Sentiamo sempre più spesso parlare di buonismo. Non fatevi ingannare dal suffisso, non si tratta di un’ideologia o una corrente culturale, come il femminismo oppure il cubismo.

Si tratta di un modo di porsi nei confronti del prossimo. È un modo positivo oppure un modo negativo? Lo giudicherete voi alla fine di questa dissertazione, perché è sempre importante che ognuno tragga un suo giudizio dai fenomeni che hanno a che fare con l’attualità. Dal canto nostro vi possiamo dire che ci sono diversi risvolti nella questione: uno di natura etimologica, uno di natura psicologica e un terzo che inerisce i rapporti umani.

Buonismo: significato e definizione

Buonismo
Fonte: Pixabay

Ostentazione di buoni sentimenti – recita la Treccani alla voce «buonismo» – di tolleranza e benevolenza verso gli avversari, o nei riguardi di un avversario.

Il termine è nato nell’ambiente del giornalismo politico, in opposizione di una presunta idea di «politicamente scorretto» che dovrebbe essere cristallizzata ma è fluttuante nell’opinione delle persone. Ora, una lingua viva trasforma le parole, ma non è questo il caso: buonismo e politicamente scorretto non sono contrari, non significa che i buonisti dicano le bugie e chi è politicamente scorretto invece dica la verità come in un perverso indovinello. Il senso di «buonismo» è uno, univoco, anche se tecnicamente dispregiativo perché lo è il concetto di ostentazione. Per alcuni però questo senso è estremamente dispregiativo perché equivale a ipocrisia.

Buonismo e psicologia

Una persona buonista viene presa in esame sotto diversi punti di vista in psicologia. Come riporta Riza, il buonista è fondamentalmente un ottimista, una persona che vede il mondo con lenti rosa e azzurre.

Fondamentalmente vive meglio di un pessimista, ma può divenire bersaglio dei manipolatori, che cercano di sfruttarlo per i propri fini. Tuttavia possono esserci delle derive: chi esagera col buonismo rischia di perdere contatto con la realtà, di vivere nella negazione. E potrebbe celare un problema a fare i conti con il proprio lato oscuro, quello che è in ognuno di noi.

Ci sono infatti delle emozioni negative che tentiamo di nascondere, come l’invidia, l’antipatia a prima vista o la rabbia. Si deve fare pace con il proprio lato oscuro, dobbiamo accettare che queste emozioni facciano parte di noi, come di tutti. Solo accettandoli riusciremo a venirne a capo ed evitare quei dubbi che ci costringono sempre a sentirci appassionati di massimi sistemi. È vero che nella realtà ci sono mille sfumature, ma bisogna trovare il giusto mezzo e non restare possibilisti nell’esaminarla.

Buonismo, la deriva dei luoghi comuni

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Viviamo in tempi bui, in tempi in cui abbiamo dimenticato che le parole hanno un peso e a volte sono macigni. Le persone sembrano aver perso le inibizioni che il concetto di rispetto porta con sé. Il fenomeno è evidente sui social, dove accuse e insulti sono all’ordine del giorno tra gli utenti, a partire dalle fanpage delle testate giornalistiche. Ed è così che «buonista» è diventato all’improvviso un insulto di quelli gravi. Ha iniziato a diffondersi tra le tribune politiche ma chi ha iniziato a utilizzarlo perché ha sentito il termine da un altro – ed è in fondo così che partono le mode – l’ha fatto con il fine di screditare l’avversario.

Perché ormai discutere di politica equivale a fare il tifo e accade a chi ha determinate idee politiche di essere appellato come buonista. Queste idee comprendono sostanzialmente l’integrazione dei migranti, il sostegno ai diritti delle donne e degli omosessuali e di chi, in generale è diverso.

Donne e buonismo

Il buonista è però più spesso uomo: insulti di questo tipo sui social vengono rivolti solitamente ai maschi (ma non solo), cercando di colpirli sull’ideologia più che sulle argomentazioni. Verso le donne il termine è meno comune da solo, perché una donna che creda nelle idee che abbiamo descritto viene appellata anche nel “migliore” dei casi come una poco di buono, colpendola invece sulla presunta morale e sulla presunta sessualità.

La distorsione trova spazio nelle discussioni politiche, ma tuttavia, quando l’interlocutore è donna si accompagna ad altri insulti che non solo scendono nel personale ma colpiscono la sfera sessuale. Alle donne buoniste si augura lo stupro da parte dei migranti, vengono accusate di essere delle prostitute, si chiede loro di aprire le porte della loro casa per essere soddisfatte in tutti i modi possibili.

Si recupera il vecchio retaggio per cui se una donna affronta argomenti profondi, forse le manca qualcosa a livello sessuale. È naturale che una discussione del genere non è più una discussione e non valga la pena portarla avanti.

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