L’onore, il saldare una mancanza di rispetto subendo la stessa onta, l’identica vergogna. Per questo, per bilanciare un’offesa ritenuta imperdonabile, una ragazzina di soli 16 anni è stata costretta a camminare nuda per le strade della sua città, fra gli sguardi e la derisione dei suoi concittadini.

Un’adolescente, una che solo per poco non può più essere definita una bambina, ma che l’infanzia l’ha passata appena, a cui è stato imposto un dazio orribile e umiliante, per espirare una colpa non sua, per punire il fratello, reo di aver intessuto una relazione con una donna già impegnata.

È successo in un villaggio nel nord ovest del Pakistan, paese che purtroppo non è nuovo ad applicazioni “moderne” della legge del taglione, dove a un’ingiuria o a un atteggiamento oltraggioso deve corrispondere, quasi si fosse di fronte alla legge del contrappasso dantesca, una punizione simile o identica nei confronti della persona responsabile del’insulto. Peccato che a pagare il fio siano, appunto, persone della famiglia che non c’entrano nulla, e vengono usate come capro espiatorio al solo scopo di far provare al colpevole la medesima umiliazione inflitta alla persone colpite col suo comportamento.

Avevamo trattato, recentemente, la storia di una ragazzina violentata su ordine del consiglio del villaggio; in questo caso, per fortuna, non si è parlato di stupro, ma la violenza psicologica e morale subita dalla vittima di questa assurda condanna sono altrettanto dolorosi e terribili.

Il fratello della sedicenne avrebbe regalato un telefono cellulare alla donna con cui intratteneva una relazione clandestina, legata però a un’altra famiglia. Scoperto, sarebbe stato costretto a pagare 300 mila rupie, circa 3000 dollari, alla famiglia offesa dal comportamento, come stabilito proprio dal consiglio degli anziani. I parenti della donna, però, non sarebbero stati soddisfatti dal pagamento pecuniario, e avrebbero perciò arbitrariamente scelto di riversare la propria “sete di vendetta” sulla giovanissima sorella dell’offensore.

Stavo tornando dallo stagno in cui raccogliamo l’acqua con le mie cugine – ha raccontato la vittima, scioccata, alla BBC, che per prima ha raccontato la storia, accaduta il 27 ottobre, poi ripresa anche da Vanity FairQueste persone mi sono venute addosso e mi hanno tagliato i vestiti. Una delle mie cugine ha cercato di coprirmi, ma hanno tolto la stola che mi aveva dato“.

La vittima, sull’estrema sinistra, con le donne della famiglia (Fonte: bbc)

La ragazzina, aggredita in pieno giorno, ha cercato riparo in una casa, dove però gli uomini del commando punitivo, armati, l’hanno raggiunta e costretta a uscire, minacciando anche la persona, proprietaria della casa, che aveva cercato di difenderla. La sedicenne ha dovuto camminare praticamente nuda per le strade del villaggio, Garahmat, nelle vicinanze della città di Dera Ismail Khan, in un umiliante calvario che si è concluso solo dopo un’ora, quando le è stato permesso di recarsi a casa dello zio per avere dei vestiti.

La polizia pakistana ha tratto in arresto 8 uomini giudicati responsabili della violenza, ed è ancora sulle tracce di un nono, che sarebbe stato coinvolto nell’assalto alla sedicenne.

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