"Ho visto la morte in faccia, ma sono viva", la rinascita di Miriana Trevisan

È passato molto tempo da quando Miriana Trevisan era una ragazza di Non è la Rai. Al suo ritorno in tv con il Grande Fratello Vip ha raccontato un dramma vissuto, quando le è stato diagnosticato un tumore all'utero.

Miriana Trevisan è stata uno dei volti più conosciuti e importanti della televisione di coloro che sono state giovani e giovanissime negli anni ’90. Miriana è stata una delle ragazze di Non è la Rai, anagraficamente parlando una delle più adulte all’epoca della trasmissione. L’abbiamo guardata puntata dopo puntata, ballare, sorridere, cantare e naturalmente dare una mano durante il cruciverbone. Dolce e bellissima, una giovane donna piena di fascino.

Ha lavorato coi più grandi, da Mike Bongiorno a Raimondo Vianello, per poi sparire letteralmente dai radar per anni, prima di ricomparire con varie partecipazioni ai reality; l’ultimo, in ordine di tempo, il Grande Fratello Vip, dove ha raccontato un episodio molto particolare e triste della sua vita, fortunatamente archiviato.

La showgirl ha infatti subito una delicata operazione chirurgica per un tumore all’utero, e al coinquilino Alex Belli ha detto poche ma eloquenti parole:

Ho visto la morte in faccia, ma sono viva.

Una volta uscita dalla casa più spiata d’Italia, Trevisan ha approfondito l’argomento nel salotto di Verissimo.

Ho iniziato a stare male nei mesi in cui si è ammalato mio padre, ma ho trascurato questo male perché volevo stare al fianco di mio padre, volevo dargli supporto e stare con la mia famiglia. Avevo queste perdite di sangue violente e anche la massa cominciava a farsi vedere sull’addome. I dottori mi mettevano in guardia sull’urgenza dell’intervento, ma non li ho ascoltati.

Nella carriera di Miriana Trevisan c’è anche un fatto particolare: è stata una delle primissime a denunciare di essere stata vittima di molestie a sfondo sessuale, da parte del regista Giuseppe Tornatore.

Vent’anni fa, andai negli uffici di Giuseppe Tornatore – ha detto nel 2017, allo scoppio del #MeToo, a Vanity Fair – Era un appuntamento che mi aveva organizzato il mio agente. Non era un provino, ma un primo incontro in vista di un film in lavorazione, La leggenda del pianista sull’Oceano. C’era una segretaria che mi accolse ma poi se ne andò. Rimanemmo soli. Dopo qualche tranquilla chiacchiera sul film, quando ci stavamo salutando, il regista mi chiese di uscire con lui quella sera per andare a mangiare una pizza.

Io risposi che avevo già un impegno, lo ringraziai e mi alzai per andarmene. Lui mi seguì fino alla porta, mi appoggiò al muro e cominciò a baciarmi collo e orecchie, le mani sul seno, in modo abbastanza aggressivo. Riuscii a sfilarmi e scappai via. Ero entrata sentendomi una principessa, a un passo da un sogno che si realizzava, pensavo ‘forse farò un film con un regista premio Oscar’ e sono uscita sentendomi uno straccio. Non riesco a dimenticarmi il suo sguardo: incantato al mio ingresso, pieno d’odio mentre uscivo. Come se avesse scoperto che il giocattolo erotico aveva la batteria scarica. Mamma, quanto ho pianto.

In alcuni articoli per Linkiesta ha aggiunto:

Ti fai le feste ma eviti gli incontri, prendi il taxi per tornare a casa piuttosto di qualche auto di lusso; fai finta di non avere capito di essere stata invitata sullo yacht finché alla fine non ti invitano più davvero. Molte delle mie colleghe negli anni del mio lavoro in televisione mi hanno detto la stessa cosa: ‘hai potenzialità (dicevano bellezza ma intendevano la figa) e non la sfrutti, sei un pazza’, ‘ci sono calciatori e produttori che sbavano per te: dopo te la lavi ed è tutto come prima’. Consigli dati come se fossi stata un’aliena.
Poi ti succede di uscire da un camerino, dopo un’imbarazzante chiacchierata con un mostro sacro della televisione, e una sua dolce collaboratrice ti dice: ‘hai ancora il rossetto, non ti vedremo più’ e con un sorriso di pena ti congeda.

Per le sue accuse Trevisan si è attirata anche parecchie critiche come quella di Irene Ghergo, autrice di Non è la Rai con Gianni Boncompagni, che ha detto a Il Fatto Quotidiano:

La donna ha la facoltà di ribellione e nessuno gliela può togliere. Forse è un fatto caratteriale. C’è chi ce la fa e chi non ce la fa. A me ad esempio mai verrebbe in mente dopo 30 anni di tirar fuori certe accuse, suvvia. Anche se c’è rabbia, frustrazione, si archivia.

Per stabilire se ci siano state delle responsabilità e delle colpe ci sono ovviamente i tribunali, ma come spesso accade a chi denuncia (anche in maniera inizialmente un po’ vaga), Miriana Trevisan è diventata un bersaglio ed è stata accusata a sua volta di non avere abbastanza talento. Ma lei è sempre andata per la sua strada, senza abbassare mai la testa.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!