Lucy Gordon era destinata a diventare uno dei volti più amati del cinema internazionale. Prima di togliersi la vita, il 20 maggio del 2009, aveva appena finito di girare il film Gainsbourg (Vie héroïque), in cui interpretava l’iconica Jane Birkin, e stava per andare a presentarlo a Cannes. Aveva già programmato un’intervista e un appuntamento dal parrucchiere, fissati proprio per quel drammatico giorno. Quasi ventinovenne, aveva una carriera luminosa davanti a sé, spezzata troppo prematuramente.

“Avrebbe potuto interpretare qualsiasi personaggio”, disse di lei il regista Joann Sfar, che l’aveva diretta proprio nel suo ultimo film, come ricorda un articolo dello Standard. “Lucy emanava un’aura di luce. Splendeva in qualsiasi momento della sua vita”.

Trattandosi di una giovane e bella star nascente del grande schermo, la stampa si gettò a capofitto sulla sua storia. Come riportato da un articolo della rivista Gala, Lucy Gordon fu trovata impiccata nel suo appartamento di Parigi, in cui viveva con il fidanzato, il direttore della fotografia Jérôme Almé­ras, conosciuto sul set del film Cinéman del 2007.

Lucy Gordon aveva lasciato un biglietto in cui dichiarava di essere “sana di mente e di corpo”, specificando come dividere il suo patrimonio di 70.000 sterline tra famiglia e amici. In una seconda lettera, mai rivelata alla stampa e destinata ai genitori, sembra che avesse chiesto il loro perdono e forse lì ha spiegato le motivazioni di un gesto al contempo disperato e così freddo e calcolato.

Noi però non possiamo conoscere il motivo del suo tragico gesto, anche se qualcuno azzardò qualche ipotesi. Per qualcuno forse era rimasta sconvolta dal suicidio di un amico, avvenuto poco tempo prima. Per altri, Lucy faticava a sostenere i ritmi del suo lavoro da attrice, che esigeva un impegno sempre più sfiancante. E per altri ancora, forse era tutta colpa di un litigio con il fidanzato.

Parlando al Daily Mail dopo la scomparsa della figlia, Richard Gordon disse che non c’era alcun dubbio sulla causa della sua morte e che sul corpo di Lucy non c’erano segni sospetti. Per interrompere qualsiasi speculazione, raccontò anche di essere in contatto con Jérôme Almé­ras, sconvolto dalla tragedia quanto loro. Era stato proprio lui a scoprirla e ad avvisare le autorità, dopo essersi svegliato nel loro appartamento davanti a quella scena straziante.

“Sono rimasto basito”, ha detto il regista Sfar allo Standard, parlando della morte dell’attrice. “Tra di noi, lei era quella più forte, che sapeva sempre prendersi cura di tutti. La maggior parte delle amiche di Lucy erano modelle e sembravano sempre sconvolte, tanto da dichiarare di volersi suicidare. Lei  si prendeva sempre cura di loro, dicendo che la vita è bella e che dovevano essere felici. Non mi sarei mai aspettato che lei fosse così triste”. 

Nella gallery ripercorriamo la sua storia.

Le ultime parole scritte dall'attrice Lucy Gordon prima di suicidarsi a 29 anni
Fonte: Getty Images e Universal Pictures France
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