Il fenomeno Drag King nasce alla fine del 1800, nelle dance hall inglesi. Nonostante questa storia centenaria il fenomeno è rimasto ‘di nicchia’, soprattutto in confronto a quello delle Queen. Nella storia recente della cultura mainstream bisogna aspettare gli anni Ottanta, quando il fenomeno viene portato alla ribalta dal videoclip musicale del brano Turn to you delle Go-go’s, prima rock band di successo tutta al femminile. Poi è stata la volta di Venus Boyz di Diane Torr, film cult per gli appassionati del genere e The making of a King, documentario del regista Nicole Miyahara che esplora il mondo dei Drag King di Los Angeles.

Si tratta di donne che si travestono, si truccano e si esibiscono con vesti maschili: indossano barba, baffi, peni posticci e si mettono nei panni di poliziotti, meccanici, cowboys…

Sono artisti veri e propri: la loro non è imitazione né caricatura, ma performance a tutti gli effetti. Inizialmente sul palcoscenico si portavano soprattutto canzonette e numeri comici, ma col passare del tempo si sono abbandonati gli stereotipi maschili riconducibili alla categoria ‘macho‘. Lentamente il fenomeno è andato oltre il travestimento, diventando una rivoluzione sociale, fondata sull’abbattimento degli stereotipi e sulla sovversione del ruolo di genere.

Il re nudo, per un archivio Drag King in Italia è un libro a cura di Michela Baldo, Rachele Borghi, Olivia Fiorilli in cui si racconta e si spiega il fenomeno Drag King attraverso saggi e fotografie. Il kinging viene definito:

un’esperienza erotica nella quale il corpo, riappropriandosi di una maschilità proibita a corpi femminili (pena l’accusa di inautenticità), recupera tutta la sua materialità e centralità, diventando un vero e proprio laboratorio di sperimentazione contemporanea e intersezionale del genere e della sessualità.

Drag King e Drag Queen: perché sono più famose le seconde

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Fonte: www.pride.com

I Drag King non godono della stessa fama riservata alle loro controparti femminili, nella cultura di massa. Perché? Una spiegazione la fornisce Matilde Facheris, attrice nonché curatrice del Kollettivo Drag King del Teatro Ringhiera di Milano:

Ci siamo posti spesso la questione, ogni volta che cerchiamo di vendere i nostri spettacoli o quando ci mettiamo a provare o cerchiamo un regista a dire il vero. Le risposte non sono però esaustive. Nella nostra esperienza, gli spettacoli Queen sono prettamente di divertimento, in essi la donna è presentata in genere in modo molto esasperato. Le Drag Queen sono sempre molto appariscenti, colorate, esuberanti, divertenti e spensierate. Una donna che si mette a interpretare un uomo, invece, difficilmente sarà tutto ciò. Probabilmente i Drag King sono visti come meno attrattivi proprio per questo motivo.

Si è espressa in merito anche Marianna in arte Bianco, performer all’interno di un gruppo romano formato da sette Drag King:

La risposta che ci siamo date è che l’impersonare il genere dominante è imbarazzante per il pubblico maschile che lo vede. Mentre la Queen gioca a interpretare il femminile, cioè il genere subordinato seppur in evoluzione, il king impersona il genere del dominio e i suoi strumenti: l’aggressività, la superbia, la forza fisica. Il pubblico è imbarazzato. L’imbarazzo è dovuto al fatto che una donna che si veste da uomo provoca e mette in discussione un percorso storico. Alle femmine insegnano a essere accoglienti e non aggressive mentre ai maschi insegnano a essere dominanti. Vedere la presa in giro di questi stereotipi culturali imbarazza. Le donne a volte non ci vedono di buon occhio perché vedono in noi un’emulazione del modello maschile. Ci dicono: “Noi cerchiamo di affermare la legittimità del nostro genere e voi cercate di emulare gli uomini?”.

Storie di Drag King

A cavallo tra Ottocento e Novecento la storia ha ricostruito e scoperto una fiorente tradizione di cantanti e attrici che si esibivano in panni maschili. Venivano definite male impersonators; l’espressione Drag King è successiva. Le principali sono state Sarah Louisa Fairbrother (1816-1890), Charlotte Cushman (1816-1876), Ethel Barrymore (1879–1959). Poi ci sono i nomi, più celebri, di Sarah Bernardt (1844-1923) e Marlene Dietrich (1901-1992). Nella scena contemporanea, invece, chi spicca?

Julius Kaiser

Julius Kaiser è tra i principali promotori della cultura Drag King in Italia. Ha contribuito alla sua diffusione e sviluppo a partire dal 2006, con la nascita del progetto Butterfly Kings e poi Kings of Rome, il gruppo con cui ha ideato e organizzato il primo Festival Internazionale Drag King in Italia.

Diane Torr

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Fonte: www.dianetorr.com

Diane Torr, artista di fama internazionale specializzata nelle performance di Drag King, ha girato il mondo con un vero e proprio corso per trasformare le partecipanti in uomini veri: Man for a Day Workshop. Lo scopo finale non era solo giungere a una performance da portare sul palcoscenico di un locale, ma anche a un nuovo modo di pensare se stesse e la società, a ragionare sul diverso trattamento riservato da sempre a uomini e donne e mettere in discussione la costruzione sociale di genere. Scomparsa nel 2017 (aveva 69 anni), è considerata una pioniera del kinking nella New York degli anni Novanta. In un’intervista rilasciata nel 2004 spiegava:

Penso che sia più facile per una donna eseguire la mascolinità rispetto al contrario. Eseguire la femminilità, se così vogliamo dire, implica una sfumatura di espressione a cui è molto difficile per gli uomini avvicinarsi; è molto più difficile. Invece le donne spendono le loro vite osservando gli uomini. Sono cresciuto con due fratelli più grandi e li osservando tutto il tempo, perché non volevo che si avvicinassero a me, ma anche perché volevo imparare come funzionavano, perché sembravano avere dei privilegi che io sicuramente non avevo. E questo mi faceva incazzare a non finire.

Jo Calderone

Lady Gaga è stata una delle prime star a inventarsi un alter ego maschile con cui esibirsi. Jo Calderone è diventato famoso nel 2010 grazie a un servizio fotografico per Vogue Uomo Giappone. In veste di Drag King, la cantante ha poi girato il video di You and I ed è apparsa sul palco degli MTV Video Music Awards 2011. Ha presentato Jo come un meccanico di origine italiana, di Palermo, per la precisione.

Dred

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Fonte: www.stylelikeu.com

Dred è forse la più famosa Drag King della storia, americana di origini haitiane. Il suo nome d’arte è un acronimo di Daring Reality Every Day (‘sfida la realtà tutti i giorni’). Cominciò col kinging nel 1995 e interpretò se stessa nel film Venus Boyz, viaggio all’interno della mascolinità femminile. Ha affermato:

Amo le mescolanze, le sfumature sessuali, mi piace poter esprimere diverse parti di me stessa e della mia anima. Con i miei spettacoli spero di riuscire a far riflettere la gente sulle etichette e sulle definizioni che ci appioppiamo a vicenda, che riguardano il sesso, la religione, le razze, la classe sociale.

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