Da Oggi a Fine Anno le Donne Europee Lavoreranno Gratis. Ecco Perché

Su una cosa possiamo rassicurarvi: da qui a fine anno riceveremo tutte regolarmente la nostra busta paga. Ma facendo un raffronto tra il nostro stipendio e quello dei nostri colleghi (pari) uomini, è come se da oggi al 31 dicembre noi, idealmente, lavorassimo gratis.

Per alcune di noi è vero il detto “il lavoro nobilita”: amiamo ciò che facciamo, ci alziamo senza fatica e orgogliose andiamo in ufficio, in studio, in negozio, in fabbrica o in quale che sia il nostro luogo di lavoro. Per altre è più faticoso, e ci sta: magari non ci piace troppo il ruolo in cui ci troviamo a operare, o siamo costrette a ingoiare rospi ogni giorno, e lo facciamo in nome della famiglia o comunque dell’affitto e delle bollette da pagare. Sì, perché per tutte noi – a parte poche fortunate che invidiamo molto – il momento dello stipendio è fondamentale, che sia a inizio o fine mese a seconda delle abitudini dell’azienda.

In questo senso, però, abbiamo una brutta notizia: se è vero che da qui a fine anno continueremo comunque a ricevere regolarmente la nostra busta paga, è altrettanto vero – se guardiamo al gap tra lo stipendio di uomini e donne quantificato dalla Commissione Europea – che da oggi sino al 31 dicembre è come se noi, al pari di tutte le donne europee ma a differenza dei colleghi uomini, lavorassimo gratis.

Il 2 novembre, infatti, è il cosiddetto Equal Pay Day, ossia la giornata in cui lo stipendio annuo dei nostri colleghi maschi raggiunge il nostro. E mentre loro continueranno a guadagnare regolarmente, noi, idealmente, lavoreremo gratis per i prossimi due mesi.

Lo stipendio orario medio delle europee è del 16,3% inferiore rispetto a quello degli europei: le donne, dunque, lavorano gratis 59 giorni all’anno. Per l’Italia la differenza salariale è molto più bassa in confronto alla media europea, e si ferma “solo” al 7,3%.

La differenza di stipendi è già ingiusta, ingiustificata e inaccettabile e nel lungo termine si trasforma in un gap pensionistico ancora più significativo, con le pensionate che prendono il 39% in meno degli uomini,

hanno spiegato i commissari Thyssen (Lavoro) e Jourova (Giustizia). Rispetto al 2006, c’è stato solo un piccolo miglioramento, visto che si era al 17,7%.

differenza stipendi uomini e donne
Il “gender pay gap” in Europa – Fonte: Commissione Europea

Bruxelles ha diffuso una pubblicazione ad hoc sul tema, inanellando una serie di numeri che mostrano l’urgenza e l’iniquità della situazione: le donne europee guadagnano 84 centesimi per ogni euro guadagnato dagli uomini. Forbice destinata da allargarsi progressivamente con l’età: in Finlandia, Paese considerato all’avanguardia sotto molti aspetti, la differenza tra lo stipendio di uomini e donne è del 6,3% nella fascia under 25, ma sale al 25% per le over 64. E questo non è dovuto al fatto che le donne fanno maggior ricorso al part-time: l’Unione Europea si è concentrata sulla retribuzione oraria. E sui ruoli: la differenza, infatti, sussiste anche per gli inquadramenti contrattuali più elevati; certo, raggiungere i vertici di un’azienda per una donna è molto più difficile di quanto non sia per un uomo: se guardiamo agli amministratori delegati, meno del 3% sono donne, alla faccia delle quote rosa.

A corroborare il sentore che la situazione sia disastrosa c’è anche il sondaggio Eurobarometro, pubblicato proprio in questi giorni: secondo tale indagine, un cittadino europeo su tre è convinto che, tra le discriminazioni che ancora affliggono la donna, quella relativa alle retribuzioni sia la prima in ordine di priorità, e pertanto la più urgente da affrontare. Seguono la battaglia dei pregiudizi legati all’immagine, quella sui ruoli assegnati alle donne e agli uomini e infine la violenza contro le donne.

 

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