Incertezza economica, frustrazione e insoddisfazione nel proprio luogo di lavoro, precariato: sono tutti buoni motivi per applicare il career cushioning, ovvero cercare lavoro prima di aver perso o lasciato quello attuale. Può sembrare una pratica sleale, quasi poco etica, in realtà la lealtà non c’entra niente. Se infatti ci si trova bene e si vuole rimanere, il career cushioning può aiutare a prendere consapevolezza delle proprie capacità, talenti e attitudini, per migliorare la propria posizione lavorativa.

Quando invece il lavoro è a rischio, o rende troppo insoddisfatti, avere un “lavoro cuscinetto” prima di ritrovarsi senza una sicurezza economica è un’idea intelligente e pratica. Fare career cushioning è utile se portato avanti in modo costante e ponderato, indipendentemente dal risultato. Vediamo cos’è e come fare per cercare lavoro prima che diventi necessario.

Career cushioning: cosa significa?

Il termine career cushioning deriva da un trend nato nel mondo del dating, che rappresenta il comportamento di avere più interessi amorosi mentre si ha una relazione con una persona, con l’idea di avere dei “cuscinetti” nel caso in cui quella relazione non andasse a buon fine. Lo stesso principio viene applicato al lavoro con il career cushioning: significa letteralmente “carriera cuscinetto“, e si usa per descrivere la ricerca costante e quasi in sordina di un lavoro alternativo a quello che si ha attualmente.

Originata dopo i grandi tagli al personale effettuati dai mostri della tecnologia Meta e Twitter, questa tendenza ha diversi scopi. Il principale è quello di garantire più facilmente una soluzione per non rimanere senza lavoro se si rischiasse un licenziamento. Per qualsiasi motivo, come un ridimensionamento dell’azienda o dei tagli economici al personale. Oppure nel caso in cui non si sia convinti della propria carriera attuale e si voglia lasciare il lavoro per insoddisfazione personale.

Ma il career cushioning è un ottimo alleato non solo in ottica di cambiare effettivamente lavoro, ma per guardarsi in giro in maniera intelligente. Scoprire le proprie opzioni, ricevere offerte, fare colloqui di lavoro, serve ad ampliare la propria consapevolezza sulle capacità e i talenti personali, sulle alternative concretamente possibili, sulle possibilità economiche e di carriera. Anche per poter puntare di più su se stessi e rivedere i propri obiettivi nel lavoro.

Come cercare lavoro prima che sia necessario

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Fonte: iStock

Cercare un impiego alternativo prima di aver perso o lasciato quello attuale può essere quindi un’attività utile. Ma come si può fare senza che interferisca con il lavoro che si ha, e in maniera efficace? Vediamo 3 consigli per cercare lavoro prima che sia necessario.

1. Scegli un tempo da dedicare alla ricerca

Se abbiamo detto che non c’è nulla di male a puntare sul proprio futuro e sulle proprie capacità, non è sicuramente furbo né corretto utilizzare le ore di lavoro per cercarne un altro. In alcuni casi non c’è nemmeno il tempo materiale per farlo. È dunque consigliabile sfruttare ad esempio la pausa pranzo, o se sono previste delle pause durante la giornata. Oppure ancora i giorni di riposo, concedendosi un momento della giornata dedicato alla ricerca, o nei momenti di stacco, che sia la sera o, nel caso di un lavoro a turni, nelle ore in cui si è a casa.

È importante mantenere una certa costanza in questa operazione, dedicando, a scelta, la stessa quantità di tempo alla ricerca di lavoro in maniera regolare. Ad esempio, 10 minuti ogni giorno, scegliendo se in pausa o la sera a casa, oppure un’ora alla settimana, il giorno di riposo. Non c’è una regola, ognuno può scegliere di dedicare più o meno tempo a cercare un lavoro alternativo, a seconda delle proprie esigenze e del tipo di lavoro ricercato.

2. Rimanere aggiornati

Per comprendere cosa si sta cercando, quali sono le offerte migliori al momento, come diventare appetibili per ogni annuncio di lavoro, è importante rimanere aggiornati su come sta andando il mondo del lavoro. Qual è la realtà economica attuale, quali sono le possibilità per un curriculum come quello personale?

Conoscere il mercato del lavoro e le novità che lo riguardano può essere un grande aiuto per non farsi trovare impreparati una volta che ci si butta nella ricerca di un nuovo impiego. Restare per tanti anni in un’azienda o una realtà lavorativa rischia infatti di distogliere l’attenzione da ciò che succede intorno e nel mondo.

3. Chiarire le proprie aspettative

Un altro aspetto fondamentale è sapere cosa si sta cercando. Il tipo di professione, ma anche se si cerca un lavoro che possa dare sicurezza mentre si cerca il lavoro della vita, o se si hanno le idee chiare su dove si vuole andare. Se la ricerca è rivolta a qualsiasi tipo di impiego, simile o meno a quello attuale.

O se si cerca invece un settore in particolare, nel quale si è specializzati o relativo al proprio corso di studi. A seconda di ciò che si cerca, si possono utilizzare diversi canali: le agenzie del lavoro, social dedicati al lavoro come LinkedIn e i siti di offerta/domanda di impieghi possono aiutare molto, ma è importante trovare quelli più adatti alle proprie esigenze.

I rischi del career cushioning

Fare career cushioning è una scelta utile e smart, soprattutto in una situazione di estrema incertezza economica e lavorativa del mondo. Riuscire a ottenere stabilità oggi non è semplice, né trovare al primo colpo la professione che possa dare soddisfazione. Anche solo comprendere le proprie passioni e le proprie attitudini non è semplice, e ci si può trovare in un lavoro che non le rappresenta. Non c’è nulla di male nel cercare un lavoro cuscinetto, anche quando la ricerca è dovuta al rischio di essere licenziati e rimanere senza un lavoro.

Cercare lavoro alternativo prima di lasciare quello attuale comporta comunque dei rischi, primo fra tutti quello di essere “scoperti” dal datore di lavoro. Mostrarsi alla ricerca di altro da una parte può attivare un buon leader a comprendere cosa fare per incentivare quella risorsa a restare. Ma può anche spingere un capo a sostituirla con qualcuno considerato più motivato, specialmente se aveva già in mente dei tagli al personale.

In secondo luogo, ci può essere il rischio di portare avanti la ricerca in maniera vuota, senza mai arrivare a un risultato. Abbiamo già detto che non necessariamente il career cushioning deve portare a cambiare lavoro, ma affinché sia fatto con utilità, deve essere proattivo. Una ricerca volta a mandare candidature, fare colloqui, aprirsi attivamente a nuove possibilità. Se la ricerca diventa un passatempo che dà speranza di poter un giorno cambiare il lavoro che non soddisfa, ma senza concretizzarsi mai, rischia di essere più deleteria che efficace.

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