Né sepoltura né cremazione (o non solo): le ceneri dei defunti diventano diamanti

Quando una persona muore sappiamo tutti che viene seppellita al cimitero oppure viene cremata e le sue ceneri vengono messe nelle urne da tenere in casa. Con l'avanzare del progresso, è nato un nuovo metodo che permettere di avere i defunti sempre vicino a sè con il medesimo costo di un funerale. Adesso si possono trasformare le ceneri dei defunti in puri diamanti da portare come gioielli. Ecco i dettagli.

Quando una persona muore, il classico metodo per darle l’ultimo addio è la sepoltura. Alcuni, però, preferiscono cremare i corpi dei loro cari e tenerli nelle urne nelle proprie case in modo tale da averli (per quanto possibile) vicino o ancora spargerle. È risaputo di come il progresso nel mondo abbia preso una piega molto importante; sono nate invenzioni che non ci saremmo mai immaginati, come la sveglia che prepara il caffè o il letto che si rifà da solo e adesso, è possibile legare letteralmente al dito le ceneri di una persona defunta. Come? Trasformando le ceneri in diamanti.

Questa idea ha preso vita grazie ad Algordanza, un’azienda Svizzera cui nome, in romancio, significa ricordo. L’impresa è presente anche in Italia dal 2008. Il team di Algordanza lavora i diamanti senza toccare le ceneri a mani nude e non vengono mai aggiunti conservanti. L’azienda, inoltre, ha deciso di impostare i prezzi come se fossero quelli di una normalissima sepoltura. I diamanti costeranno, quindi, sotto i € 4.000,00.

Una loro cliente, ad esempio, ha deciso di farsi realizzare un anello con due diamanti ricavati dalle ceneri del marito defunto legandolo così a se per sempre. Non le bastava avere l’urna in casa, voleva qualcosa che potesse fare in modo che il marito fosse insieme a lei nell’arco delle sue giornate. Direttamente dal sito ufficiale di Algordanza ecco la sua testimonianza:

“Nel dicembre del 2013, quando Alessandro era già ammalato da due mesi, lessi un articolo a tutta pagina su La Nazione dove si parlava di un signore di Treviso che aveva fatto riesumare il figlio per realizzare un diamante. Rimasi particolarmente colpita perché non sapevo che si potesse fare. Alessandro purtroppo è morto nell’estate del 2014. Il fatto che continui a brillare al mio dito mi fa ricordare una cosa che lui non amava fare, non voleva stare al buio guardando la televisione, cosa che invece a me piaceva tantissimo. Infatti tutte le volte che spegnevo la luce mi diceva “accendi la luce che al buio dovrò starci anche troppo”. In questo modo lui sarà sempre accarezzato dalla luce. Io non sono abituata ad andare al cimitero troppo frequentemente. In questo modo Alessandro continua a essere vicino a me durante tutto il giorno. La mattina mi alzo, guardo l’anello che non tolgo mai, e dico “guarda Sandro, oggi si fa questo…”. L’altro giorno in macchina con mio figlio di dieci anni, mentre ascoltavamo una canzone che di solito si cantava quando si era tutti e tre assieme, abbiamo dato un bacio all’anello. È un altro modo di affrontare la distanza, in maniera più naturale rispetto all’urna che abbiamo tenuto a casa per un po’. In questo modo la distanza non c’è.”

Questi diamanti prendono il nome di “Diamanti della Memoria” e non sono mai uguali uno dall’altro. Com’è che si dice? Al mondo siamo tutti differenti e dato che i diamanti provengono da ceneri umane, ogni diamante ha la sua nuance di colore, non ci saranno mai diamanti simili tra di loro.

Non tutti sono d’accordo con questo tipo di “trasformazione”. C’è chi dice che i morti debbano semplicemente fare i morti, che le ceneri debbano fare le ceneri e che i diamanti debbano fare i diamanti. Secondo alcuni, infatti, i morti andrebbero visitati al cimitero, si dovrebbe avere il pensiero di regalargli qualche fiore, “si dovrebbe avere il pensiero di andare a trovare qualcuno” e non di trasformarlo in un oggetto, per quanto prezioso esso sia. Non c’è che dire, il progresso ci stupisce sempre di più, mai avremmo potuto immaginare di poter “trasformare” una persona in carne ed ossa che ha avuto un’anima, una vita, delle esperienze, in un oggetto qualunque che impreziosisca una qualsiasi parte del corpo.

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