Tawakkul Karman e quella "sega che fa a pezzi i corpi" di cui aver paura

Tawakkul Karman e quella "sega che fa a pezzi i corpi" di cui aver paura
Fonte: Getty Images
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Gennaio 2011: durante le sommosse popolari in Yemen, una giovane donna di nome Tawakkul Karman è in prima fila nelle proteste degli studenti contro il dittatore Ali Abdullah Saleh. La arrestano, ma viene poi liberata sulla parola.

Qualche giorno dopo l’attivista e giornalista yemenita si presenta a un nuovo raduno e dal palco chiede di ribellarsi. Qualche mese dopo la fermano ancora una volta, ma lei non ha intenzione di stare a guardare, così decide di scrivere un articolo per il New York Times, in cui attacca Stati Uniti e Arabia Saudita per il loro sostegno alla dittatura yemenita.

Da quel momento, tutto è cambiato: ci sono stati altri arresti, minacce, intimidazioni e attacchi, ma anche soddisfazioni personali. C’è stato il Nobel per la Pace, ma la strada da percorrere è ancora lunga.

Intervistata nel 2019 da ytali, Tawakkul Karman ha spiegato che la rivoluzione yemenita resta incompiuta, nonostante siano passati anni.

In questa rivoluzione la donna ha assunto ruoli di guida. Donne sono state uccise per la strada… assassinate perché erano guide. Saleh diceva che dovevamo restare a casa. Ma la nostra risposta è stata: prepara la tua valigia, perché le donne faranno cadere il tuo trono. Inizialmente eravamo solo tre donne giovani. Siamo state derise e arrestate. Temute. Gli uomini erano stupiti della nostra presenza e noi stesse della nostra forza. Le donne sono coraggiose e generose: non combattono mai solo per sé, lo fanno per tutta la comunità.

Tawakkul Karman continua a girare il mondo per far conoscere la sua storia e quella dello Yemen, che è la stessa di tanti altri paesi che hanno vissuto la tirannia, come altre donne coraggiose fanno, ad esempio Malala Yusafzai, che come lei ha vinto il Nobel per la pace.

 Ovunque io vada, cerco di spiegare che le tirannie privano le società di pace e sviluppo. Ogni società privata delle libertà e dei diritti umani può solo vivere una pace apparente e precaria fatalmente destinata a crollare.

Nel maggio del 2020 è stata scelta per essere una delle 20 persone scelte per far parte del nuovo consiglio di sorveglianza di Facebook, che devono supervisionare i contenuti sensibili pubblicati sulla rete dei social media e, se necessario, contrassegnare il materiale da rimuovere dalla piattaforma, e ha dichiarato di aver ricevuto attacchi da parte dei media sauditi e dei suoi alleati.

Sono oggetto di bullismo diffuso e di una campagna diffamatoria da parte dei media sauditi e dei suoi alleati. Ciò che è più importante ora è essere al sicuro dalla sega usata per tagliare a pezzi il corpo di #jamalkhashoggi.

Il riferimento nel tweet è ovviamente al giornalista saudita Jamal Kashoggi, orribilmente ucciso nel 2018 all’interno del consolato dell’Arabia Saudita a Istanbul.

Sfogliate la gallery per ripercorrere tutta la storia di Tawakkul Karman…

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