Suzanne: Sconfigge il Cancro e con Coraggio Aiuta Altre Donne nella Sua Situazione

Ha sofferto, ha pianto, ha avuto paura. Si è sottoposta a esami invasivi e interventi chirurgici per un cancro all'intestino che la costringerà a vivere per sempre con la sacca per colostomia. Ma Suzanne Dore non ha mai smesso di combattere, determinata a ritrovare la sua femminilità. Ce l'ha fatta. Ora è splendida, elegante, sorridente. Ma non egoista: ha aperto un blog per dare consigli fashion a tutte coloro si trovino nella sua stessa condizione. Ecco la sua incredibile storia di forza e amore.

Con la forza di un leone – anzi, di una leonessa – ha combattuto e ha vinto contro un cancro all’intestino infido e aggressivo. Suzanne Dore è guarita, ha ripreso in mano la sua vita e i suoi 42 anni meravigliosamente portati e ha deciso di dimostrare al mondo che vivere con la colostomia non deve per forza essere un marchio invalidante o di cui vergognarsi. Tutt’altro: Suzanne ha aperto il suo fashion blog in cui dà ottimi consigli di stile a coloro che sono costretti a vivere con la colostomia, come sta facendo Suzanne da ben cinque anni.

Era il maledetto mese di marzo del 2010 quando a Suzanne, originaria di Rayne, nell’Essex, è stato diagnosticato un cancro all’intestino al terzo stadio. Una diagnosi ancor più drammatica e infame perché arrivata solo un giorno dopo che suo figlio Sam, ora 19enne, aveva terminato il suo ciclo di radioterapia per un carcinoma nasofaringeo, una rara forma di cancro che coinvolge il collo e la testa.

Il mio mondo è stato schiacciato – ha rivelato, comprensibilmente, Suzanne – Sam aveva appena finito di combattere per sconfiggere il suo cancro e subito è arrivato un secondo colpo, riferisce Metro Uk.

Su tutto – ha proseguito Suzanne – non volevo intristire Sam che aveva appena ricevuto una splendida notizia: la radioterapia stava facendo effetto e il suo cancro stava diminuendo. Mi è sembrato tutto irreale.

Per anni, Suzanne ha sofferto di fastidiosissimi problemi di stomaco come dolori, diarrea e costipazioni. I medici avevano derubricato la questione a una “semplice” sindrome del colon irritabile ma Suzanne non è mai riuscita a trovare una cura che fosse realmente efficace.

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Suzanne con la sua famiglia – Fonte: metro.co.uk

Progressivamente i sintomi di Suzanne sono peggiorati e peggiorati ancora, tanto che la donna si è sottoposta a ulteriori visite ed esami e i medici sono giunti finalmente alla corretta diagnosi: cancro avanzato all’intestino. Un tumore della “dimensione di un kiwi”, le hanno detto. Si è sottoposta a chemioterapia e radioterapia al Colchester Hospital per sei settimane, prima di essere operata con un intervento chirurgico durato sei ore per la rimozione del tumore.

Oltre al tumore, le sono state rimosse ovaie e utero perché eccessivamente danneggiati dalla chemioterapia. Noi che siamo donne possiamo capire cosa possa comportare la rimozione di alcune delle parti del nostro organismo che più contraddistinguono la nostra femminilità.

Dopo l’intervento, l’intestino di Suzanne si era ridotto quasi a zero, perciò la donna si è risvegliata con una colostomia totale e ha dovuto portare una sacca permanente per la colostomia.

Inizialmente mi faceva orrore il pensiero di avere la sacca e pensavo che non sarei mai più stata amata – ha rivelato Suzanne.

Ma, nonostante le sue paure, Chris, 45 anni di cui 20 da marito di Suzanne, non ha mai smesso di stare al fianco di sua moglie.

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Suzanne col marito Chris – Fonte: metro.co.uk

Chris mi ha rassicurato dicendomi che mi avrebbe amato indipendentemente da tutto. Lui è stata la mia roccia.

Con il supporto del marito, Suzanne ha imparato a scendere a patti con la sua sacca per colostomia e, in meno di un anno, ha iniziato a sentirsi come la “vecchia” se stessa.

Sei mesi dopo l’intervento abbiamo fatto una vacanza di famiglia a Cuba per la quale ho affrontato 10 ore di volo. Ho indossato il bikini e mi sono sentita decisamente a mio agio.

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Fonte: metro.co.uk

Man mano che la sua autostima è cresciuta, è tornata in Suzanne anche la passione per lo shopping e ha iniziato a comprare nuovi vestiti. Dopo l’intervento, Suzanne aveva trovato piuttosto difficile riuscire a sentirsi a suo agio in qualsiasi abito indossasse. Come non capirla.

Indossare vestiti aderenti può causare perdite dalla sacca, il che è estremamente imbarazzante, anche per l’odore…

Ciò nonostante, Suzanne si è rifiutata di permettere a se stessa di limitarsi a indossare vestiti larghi.

Ho scoperto che i leggings in finta pelle e i leggings pre maman sono fantastici perché cedono e quindi non schiacciano lo stomaco, ha raccontato forte della sua esperienza di prima mano.

Dopo aver fatto altre scoperte “fashion” simili, Suzanne ha iniziato a sentirsi sempre più a suo agio negli abiti che sceglieva, tanto da iniziare a condividere le sue esperienze su Facebook con gli amici, che l’hanno convinta ad aprire un blog per condividere questa sua nuova saggezza con altre persone che si trovassero in condizioni simili. Ed è stato così che Suzanne ha creato il blog Gladrags and Bags che le ha consentito di condividere i suoi consigli di stile con altre persone che sono costrette a portare la sacca per la colostomia. I consigli includono per esempio il fatto di ritagliare dei buchi nei collant per farli calzare al meglio attorno alla sacca o di indossare una sottogonna quando si hanno abiti stretti per lisciarne i bordi.

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Suzanne nella sua eleganza sorridente – Fonte: metro.co.uk

Suzanne, nelle sue ricerche fashion, ha inoltre trovato alcuni capi di abbigliamento che non necessitavano di alcuna modifica perché i loro modelli non andavano a gravare sul suo stomaco.

Gli abiti con un drappeggio laterale distraggono gli sguardi dallo stomaco. I vestiti a fantasia sono perfetti per nascondere la presenza della sacca. E poi ci sono i leggings, ideali perché sono molto elasticizzati. A volte capita che le persone mi lancino occhiate di sfuggita quando indosso il bikini ma io continuo a sorridere. Non mi vergogno della mia sacca, è ciò che mi permette di vivere. Il cancro avrebbe potuto uccidermi perciò portarla è davvero solo un piccolo prezzo da pagare.

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Fonte: self.com

La storia di Suzanne non è altro che uno dei tantissimi esempi di donne che, dinanzi a un ostacolo, non si fermano, non si piegano né tanto meno si spezzano, ma combattono e fanno di tutto per vincere per poi tornare più forti di prima. Per i loro figli, per se stesse, per la società. E anche per noi, per le quali rimangono sempre un encomiabile esempio.

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