Blame shifting e spostamento della colpa: scopri se sei vittima o carnefice

Non importa cosa il partner abbia fatto, la colpa è sempre tua? Potresti essere vittima di blame shifting, una forma di abuso verbale che si basa sullo spostamento della colpa per evitare di assumersi le proprie responsabilità.

«Allora è sempre colpa mia!». Quante volte, in una relazione, avete avuto l’impressione che il partner non si assumesse alcuna responsabilità ma che, anzi, scaricasse su di voi la colpa di ogni cosa, compresi i suoi atteggiamenti sbagliati? O quante volte, viceversa, avete addossato all’altro o all’altra colpe che non aveva affatto solo per non ammettere una vostra mancanza?

Rinfacciarsi colpe inesistenti può, in una certa misura, essere parte delle dinamiche di una relazione sana, ma quando diventa una costante si trasforma in blame shifting, un abuso emotivo che è difficile da riconoscere, sia che ne siamo le vittime che gli autori.

Cos’è il blame shifting?

«Non ti avrei urlato contro se non fossi stata così assillante». «Ti ho tradito perché sei troppo impegnato a lavorare e non riesci a trovare il tempo per me». «Ti ho mentito perché sapevo che ti saresti arrabbiato». «Non avrei detto quello che ho detto – o fatto quello che ho fatto – se tu ti fossi comportata diversamente».

Non avrei fatto questo se tu non avessi. Ho fatto questo perché tu. Il senso del blame shifting – letteralmente “spostamento della colpa” – è tutto qui. Non importa cosa il partner abbia fatto o come si sia comportato: la colpa è sempre dell’altro.

Si tratta di un tipo di abuso verbale e di una tattica di manipolazione psicologica basati sulla ricerca di un capro espiatorio e sulla colpevolizzazione dell’altro per non ammettere una propria colpa e poter professare la propria innocenza, guadagnando così potere e controllo sull’altra persona che, attaccata, può mettere in dubbio se stessa o i suoi comportamenti.

Le radici psicologiche del blame shifting

Il blame shifting può essere spesso spiegato come un classico caso di errore fondamentale di attribuzione. Detto in parole semplici, significa che spesso attribuiamo le azioni di qualcun altro alla sua personalità e al suo carattere. Quando si tratta di noi, invece, attribuiamo i nostri comportamenti a situazioni esterne e fattori fuori dal nostro controllo.

Un esempio? Se il tuo collega è in ritardo al lavoro, potresti etichettarlo come ritardatario, o pigro. Se sei tu ad essere in ritardo, invece, la colpa sarà della sveglia che non ha suonato in tempo, del traffico o dei mezzi pubblici che non funzionano. In ogni caso, non tua.

Non solo: secondo gli psicanalisti, il nostro ego si difende dall’ansia usando la proiezione, un meccanismo di difesa che ci porta a eliminare i nostri sentimenti e qualità inaccettabili, spostandoli su altre persone. I meccanismi di difesa indicano una mancanza di comprensione dei nostri sentimenti e motivazioni e, poiché sono spesso inconsci, di solito chi li mette in atto non si rende conto di cosa sta facendo.

In molti casi, le radici psicologiche del blame shifting sono da ricercare in traumi o abusi nel periodo dell’infanzia e nei loro effetti sull’autostima di chi li ha vissuti.

Blame shifting: come si manifesta?

A differenza di forme più evidenti di abuso verbale come insulti, disprezzo o derisione, lo spostamento della colpa si fa forza delle informazioni che l’abusante ha sul partner: di solito, la manipolazione dipende da un comportamento tipico (ad esempio evitare conflitti) o dalla considerazione che ha dei propri tratti caratteriali (come l’essere insicuro o ansioso). Invece di ammettere di aver mentito o deliberatamente fuorviato, l’aggressore ammorbidisce il viso e dice: «Stavo cercando di risparmiarti il dolore perché so che sei eccessivamente sensibile ed emotivo». Un’affermazione che eleva l’aggressore, da un lato, e abbatte la vittima, dall’altro.

A volte, il blame shifting si fonde con il gaslighting, una manipolazione mirata a far dubitare che ciò che è successo davvero, o con altre tattiche che possono far dubitare della validità delle proprie percezioni, come il moonwalking. Il manipolatore inquadra ciò che ha (o non ha) fatto come un riflesso delle azioni del partner, cercando di andare a scatenare il senso di colpa facendo leva sulla vulnerabilità dell’altro.

Questo tipo di abuso emotivo è particolarmente comune nelle relazioni sentimentali, ma può essere messo in atto anche in altri rapporti, come tra quello tra genitori e figli, in cui si rivela molto dannoso. Quando i genitori scaricano la colpa su un bambino, infatti, questi recepisce ciò che viene detto come verità: se ascolta frasi come «se mi ascoltassi, non dovrei urlare» oppure: «se fossi un bravo bambino, non dovrei punirti», si convince che anche gli atteggiamenti errati dei genitori siano effettivamente colpa sua.

Come rispondere al blame shifting

Il blame shifting è una tattica usata da qualcuno che sta cercando di proteggere il proprio ego dal dolore, ma stare con qualcuno che non si assume la responsabilità delle proprie azioni può essere difficile e questo atteggiamento può essere molto dannoso sia per chi lo riceve che per la relazione.

Il primo passo è sicuramente riconoscerlo: come molti abusi emotivi è infatti subdolo e, facendo leva sulle insicurezze, difficile da individuare come tale, poiché si è troppo concentrati sull’interrogarsi su se stessi.

Una volta compreso che si è vittime di blame shifting, una delle possibili soluzioni è provare a risolvere il problema in questione, invece di assecondare il partner quando sta giocando “il gioco della colpa”.

Spesso, questi manipolatori incolpano gli altri per proteggersi dalla loro voce interiore critica e giudicante. È importante non avere un approccio rigido e cercare di capire il luogo da cui provengono, i loro traumi e provare a sviscerare da dove nasce la necessità di scaricare sugli altri le proprie colpe, magari facendosi aiutare da un professionista che sappia dare il giusto supporto.

Lo stesso vale se siamo nella posizione dei “carnefici”: capire da dove nasce questo impulso è il primo passo per eliminarlo, ma è un percorso che è difficile fare da soli.

Come di fonte a ogni abuso o manipolazione, però, è necessario chiedersi fino a che punto valga la pena spingersi e capire se, e quando, è il caso di interrompere la relazione, sia che si subisca blame shifting sia che si pratichi, in questo caso facendo un passo indietro per non ferire l’altro.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!