Alcuni di noi vanno dallo psicologo, altri non l’hanno mai preso in considerazione. Abbiamo quasi tutti un commercialista, molti si servono da un avvocato, tutti hanno un medico di base di riferimento più altri specialisti della sanità. Ma il mestiere di psicologo risente ancora oggi di alcuni pregiudizi.

Si avverte una certa vergogna a rivolgersi a un professionista del genere, eppure le nevrosi e le fobie sono all’ordine del giorno: abbiamo incubi, soffriamo di stress, alimentiamo idiosincrasie. E allora perché non andare dallo psicologo? Proviamolo a capire insieme.

Perché andare dallo psicologo serve (a tutti)

Andare dallo psicologo
Fonte: Pexels

Chiunque abbia mai frequentato uno psicologo sa quanto possa essere d’aiuto agli altri. Lo psicologo va a intervenire su delle criticità, come i postumi di un trauma fisico oppure emotivo, un disturbo alimentare, un problema sul lavoro (come il mobbing subito) e così via.

Il professionista della psicologia è importantissimo anche per i neogenitori. Chi vi ricorre perché il figlio ha bisogno di terapia cognitivo-comportamentale, conosce i benefici del parent training: durante le sedute si apprende come interagire al meglio con il proprio bambino, per farlo sentire al sicuro, per risolvere paure e frustrazioni.

Inoltre, molte volte (per lo più in presenza di una disabilità del bimbo), lo psicologo misura preliminarmente i livelli di stress, per capire anche come poter aiutare i genitori in primis.

Tutti – spiega Paolo Colavero, psicologo esperto in Psicopatologia Fenomenologica – potrebbero avere bisogno di uno psicologo perché noi tutti potremmo avere una corazza di fronte alla difficoltà, ma non sempre questa corazza ci supporta, ma ci rende più fragili.

Inoltre tutti abbiamo un temperamento congenito, che potrebbe dover essere limato. A tutto questo si possono aggiungere le situazioni che la vita ci butta sulle spalle. Quando molte variabili della vita ci mettono in difficoltà, potremmo aver bisogno dello psicologo.
Ognuno ha una vulnerabilità di base: se decidiamo di andare dallo psicologo è per curare queste vulnerabilità, per curare le nostre fragilità, affinché nessuno abbia bisogno di interventi estremi, affinché non si arrivi a un crollo “importante”.

Andare dallo psicologo: i pregiudizi

Andare da uno psicologo è ancora una pratica ammantata da pregiudizi? In un certo senso sì, anche se naturalmente c’è anche chi non ha paura di dirlo agli altri, anzi di farsene quasi vanto. Il pregiudizio però è più spesso presente dentro il paziente che non al di fuori.

Il grosso dei pregiudizi – continua Colavero – non nasce oggi nella società ma soprattutto in famiglia. Si cerca di tenere anche i famigliari stretti all’oscuro del fatto che si vada da uno psicologo, perché in realtà il pregiudizio è interno al paziente stesso, ed è relativo a quello che il paziente stesso ha fatto credere agli altri di essere.

Il vecchio pregiudizio secondo cui dallo psicologo ci vanno solo i matti è venuto a cadere, oggi dallo psicologo arrivano pazienti motivati, alla ricerca di una propria identità. Anzi, in alcune zone d’Italia è quasi un vanto, è segno di benessere socio-economico, quasi uno status symbol.

Cosa fare se si ha paura di andare dallo psicologo?

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Molte persone hanno paura di andare da un qualsiasi medico, dal dentista al ginecologo. Alcuni hanno paura anche di andare dallo psicologo e sono travolti dagli interrogativi: si verrà a sapere quello che dico in seduta? E se lo psicologo mi giudicherà male? Lo psicologo potrà capire che c’è qualcosa che non va in me?

Bisogna ricordare innanzitutto che quello che direte in seduta resterà un segreto tra voi e il vostro professionista di fiducia (a meno che non siate voi a decidere di rivelarlo ad altri). C’è il segreto professionale, lo psicologo non può parlare delle vostre istanze con nessuno, men che meno con i vostri famigliari.

Un altro punto da ricordare è che lo psicologo non vi giudicherà: lui è lì perché conosce la natura umana, vuole aiutare e non giudicare. Infine, se avete paura che qualcosa non vada in voi, dovete tenere a mente che rivolgersi a un professionista è il primo passo verso la voglia di cambiare, di mettere ordine alla propria vita, di sentirsi meglio.

Ragioni per cui potremmo rivolgerci a uno psicologo

Fragilità e criticità fanno parte dell’essere umano: se queste cose ci portano a sentire di dover andare dallo psicologo non dovrebbero rappresentare per noi una vergogna. Non è neppure un vanto: è semplicemente una cosa che si fa per la nostra salute, come quando ci rechiamo dal ginecologo o dal dentista.

Ecco quali sono le principali situazioni che potrebbero accendere in noi un campanello d’allarme.

  • Abusi famigliari: probabilmente non c’è molto da spiegare, perché quando in famiglia si subisce un abuso fisico o psicologico, ci vuole la mano di uno specialista per poter riprendere in mano la propria vita. L’abuso psicologico è più sottile rispetto a quello fisico, ma possiamo riconoscerlo in base ai sintomi: se avvertiamo ansia, attacchi di panico, apatia, depressione, voglia di isolamento, forse c’è qualcosa che dobbiamo approfondire su di noi.
  • Mobbing: quando l’azienda per cui lavoriamo non ci vuole più, si potrebbe generare un meccanismo perverso per costringere il lavoratore a dimettersi. Il fenomeno può creare un notevole stress psicologico.
  • Problemi nel rapporto di coppia: qualunque sia la natura del vostro problema, se pensate ci sia qualcosa da recuperare nella vostra relazione, lo psicologo può aiutarvi.
  • Trauma a seguito di un problema di salute: se si è superato un brutto scoglio, potrebbero esserci comunque delle ripercussioni emotive, l’insorgere di paure sul futuro, la possibilità di sviluppare ansie e disturbi ossessivo-compulsivi.
  • Diventare genitori: non tutti abbiamo un’inclinazione innata alla genitorialità. Incontrare uno psicologo può darci una mano a comprendere come diventare dei buoni genitori e a superare quei piccoli ostacoli relativi alla crescita del nostro bambino (capricci, pavor nocturnus e così via).
  • Sospetto di disturbi alimentari: ci possono essere delle avvisaglie che possono rappresentare l’inizio di un disturbo alimentare, come per esempio l’eliminazione di alcuni alimenti dalla dieta, purché non avvenga per ragioni filosofiche o religiose (come il passaggio a un’alimentazione cruelty free o una conversione di fede). Ricordate che i disturbi alimentari non sono solo anoressia e bulimia, ma esistono moltissime sfumature in questo complesso di disturbi.
  • Elaborazione del lutto: non per tutti può essere facile perdere una persona cara, anche se pensiamo di gestire la cosa in maniera eccellente, potremmo generare in noi stessi ansie e depressione.

7 ragioni per cui non vergognarci di dire che andiamo dallo psicologo

Naturalmente le fragilità e le criticità possono essere molte altre. Ma non dobbiamo vergognarci di esse, come non dobbiamo vergognarci di dire a parenti e amici che ci rivolgiamo a uno psicologo. Ecco sette motivi (ma potrebbero essere molti di più) per cui non dobbiamo provare imbarazzo:

  • È un professionista. Come già accennato, non ci vergogneremmo mai di dire che andiamo dal commercialista, dal ginecologo o dall’avvocato. Come loro, lo psicologo ci dà una mano, e questa mano per alcune persone può anche salvare la vita.
  • Molti altri vanno dallo psicologo per la nostra stessa ragione. La nostra fragilità in sé non deve essere motivo di imbarazzo: non siamo un caso unico e molti altri potrebbero essere mossi dalle nostre medesime problematiche. Non siamo soli.
  • È indice di sicurezza. Essere aperti sulla propria fragilità significa soprattutto esserne consapevoli, comprendere che chiedere aiuto non è una vergogna.
  • Ci permette di evitare un monte di bugie. È molto difficile costruire castelli di bugie per evitare di dire che andiamo dallo psicologo: rischiamo di cadere in contraddizione. Questo stesso impegno possiamo metterlo per lavorare su noi stessi, per stare bene.
  • Andare dallo psicologo non significa che c’è qualcosa che non va in voi. Anzi, proprio il fatto che vi rivolgiate a un professionista indica chiaramente che volete cambiare, che volete stare meglio.
  • Potreste aiutare qualcun altro a fare la scelta giusta. Se voi per primi non vi vergognate a dire che andate dallo psicologo, forse aiuterete un amico o un parente a scegliere anche lui un professionista cui chiedere aiuto.
  • Non dovete anche rivelare tutti i vostri segreti. Dire che andate dallo psicologo non significa che dovete raccontare nei minimi dettagli come e perché. Siete sempre voi che scegliete: andare dallo psicologo significa innanzi tutto prendere in mano la propria vita.

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