Un Puntino nero sulla Mano per Denunciare in Silenzio le Violenze Domestiche

Hanno paura di non essere credute. Temono le controreazioni del partner. Non hanno materialmente la possibilità di sporgere denuncia. E così, molte vittime di violenza domestica, si tengono tutto dentro. Ora, grazie a Black Dot Campaign, disegnandosi un semplice puntino nero sulla mano potranno essere riconosciute e aiutate.

Un puntino. Un semplice puntino nero sul palmo della mano per aiutare quelle vittime di violenza domestica che non riescono a chiedere aiuto a parole, a denunciare la loro situazione attraverso il riconoscimento del “neo” nero. È la filosofia di Black Dot Campaign, letteralmente La campagna del pallino nero. Un’iniziativa nata negli Stati Uniti a sostegno delle vittime più vulnerabili di violenza domestica: la campagna ha già raggiunto quasi 5 milioni di persone; moltissime hanno aderito, e una cinquantina sono già stata salvate dai loro aguzzini, come spiega Polly Neate, Chief Executive del Nnedv, National Network to End Domestic Violence.

Può essere molto difficile e pericoloso per le vittime di abusi domestici parlare di ciò che sta accadendo loro, a causa della paura di ciò che potrebbe fare il colpevole e la paura di non essere credute. Il punto nero potrebbe aiutare alcune vittime a comunicare il loro abuso ed è utile avere una gamma di opzioni perché le circostanze variano notevolmente.

Neo contro la violenza domestica
Fonte: Facebook @Black Dot Campaign

La campagna, come detto, è nata negli Usa, dove una donna su quattro è vittima di abusi e violenze, spesso per mano del partner. Queste donne talvolta non denunciano le vessazioni subite: pensano che non servirà a niente, sono troppo impaurite o sanno che denunciare, paradossalmente, potrebbe risultare per loro e per i figli eventualmente presenti ancora più pericoloso che non farlo.

L’idea è che ora, disegnandosi un puntino nero col pennarello sul palmo della mano, le vittime possano essere riconosciute da amici, parenti, negli ospedali, nelle cliniche, negli uffici pubblici e ricevere di conseguenza l’aiuto di cui necessitano, senza esporsi a rischi.

Le vittime di violenza domestica sono più a rischio di essere uccise nel momento in cui decidono di lasciare il loro compagno.

ha detto ad Huffingtonpost.com il vice presidente del Nnedv, Cindy Southworh.

L’ethos originale per questa campagna è stato quello di consentire a una vittima di mettere un punto sulla mano di qualcuno di cui si fidavano per dare il via a una conversazione che portasse a intraprendere un percorso verso un intervento professionale. Questa iniziativa aspira ad aprire gli occhi e le orecchie del mondo sul dramma della violenza domestica e degli abusi.

La Black Dot Campaign sta consentendo alle donne abusate di aprirsi per la prima volta, come racconta sulla pagina Facebook dedicata all’iniziativa una donna incinta che ha avuto il coraggio di denunciare il suo compagno, che non la lasciava nemmeno per un secondo. Ma durante un esame in ospedale, l’aguzzino si è allontanato per qualche istante, e la donna si è ispirata alla Black Dot Campaign per lanciare il suo messaggio silenzioso, scrivendosi sulla mano Aiuto.

Non ho dovuto dire una parola. Questa campagna mi ha dato la forza di chiedere aiuto, e l’idea per farlo nel modo giusto. Ora grazie alla campagna e all’aiuto di un consulente, sono finalmente al sicuro.

Fonte: Facebook @Black Dot Campaign
Fonte: Facebook @Black Dot Campaign

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