Ogni donna ha tre età: una anagrafica, una sociale e una percepita. La prima è quella dichiarata sui documenti di identità, la seconda quella che il mondo ci riconosce, la terza si palesa rispondendo d’impulso alla domanda “Quanti anni hai?”.

Queste tre età solitamente viaggiano in sincrono, ma più si invecchia e più perdono il passo, l’età anagrafica procede veloce mentre quella percepita cincischia, rallenta, si distrae; l’età sociale intanto – troppo vecchia per certe cose, troppo giovane per altre – si perde nei pantani di una nuova, inaspettata adolescenza.

Su questo tema ho delle considerazioni da fare.

La prima: se questo accade non è colpa nostra. Apparteniamo a una generazione a cui è stato fatto credere d’avere tempo – tempo per laurearsi, per trovare il lavoro dei sogni, per avere figli anche a un’età in cui le nostre nonne diventano, per l’appunto, nonne. Il giovanilismo è stato ideologia imperante per decenni e non deve stupire se oggi vediamo signore a un passo dal climaterio definirsi “ragazze di trentanove anni”.

La seconda: le età sono diventate fluide. Madri e figlie condividono guardaroba e gusti musicali, le loro storie professionali e sentimentali sono caratterizzate dalla stessa precarietà.

Rimane il fatto che le tre età esistono e a un certo punto delle nostre vite prendono ognuna la propria strada: magari ci sentiamo le stesse di sempre ma il corpo invecchia e il mondo gli dà ragione.

Come fare dunque a capire qual è la nostra vera età? Per scoprirlo è sufficiente che rispondere “vero” o “falso” a queste affermazioni:

1. Quando valutate il costo di qualcosa, traducete automaticamente il prezzo in lire;

2. Quando vedete un bel ragazzo, la prima cosa a cui pensate è quanto sua madre debba esserne orgogliosa;

3. I jeans che indossate sono identici a quelli che avete già portato negli anni Ottanta, nonostante vestano malissimo ora come allora;

4. Dite “puntate” e “telefilm” anziché “episodi” e “serie tv”;

5. Come se non bastasse, chiamate ancora le verifiche scolastiche “compiti in classe”;

6. Vi offendete molto quando qualcuno di dà del Lei, moltissimo se a farlo sono gli amici dei vostri figli;

7. Di tanto in tanto andate su google a vedere quanto sono invecchiate le ragazze di Non è la Rai;

8. Vi accorgete che le attrici che recitavano la parte dell’adolescente ribelle adesso interpretano il ruolo di madre della stessa;

9. E comunque avete riconosciuto Winona Rider in Stranger Things solo perché il suo nome compariva nei titoli;

10. Usate uno slang contemporaneo e sbarazzino, poi rovinate tutto dicendo cose come “limonare” e “camporella” che vi connotano anagraficamente senza pietà;

11. Conoscete tutto del panorama musicale Indie, ma vi commuovete fino alle lacrime quando in radio passano i Simply Mind;

12. Non riuscite ad accettare l’idea che Madonna e Robert Smith abbiano sessant’anni;

13. Le nuove tecnologie procedono a un passo più spedito della vostra capacità di comprenderle;

14. I figli vi chiedono perché nessuno dei personaggi di Friends abbia un account Instagram;

15. Vi stranite quando vedete le ragazze stringere in vita la camicetta facendoci un nodo. Come se l’avessero inventato loro!

16. Costringete i figli a guardare Flashdance e vi stupite di trovarlo lento e noioso;

17. Poi fate le splendide raccontando di aver visto Stars Wars alla sua prima uscita;

18. Quando muore un cantante della vostra gioventù ne soffrite come se aveste perso un amico;

19. Credete ancora che gli anni Novanta siano iniziati vent’anni fa;

20. Le commesse vi dicono che siete giovanili pensando di farvi un complimento.

Ebbene signore, se, come me, vi ritrovate in almeno dieci di queste situazioni, sappiate che potete smetterla di affannarvi nel tentativo di riallineare le vostre tre età: vince quella anagrafica, facciamocene tutte una ragione.

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