Ogni volta in cui il rossetto è stato segno di perversione o da non indossare

Esiste da 5000 anni, ma la sua fortuna ha visto momenti alterni. È stato simbolo di vanità, di provocazione, addirittura di stregoneria, eppure continuiamo ad amarlo: scopriamo tutte le volte in cui il rossetto è stato vietato, e perché.

Ci sono gesti che hanno una storia millenaria, che ripetiamo ogni giorno come i nostri antenati di migliaia di anni fa. Se per alcuni lo diamo per scontato, per altri potrebbe essere una sorpresa. È il caso del rossetto, l’elemento di make-up per eccellenza che ha attraversato oltre 5000 anni di storia.

Dipingersi le labbra, infatti, è un’abitudine antica, nata molto prima di Cristo, le cui prime tracce si trovano addirittura nell’antica civiltà mesopotamica, come testimonia la tomba di Shubad, regina sumera, che venne seppellita con una piccola scatola dorata contenente una pasta ottenuta da olio di sesamo, polvere rossa ed essenza di rosa.

Strumento di bellezza, di prestigio, di emancipazione, nei secoli il rossetto non è stato solo un elemento estetico, ma anche un gesto sensuale e provocatorio che, molto spesso, è stato bandito. Scopriamo tutti i casi in cui il rossetto non è stato visto solo come un tocco di colore sulle labbra, ma un pericoloso simbolo di perversione.

1. Il rossetto? Solo se sei una prostituta

rossetto grecia

Se nell’Antico Egitto e tra i Romani il rossetto era stato un simbolo di prestigio sociale – tanto da essere indossato da donne e uomini e, in alcuni casi, anche dalle statue degli dei – nella Grecia Classica il rossetto rosso era il cosmetico delle prostitute, obbligate ad utilizzarlo per segnalare la propria professione e differenziarsi dalle donne perbene, aiutando gli uomini a fare una distinzione.

2. Indossi il rossetto? Sei una strega

rossetto stregoneria

Dopo secoli di fortuna, nel Medioevo il rossetto divenne invece sinonimo di vanità e lussuria, e quindi di peccato. Associato alla perversione diabolica, l’uso del rossetto fu legato a doppio filo alla stregoneria e, di fatto, l’uso ne fu bandito per tutte quelle donne che non aspirassero ad ardere sul rogo. Fu solo nel 1500 che il rossetto poté tornare sulle labbra senza pregiudizi, grazie a un’accanita sostesitrice come la Regina Elisabetta I e alle dame delle corti europee.

3. Tua moglie ha il rossetto? Potrebbe essere una strega

rossetto 1770

Il Parlamento britannico, però, lo bandì di nuovo nel 1770 definendolo un tentativo diabolico di indurre gli uomini a sposarsi. Anche in questo caso, tornava la vecchia accusa medievale di stregoneria: la legge, infatti, condannava formalmente il rossetto stabilendo che «le donne dichiarate colpevoli di aver sedotto gli uomini sposati attraverso l’uso di cosmetici potevano essere processate per stregoneria». Anche alcuni stati americani, però, hanno visto nell’utilizzo del rossetto una truffa ai danni degli uomini, consentendo addirittura l’annullamento del matrimonio nei casi in cui la moglie avesse indossato il rossetto durante il periodo del corteggiamento.

4. Tra puritanesimo vittoriano e scandali

All’Inghilterra il rossetto proprio non piaceva: la Regina Vittoria considerava scortese indossarlo, per questo la condanna sul suo utilizzo rimase molto forte e, secondo alcuni storici, fu solo intorno al 1860 che iniziò il rilancio di questo cosmetico. Applicare il rossetto, però, era ancora come qualcosa che doveva essere fatto solo in totale segretezza, per questo l’attrice teatrale Sarah Bernhardt provocò un enorme scandalo quando indossò liberamente in pubblico il suo “lip rouge” alla fine del 1800.

5. L'emancipazione passa (anche) dalle labbra

suffragette rossetto

È solo nel 1900 che il rossetto torna a essere socialmente accettato, fino a diventare uno dei tratti distintivo del look anni ’20. Prima di diventare un oggetto di consumo – complici anche i nuovi e più comodi modi di applicarlo – il rossetto diventa però anche qualcosa di nuovo: un elemento di emancipazione e libertà.

Secondo Madeleine Marsh, autrice di “Compacts and Cosmetics”, la prima e più celebre rivendicazione di utilizzo del rossetto fu quando le suffragette presero le strade di New York nel 1912 indossando un rossetto rosso brillante. Fu Elizabeth Arden, fondatrice dell’omonima azienda di cosmetici a trasformarlo in un simbolo contro le ingiustizie sociali. Secondo le cronache, Arden distribuì rossetti per le strade di New York, convincendo le femministe che marciavano per i loro diritti ad adottarlo come loro simbolo, e Charlotte Perkins e Elizabeth Cady Stanton, a capo del movimento femminista negli Stati Unti, accettarono la proposta.

Dopo secoli in cui l’autorità maschile aveva limitato l’uso del rossetto per motivi morali e religiosi, il colore rosso sulle labbra era diventato un vero simbolo della ribellione femminile.

6. Comunismo o femminilità?

rossetto seconda guerra mondiale

Nella Germania nazista, a causa del colore rosso, il rossetto era diventato simbolo del comunismo. Dall’altra parte, però, le donne, costrette per necessità a ricoprire ruoli maschili in particolare nelle fabbriche e provate dalle ristrettezze della guerra, videro il rossetto come un modo per non rinunciare alla loro femminilità, e continuarono a indossarlo.

7. Voto alle donne sì, ma «senza rossetto»

donne al voto rossetto

La fine della guerra portò nuove libertà nell’Europa Occidentale: nel 1946, per la prima volta anche le donne potevano votare (non tutte, ricordiamolo: le prostitute erano escluse dal suffragio “universale”). Gli editoriali dell’epoca non insistono solo sull’importanza di andare a votare «andate a votare per i vostri mariti, i vostri figli e per la Patria», ma soprattutto, sull’importanza di andare a farlo senza rossetto. Come mai? La scheda doveva essere umettata e incollata: il rossetto avrebbe potuto lasciare un segno di riconoscimento e, quindi, portare all’annullamento della scheda.

8. «Come una donna del Congresso»

aoc rossetto

Alexandria Ocasio Cortez non è conosciuta solo per essere la parlamentare più giovane mai eletta al congresso degli Stati Uniti: è giovane, è competente, è determinata, è bellissima e rivendica fieramente le sue origini portoricane e la sua appartenenza al Bronx.
Per il suo insediamento, Alexandria ha scelto un look total white, orecchini a cerchio e rossetto rosso, accessori ispirati a Sonia Sotomayor, la prima persona di origine ispanica e la terza donna a essere eletta giudice della Corte Suprema, nel 2010.

Il giorno della sua nomina, a Sonia venne consigliato di indossare uno smalto di colore neutro, così da non essere “giudicata”. Lei scelse il rosso. Così ha fatto AOC, scegliendo gli orecchini a cerchio e il rossetto rosso così che, di fronte alla richiesta di adottare un look più sobrio, le ragazze potessero rispondere che «si stanno vestendo semplicemente come una donna del Congresso».

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