È molto probabile che almeno una volta nella vita abbiate sentito l’espressione “essere il terzo incomodo”. Non è un’espressione lusinghiera, anzi con sé porta anche una certa dose di disagio per chi ne avverte il peso; tuttavia, proprio a queste persone dobbiamo rivelare qualcosa che farà star meglio: si tratta di un cliché.

Forse un tempo, in passato e quando si era adolescenti, la questione del terzo incomodo poteva anche risultare reale, per esempio quando c’erano poche occasioni per le coppie di ragazzini per stare insieme a darsi i bacetti, ma ugualmente non si riusciva a rinunciare all’amico o all’amica del cuore al proprio fianco.

Ma oggi molti ragazzi hanno più possibilità di aggregazione e genitori più aperti sui filarini dei figli, e gli adulti sovente non si trovano a porsi problemi di intimità in pubblico. Quindi sì, si tratta di uno stereotipo e ve lo descriveremo tra poco, ma ricordate che sull’argomento si può essere molto più easy: non vi preoccupate più di tanto se uscite con una coppia di amic* che stanno insieme o stanno avviando una relazione, anche perché se vi hanno invitato o invitata vuol dire che fa loro piacere avervi lì presente.

Fare il terzo incomodo: cosa significa e quando capita

Terzo incomodo
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L’espressione “fare il terzo incomodo” nasce per indicare una persona che arriva o già si trova nello stesso luogo in compagnia di una coppia che vorrebbe rimanere da sola. In altre parole capita a chi, spesso involontariamente, potrebbe trovarsi a interrompere un’atmosfera romantica o sexy che si è venuta a creare tra due persone.

Diciamo però che nella nostra società contemporanea non è molto comune, è più probabile che qualcuno, per gelosia o invidia, si intrometta in una coppia con la finalità di separarla. Ma diciamo anche che questa prospettiva non è esattamente da terzo incomodo, che in teoria potrebbe vivere il contesto come un disagio e non come uno spasso.

Come evitare di diventare il terzo incomodo

C’è un solo modo per non diventare il terzo incomodo, ossia infilare nell’equazione di un’uscita a tre, in cui due persone sono impegnate in un flirt o in una relazione, una quarta persona.

Che si tratti di un appuntamento al buio o di un* amic* di tutte le persone coinvolte poco importa, basta trasformare l’incontro in un’uscita di gruppo. Però, ribadiamolo, tutto deve avvenire senza farsi troppi problemi: se gli amici della coppia in questione sono buoni amici, non faranno sentire nessuno escluso o a disagio.

Cosa fare se già lo si è: 3 consigli

Terzo incomodo
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1. Lasciare un po’ di intimità se la situazione lo richiede

Come detto, non ci si dovrebbe arrovellare troppo, ma non giudichiamo: il disagio è personale, soggettivo. Chi lo prova, lo prova e basta, anche se magari il contesto è molto più accomodante di come lo percepisce. Quindi un buon consiglio, se la situazione non dovesse essere agevole, si può lasciare intimità alla coppia, decidendo di tornare a casa prima oppure optando per qualche altra attività, da soli o con altri amici, dopo aver trascorso un po’ di tempo con la coppia.

2. Provare a conoscere altre persone nel contesto dell’uscita

Quando si esce insieme ad altri, è possibile che si frequentino luoghi dalla socialità elevata, come bar, pub, discoteche e così via. Si può quindi pensare di cogliere la palla al balzo e decidere di conoscere persone nuove, mentre si lasciano i piccioncini a tubare indisturbati.

3. Cercare contesti affollati e con visi noti

Ultimo consiglio, o meglio un corollario del precedente: per la propria uscita in tre, si può pensare a luoghi in cui si sa di trovare conoscenti o altri amici, in modo da poter trascorrere del tempo anche con altre persone oppure tutti insieme in compagnia.

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