Chi pregustava una storia alla Uccelli di Rovo, capace di stravolgere la storia della Chiesa Cattolica degli ultimi 40 anni dovrà certamente rimanere deluso, perché nella corrispondenza epistolare tra Papa Giovanni Paolo II e la filosofa americana Anna Teresa Tymieniecka non c’era altro che una fenomenale, bellissima amicizia, pulita e sincera come solo quelle che superano chilometri di distanza, scelte di vita e tempo possono essere.

Il carteggio tra il Pontefice scomparso nel 2005 e l’amica Anna è stato ritrovato nella Biblioteca nazionale di Polonia nel 2008 dal giornalista Edward Stourton, ma tenuto segreto fin quando non è stato raccontato all’interno di un documentario della BBC; l’amicizia tra i due risale all’epoca in cui Wojtyla era solo il Vescovo di Cracovia, nel 1973, ed è durato, rimanendo intatto, intimo e profondo, per oltre trent’anni. Anna, polacca come lui, si è trasferita negli Stati Uniti per laurearsi, e lì ha incontrato colui che sarebbe stato il suo futuro marito, e padre dei suoi tre figli, Hendrik Houthakker.

E poco importa se alcuni giornali, forse a caccia dello scoop sensazionalistico, subito dopo il pubblico annuncio delle lettere hanno usato titolo come “Era una donna sposata la destinataria delle lettere di Papa Wojtyla”; niente, neppure il pettegolezzo serpeggiante e lo sbigottimento dei bigotti, può sporcare quella che è stata a tutti gli effetti una storia di grande amore, di confidenza e di rispetto reciproco.

Perché l’amore, è inutile negarlo, ha mille forme, che non si esauriscono puramente nell’ambito fisico o sessuale; l’amicizia stessa è una forma di amore, e questo tipo di sentimento ha legato inestricabilmente le vite di Karol e Anna per più di un quarto di secolo.

Trecentocinquanta, le lettere tra lui e Anna Teresa; lo contatta dapprincipio lei, per un libro di filosofia scritto dal futuro Papa, e il rapporto nel tempo si intensifica, consolidato non solo dalla corrispondenza epistolare ma anche da decine di fotografie che li ritraggono insieme, nelle loro passeggiate in montagna, in vacanza sugli sci oppure in campeggio, esattamente come due migliori amici farebbero.

Non è stato, certamente, un rapporto nato sotto il migliore degli auspici; nella Polonia degli anni ’70, infatti, qualsiasi rapporto tra un sacerdote e una donna era considerato rischioso, di qualunque natura fosse. Il regime comunista di Varsavia considerava la Chiesa cattolica come il nemico, e la polizia segreta – l’SB, come erano noti – osservava costantemente i suoi leader. Il dottor Marek Lasota, che ha studiato i fascicoli dell’era comunista all’Istituto di rimembranza nazionale a Cracovia, ha scoperto che l’SB aveva un particolare interesse per il cardinale Wojtyla. “Hanno installato cimici per le intercettazioni telefoniche nel suo appartamento e il suo telefono è stato bloccato – ha raccontato, come riporta la BBC – Ogni lettera è stata intercettata e controllata, sia privata che ufficiale“.

Per questo il rapporto tra i due diventa più saldo solo quando Wojtyla arriva a Roma, per partecipare a un incontro di vescovi cattolici nell’autunno del 1974. Ed Stourton sostiene, analizzando parte della corrispondenza, che almeno in una fase iniziale della relazione, probabilmente nell’estate del 1975, Anna Teresa Tymieniecka disse a Karol Wojtyla di essere innamorata di lui.

Il futuro Giovanni Paolo II non fece marcia indietro di fronte a quella confessione (presunta), ma le regalò, continua Stourton, un oggetto di abbigliamento devozionale noto come scapolare.
Gli scapolari devozionali sono formati da due minuscoli pezzetti di stoffa, indossati a contatto con la pelle sopra il petto e la schiena. Caduti ora in disuso, per secoli sono stati ampiamente usati come simbolo di impegno per la vita cristiana. Questo era stato dato a Karol Wojtyla da suo padre al tempo della sua prima Santa Comunione, e sembra che lui l’abbia investito di un significato speciale nella sua relazione con Anna-Teresa Tymieniecka. Wojtyla disse ad Anna che questo oggetto le avrebbe permesso di

Accettarti e sentirti ovunque in ogni tipo di situazione, che tu sia vicino o lontano.

Nell’estate del 1976 Anna rinnovò la dichiarazione dei suoi sentimenti per lui; lo si intuisce, spiega Stourton, dalle parole del religioso nella lettera seguente, in cui cercava di dare un senso alla relazione in termini cristiani.

Sei un dono di Dio. Se non avessi questa convinzione, una certa sicurezza morale della Grazia e di agire in obbedienza ad essa, non oserei agire in questo modo.

Da Papa, dopo che gli fu diagnosticato il morbo di Parkinson nel 1990, non smise mai di pensare ad Anna, che gli faceva spesso visita e gli inviava fiori e fotografie dalla sua casa a Pomfret. In una lettera lui le disse:

Sto pensando a te, e nei miei pensieri vengo a Pomfret ogni giorno.

Dopo la sua ultima visita in Polonia nel 2002, invece, Giovanni Paolo II ha scritto:

La nostra patria comune, così tanti luoghi in cui ci siamo incontrati, dove abbiamo avuto conversazioni che erano così importanti per noi, dove abbiamo sperimentato la bellezza della presenza di Dio.

Anna-Teresa Tymieniecka ha visitato Giovanni Paolo il giorno prima che lui morisse, il 2 aprile del 2005. Lui fu santificato nove anni dopo, nel 2014.

Chiunque voglia trovare lo scandalo nella storia di Papa Wojtyla e Anna commette un grosso peccato, e lo diciamo non volendo essere blasfemi; la loro amicizia non può e non deve essere toccata con lordure e basse allusioni, ma conservata così come si custodiscono le cose belle; con orgoglio, paura di sciuparle e un pizzico di sana gelosia. Perché anche Giovanni Paolo era un uomo, e queste lettere in fondo, lo rendono agli occhi di tutti noi decisamente più umano.

Alcune delle foto dei campeggi di Anna e Wojtyla prese dalla BBC sono raccolte nella nostra gallery.

Le lettere segrete tra Karol Wojtyla e l'amica Anna che sconvolsero i bigotti
Fonte: web
Foto 1 di 7
Ingrandisci