della sua vita ebbe molti contatti con leader del socialismo, come Filippo Turati, Modigliani, Claudio Treves, ecc.

E non è un caso che Camilla, nel corso della sua vita, crebbe con idee pacifiste e antiautoritarie, idee che portò avanti fino alla morte. Nel 1933, Camilla Restellini incontra Giovanni Bassanesi, una personalità nota alle autorità fasciste, intellettuale e pacifista. Un uomo conosciuto anche e soprattutto per essere stato il conducente del celebre aereo Farman, che passò sopra la città di Milano sganciando 150.000 volantini che inneggiavano alla rivolta contro il regime fascista.

Un amore contro il regime

Un amore a prima vista, vissuto in totale libertà, in modo controverso rispetto a quegli anni, tanto che i due, pur avendo ben quattro figli non si sposarono subito (cosa che avvenne solo dopo la Seconda Guerra Mondiale) e vissero per dei periodi separati, come quando Giovanni dovette rifugiarsi in Belgio per non essere catturato per le sue idee politiche e la sua militanza, ma senza mai perdersi e senza che il loro sentimento venisse mai intaccato.

Una relazione solida, sia per il forte sentimento che li univa sia per le idee politiche che accomunavano Camilla Restellini e Giovanni Bassanesi. Dopo la nascita della loro prima foglia, Anna, Giovanni tornò in patria, trasferendosi subito in Francia con Camilla, prima a Nizza, dove nacquero i figli Eleonora e Pietro, poi a Parigi, e fino a raggiungere la spagna in piena Guerra Civile.

Gli arresti e la sorte di Giovanni

Un amore che resistette alla precarietà della loro vita, ai continui spostamenti e che li vide insieme anche nella lotta e nelle battaglie politiche e antifasciste che caratterizzano la vita di entrambi. Una volta tornati in Italia dopo i tanti spostamenti, i due vennero arrestati, ma grazie al fatto di essere già madre di tre bambini piccoli, Camilla venne rilasciata con solo un’ammonizione. Per Giovanni invece la sorta fu diversa, perché per lui venne decretato al confino a Ventotene, il cui scopo era quello di allontanare tutti coloro che fossero ritenuti individui pericolosi per lo Stato ma anche persone scomode per l’ordine e la sicurezza pubblica, e l’internamento diversi manicomi psichiatrici. Il suo essere convintamente antifascista, infatti, venne catalogato come malattia mentale.

Giovanni venne affidato in custodia a Camilla, ma sempre sotto costante osservazione, tanto che i fascisti richiesero più volte che Giovanni fosse internato in un campo di lavoro in Germania. Cosa che venne chiesta anche per Camilla, nonostante fosse diventata madre per la quarta volta da pochi mesi, il 13 aprile del 1943 infatti nacque Socrate.

La separazione forzata di Camilla Restellini e Giovanni Bassanesi dai figli

Una vita complicata, spesso rigida ma che non li divise mai, e che portò al loro matrimonio nell’aprile del 1945. Un’unione famigliare che, nonostante il pensiero di entrambi di avere un po’ di tranquillità, per se stessi e per i figli, durò ben poco. Nel 1947, infatti, due vicine di casa sporsero denuncia contro Camilla Restellini e Giovanni Bassanesi, con l’accusa di maltrattamenti contro i figli. Cosa ovviamente non vera e priva di prove. Il tribunale però, viste anche le loro idee politiche, decise per la condanna, e i due vennero separati dai figli, che furono affidati ad enti assistenziali.

Giovanni fu mandato nell’ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo Fiorentino mentre Camilla in quello di Aversa.

La lotta di Camilla

Giovanni morirà poco dopo a soli 42 anni (il 19 dicembre 1947), cosa che accadde a brevissima distanza anche al piccolo Socrate, a causa di una malattia. Camilla resisterà per ben quattro anni internata, lottando contro le condizioni di detenzione delle donne e, una volta uscita, denunciando ciò che subì nel corso di quegli anni e ciò che subirono le sue compagne. Un impegno sociale costante e una lotta per i diritti delle donne internate che non ebbe mai fine. Camilla morì a Roma nel 19

Due figure che meritano di essere ricordate e che sono un faro di perseveranza e di resilienza, di valori e di pace. Due persone che fanno parte della storia di tutti e che, insieme a tante altre, ne hanno indirizzato le sorti.

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