Con le alte temperature estive un drink ghiacciato è la soluzione migliore per togliere la sete e fronteggiare la canicola; purché, però, ogni ingrediente del cocktail, ghiaccio compreso, sia assolutamente “sano”, privo di batteri e di altri potenziali rischi per la nostra salute. Cosa di cui, anche se sembra incredibile, non possiamo essere più tanto certe, soprattutto dopo che l’inchiesta della trasmissione Watchdog della BBC One ha portato alla luce verità inquietanti, e a dir poco allarmanti, legate appunto all’integrità e alla completa pulizia dei locali in cui ci serviamo per consumare un caffè o una bevanda.

L’indagine del programma di informazione giornalistica in onda il giovedì sera sul canale inglese si è infatti sviluppata tra i tavoli e i banconi di tre delle più importanti catene di caffetterie attualmente sul mercato, Costa, Caffè Nero e la più famosa di tutte, Starbucks, allo scopo di testare la qualità dei prodotti offerti ai clienti e, soprattutto, il livello di igiene e di pulizia con cui gli store lavorano. Sono stati prelevati trenta campioni totali nei vari punti vendita sparsi nel paese, dieci in ogni catena, con quattro campioni prelevati in ogni negozio da un tavolo, un vassoio, una seggiola e dal ghiaccio usato nelle bevande. Quale momento migliore, del resto, per svolgere un esame del genere, se non quello in cui le catene fanno a gara per offrire le promozioni migliori sui drink ghiacciati, date le altissime temperature registrate?

Ebbene, proprio dal ghiaccio sono arrivati i risultati più preoccupanti: una volta valutati attentamente in laboratorio, i campioni hanno rivelato quantità oltre il livello di pericolo di coliformi fecali, batteri insomma, in grado, se assunti in dosi consistenti, di causare patologie importanti e infezioni. La peggiore delle tre catene sotto inchiesta, come riporta il Times, è risultata essere Costa, con ben sette campioni su dieci prelevati che presentavano  batteri fecali, mentre Caffè Nero e Starbucks ne hanno fatti registrare tre su dieci.

Risultati davvero inquietanti, come ha sottolineato Tony Lewis, capo del Chartered Institute of Environmental Health, che ha detto:

I batteri trovati sono patogeni responsabili di alcuni dei peggiori malesseri, non dovrebbero essere presenti in nessuna quantità nei prodotti venduti.

Insomma sembra sempre che venga fuori qualcosa di nuovo dal mondo “sommerso”di ristoranti e grandi catene; mentre in Inghilterra a destare preoccupazione è il ghiaccio, in Italia, qualche mese fa – lo ricorderete tutte – è stata l’inviata de Le Iene, Nadia Toffa, a portare a galla un’altra inquietante verità, quella degli all you can eat, i ristoranti giapponesi che offrono sushi e pesce crudo a prezzi a dir poco accessibili; in quel caso, degli otto ristoranti da cui erano stati prelevati campioni  di cibo, solo tre avevano superato la prova, mentre per cinque i risultati erano stati impietosi, con livelli di batteri attestati tra 520 mila e 860 mila (con valori di riferimento massimi che dovrebbero aggirarsi attorno ai 10 mila) e, in due casi, il ritrovamento persino di tracce di istamina, sostanza potenzialmente mortale per i soggetti allergici.

I responsabili degli all you can eat messi sotto accusa non avevano mostrato una gran voglia di parlare con l’inviata del programma, ma i boss di Costa, Caffè Nero e Starbucks sembrano invece ben più aperti al dialogo, o perlomeno si sono  affrettati a dire la loro: Costa, la peggiore, fa sapere di essere assolutamente disgustata dai risultati, ma di aver intrapreso azioni immediate e di aver introdotto nuove misure di controllo del ghiaccio usato nei drink, oltre che una approfondita pulizia di tutti i locali da cui sono stati prelevati i campioni. Starbucks ha fatto sapere di “prendere igiene e pulizia molto seriamente”, e di aver iniziato a organizzare corsi di addestramento per insegnare le regole igieniche di base ai propri dipendenti. Caffè Nero, infine, ha dichiarato attraverso i responsabili di essere molto interessato ai risultati emersi, e di aver intrapreso una vera e propria indagine interna per comprendere come tutto ciò sia stato possibile, aggiungendo inoltre che addirittura il 99% dei suoi punti vendita gode di ottime recensioni proprio sotto il profilo di pulizia e igiene.

 

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!