Siamo sicuri che avete sentito il termine almeno una volta nella vita, ma che se vi chiedessimo di definirlo non sarebbe così semplice. “Serendipità” è una parola che è entrata nel nostro vocabolario, ma troppo spesso si fa fatica a capire cosa sia davvero o la si confonde con la “felicità”.

Ma cosa significa davvero? E come possiamo raggiungerla?

Serendipità, significato e definizione

Il termine serendipità – o meglio serendipity, la sua versione inglese – è stato coniato nel Settecento dallo scrittore Horace Walpole, dopo aver letto una fiaba persiana chiamata “Viaggi e avventure dei tre principi di Serendip”. La storia, tradotta per la prima volta dall’italiano da Cristoforo Armeno, racconta le avventure di tre personaggi sull’Isola di Serendip, l’antico nome dello Sri Lanka, che riescono a destreggiarsi e risolvere problemi in modo assolutamente casuale e fortuito.

Il termine è poi entrato a far parte del nostro dizionario per indicare una felice scoperta o un’idea che avviene per caso, in modo fortuito e accidentale o mentre si sta cercando altro ed è utilizzato soprattutto in relazione alle idee in ambito lavorativo e alla nascita delle storie d’amore.

Quest’ultimo aspetto è legato al successo del film Serendipity – Quando l’amore è magia, che racconta la storia di due persone che si incontrano casualmente e si innamorano senza cercarlo in una situazione in cui – decisamente – non stavano cercando una relazione: il matrimonio di lui!

Insomma, la serendipità è come «cercare un ago in un pagliaio e trovarci la figlia del contadino» (Julius Comroe Jr.) o, per dirla con le parole dello scrittore Massimo Mongai,

è la capacità di trovare cose preziose che non si stanno cercando. Trovare una cosa che si vuole trovare, diciamo ad esempio un assassino, servendosi degli indizi, non è serendipità: è abduzione. La cosa esiste (l’assassino), io lo voglio trovare e, tramite le mie capacità mentali, tramite quel metodo di pensiero che non è né deduzione né induzione ma appunto abduzione, io lo trovo. Ma se cercando un assassino io trovo l’amore della mia vita, questa è serendipità.

Come si raggiunge la serendipità?

Trattandosi, appunto, di una scoperta o un’idea che accadono per caso, non è possibile individuare un percorso per raggiungere la serendipità. Ci sono però comportamenti e atteggiamenti che, uniti a una predisposizione caratteriale, possono influire sulle possibilità di incontrare questo fenomeno unico. Quali?

La regola fondamentale è fare e pensare il più possibile. Curiosità, voglia di fare, muoversi, spostarsi e viaggiare rende possibile scoprire cose sempre nuove, che possono sorprendere. Rimanendo negli stessi posti, con le stesse persone e facendo sempre le stesse cose è sicuramente più difficile incontrare la serendipità: per questo visitare luoghi sconosciuti, conoscere nuove persone – diverse da noi – e mantenere sempre attiva la curiosità sono gli ingredienti di base per poter creare questa scintilla di magia.

Anche mantenere un atteggiamento di leggerezza di spirito e la capacità di non ponderare ogni scelta abbandonando la premeditazione può aiutarci a fare scoperte nuove e sorprendenti, così come la voglia di cambiare uno o più aspetti della propria vita.

Soprattutto, però, è importante avere la capacità di guardarsi intorno, rallentare e riuscire a vedere davvero quello che ci circonda, soffermandosi su quello che accade senza lasciarsi distrarre da tutte le cose che ogni giorno imprigionano la nostra attenzione impedendoci di assaporare le cose con lentezza.

Serendipità e felicità

Siamo abituati ad associare la serendipità all’amore o a idee di successo e per questo, per estensione, alla felicità. Ma è davvero così? È la serendipità a renderci felici?

Certo, da un lato una scoperta o una persona inaspettata ci aiutano a realizzare che qualcosa di fantastico possa sempre accadere, anche quando non ce lo aspettiamo. Il fatto che questo avvenga in maniera casuale, poi, improvvisa, ci aiuta a percepire una sensazione di felicità maggiore. Perché questo avvenga, però, come dicevamo è anche necessario che ci sia una condizione che ci predisponga all’accoglimento della sorpresa e una apertura che ci permetta di cogliere appieno questa idea o questa scoperta.

Per questo, forse, la felicità che la serendipità può darci non è legata tanto, o non solo, al momento in cui si presenta, ma ciò che ha portato alla scoperta: aprire gli occhi, godersi ogni attimo della vita, saper cogliere le occasioni e le opportunità, e soprattutto, saper trovare il bello e la gioia negli imprevisti, essere consapevoli che dietro l’angolo può sempre aspettarci qualcosa di fantastico, ed essere pronti ad accoglierlo.

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