Perché anche il Grande Fratello Vip 2018 è ciò di cui non abbiamo bisogno

Perché anche il Grande Fratello Vip 2018 è ciò di cui non abbiamo bisogno
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I reality domineranno il mondo. O perlomeno il palinsesto televisivo italiano dell’autunno.

Alla faccia di quanti sostengano che ormai non se ne possa più di vedere persone, più o meno conosciute, spiattellare i propri affari privati davanti alle telecamere, innamorarsi, lasciarsi e persino fare altro, gli show di questo genere continuano a fioccare sulle reti televisive italiane, sospinti da quel gusto per il voyeurismo che, seppur taciuto per pudore o imbarazzo, è intimamente presente in – quasi – tutti noi.

Così, dopo la versione per “persone comuni” di Temptation Island, il reality in cui le parole “gelosia” e “infedeltà” vanno quasi di pari passo, adesso ne è stata pensata una per i Vip, di cui si può discutere sia dell’opportunità di trasmettere un format del genere, sia della stessa denominazione “vip” dei concorrenti che vi hanno preso parte.

Soprassedendo poi sul fatto che, fra le varie cose curiose dell’edizione per “very important people”, a raccogliere gli sfoghi amari della giovanissima fidanzata di un Bettarini passato ai (dis)onori della cronaca per un elenco pubblico di conquiste – enunciato in un altro reality, tanto per non farsi mancare nulla – c’è la ex moglie di costui, Simona Ventura. Un intreccio degno degli sceneggiatori di Beautiful.

Ma Temptation Island Vip non sarà la sola leccornia che gli amanti del trash potranno gustare in questo primo scorcio di autunno 2018: il 24 settembre è infatti partita anche la terza edizione del Grande Fratello Vip, con al timone ancora una Ilary  Blasi improvvisamente tornata al platino e Alfonso Signorini, opinionista inamovibile.

Ancora memori del siparietto Monte-Rodriguez-Moser con annesso mistero dell’armadio, e con un’edizione Nip ricordata prevalentemente per scurrilità e discorsi sessisti, omofobi e razzisti di vario genere che per altri contenuti, quella del 2018 si appresta a essere, forse, solo una brutta copia delle due edizioni precedenti.

Se la prima, infatti, esattamente come successo con il primo GF targato Daria Bignardi, poteva essere un esperimento sociale interessante per vedere come volti noti dello spettacolo italiano riuscissero a gestire la convivenza forzata con altri inquilini, e quindi i conseguenti rapporti di simpatia e antipatia (alla faccia di chi si ostina a dire che nello star system vadano tutti d’amore e d’accordo!), già la seconda ha segnato una decisa virata trash del programma, culminata con la chiusura in diretta fra Cecilia Rodriguez e Francesco Monte e la bollente storia nata tra la sorellina di Belen e il figlio d’arte Moser, e sostenuta in gran parte solo dalla verve da primadonna di Cristiano Malgioglio, protagonista in senso assoluto, nel bene e nel male.

Le premesse di questo GF 3.0 sembrano quindi in questo senso portare il programma al deciso sprofondamento verso il trash allo stato puro; e non solo perché la “punizione” per gli inquilini, quest’anno, è la permanenza in una caverna stile Flinstones con tanto di costumi da Homo Sapiens, ma perché il livello generale del cast sembra esattamente quello di cui questo programma non aveva bisogno.

Ora, siamo tutti d’accordo che il Grande Fratello non ambisca certo a elevarsi al rango di programma culturale né sostituirsi a Superquark, ma la sfilata dei partecipanti sembra essere solo una riproposizione ormai trita di vecchie glorie e starlet in cerca di gloria, di nostalgici della popolarità e di vip davvero poco vip, in cui fanno eccezione uno, forse due nomi (che a questo punto ci si chiede come possano aver accettato di partecipare). Niente di nuovo sotto il sole, dunque, ma la solita, ormai banale formula di tutti gli show di questo genere, ampiamente usata, in cui si cerca di puntare sul confronto generazionale tra “ex famosi” e “aspiranti star”, con qualche habitué del mondo reality buttato qua e la, che a livello di contenuti può rasentare davvero lo zero. A fare da cornice, poi, gli immancabili flirt che nascono tra un grattino sul divano e una nottata sotto le coperte, sbandierati da un lato quel tanto che basta e tenuti a bada, dall’altro, con la frase di rito “Siamo solo amici”, e i classici schieramenti conditi da gelosie varie e attriti caratteriali, che saranno pure inevitabili di fronte a tanta umanità variegata obbligata alla convivenza, ma sembrano ripetere sempre il solito copione: c’è il falso, il burattinaio, quello che si sente tradito dall’amico conosciuto solo due settimane prima ma con cui “ha pianto insieme”.

Non per essere pessimisti, né per fare i soliti criticoni da bar, per carità, ma il dubbio se davvero avessimo bisogno di questo GF Vip ci è venuto eccome, e la risposta, ahinoi, è stata un deciso “no”. Per tutti i motivi che abbiamo elencato in gallery.