*** Aggiornamento del 18 novembre 2021 ***

Hanno fatto scalpore, e suscitato qualche polemica, le parole riservate a Giovanni Falcone da Ilda Boccassini nel suo ultimo libro, La stanza numero 30; in quelle pagine la ex magistrata, in pensione dal 2019, rivela l’amore che la legò al giudice ucciso nella strage di Capaci il 23 maggio del 1992.

Sicuramente non si trattò dei sentimenti classici con cui siamo abituati a fare i conti nel corso della vita. No – scrive Boccassini – Il mio sentimento era altro e più profondo, non prevedeva una condizione di vita quotidiana, il bisogno di vivere l’amore momento per momento. Ero innamorata della sua anima, della sua passione, della sua battaglia, che capivo essere più importante di tutto il resto.

Tra le prime a essere risentita dalle rivelazioni di Boccassini Maria Falcone, sorella del giudice assassinato, che in una lettera a La Sicilia inviata in risposta a un intervento satirico pubblicato sul giornale ha scritto:

Quel che allarma innanzitutto è che sembra si sia smarrito ormai qualunque senso del pudore e del rispetto prima di tutto dei propri sentimenti (che si sostiene essere stati autentici), poi della vita e della sfera intima di persone che, purtroppo, non ci sono più, non possono più esprimersi su episodi veri o presunti che siano e che – ne sono certa – avrebbero vissuto questa violazione del privato come un’offesa profonda.

La stanza numero 30. Cronache di una vita

La stanza numero 30. Cronache di una vita

La carriera straordinaria della magistrata Ilda Boccassini raccontata senza filtri dalla sua viva voce, dall'arrivo alla Procura di Milano, nel 1979, al lavoro con Falcone fino al dramma terribile della morte del giudice nella strage di Capaci, passando per il processo a Berlusconi, fino al pensionamento, nel 2019. Tutto raccontato attraverso gli occhi di una donna libera e più forte dei pregiudizi.
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*** Articolo originale ***

Persino per una donna combattiva come Ilda Boccassini, uno dei simboli della procura di Milano, arriva prima o poi il momento della pensione. E l’addio alla toga, l’8 dicembre 2019, è una tappa obbligata anche per lei, perché tutti i magistrati devono ritirarsi dopo il compimento dei settant’anni d’età.

Una lunga carriera da magistrata, tante lotte e anche tanti nemici. Molti colleghi hanno ricordato la sua straordinaria carriera, come l’avvocato Davide Steccanella, che ha scritto un lungo post su Giustiziami.it. Non è una sua amica, ha specificato, aggiungendo però che una donna come lei non la incontrerà mai più, dentro e fuori dal tribunale.

Il suo anelito permanente alla punizione di ogni illegalità la rendeva immune da qualsiasi condizionamento, un po’ come quel rivoluzionario parlando del quale un giorno qualcuno che l’aveva conosciuto mi disse: “se lo avesse ritenuto utile alla causa avrebbe ucciso anche sua madre”, e sono convinto che il pm Boccassini, che invece non uccideva ma arrestava, se l’avesse colta con le mani nel sacco, avrebbe arrestato anche sua madre.

Nata a Napoli il 7 dicembre del 1949, Ilda Boccassini si laurea in Giurisprudenza e nel 1979 entra in magistratura, lavorando prima a Brescia e poi a Milano. Si occupa fin da subito di criminalità organizzata, lavorando fianco a fianco con il tenente Ultimo, autore dell’arresto di Totò Riina, e con Giovanni Falcone, a cui era legata da una profonda amicizia.

Tornata a Milano dopo un breve periodo in Sicilia, Ilda Boccassini diventa un nome noto alle cronache giudiziarie negli anni Novanta, il decennio di Mani Pulite e poi dei processi a Silvio Berlusconi. Tra i tanti che si occupano di lei e delle sue battaglie, c’è anche il grande Enzo Biagi.

C’è un magistrato, un’affascinante donna dai capelli rossi, che fu amica di Giovanni Falcone, la quale dopo gli attentati di Capaci e via D’Amelio andò in Sicilia e fece arrestare gli esecutori materiali delle due stragi: Ilda Boccassini. Una donna tenace, che non si ferma di fronte a nulla, che ha un unico obiettivo, quello di far trionfare la giustizia, come aveva fatto a Palermo il giudice Falcone nel maxi processo contro la mafia.

Riservata e schiva, per tutta la sua carriera è stata però accompagnata dal ricordo di Falcone e della sua tragica morte. In occasione dei funerali si era scagliata contro chi lo aveva abbandonato, come raccontato in un vecchio articolo della Repubblica.

Giovanni sapeva di dovere morire. Ma gli è toccato morire con l’ amarezza di essere lasciato solo.

Sfogliate la gallery per ripercorrere i processi più importanti di Ilda Boccassini…

Ilda Boccassini, la magistrata in trincea che "avrebbe fatto arrestare sua madre"
Fonte: Getty Images
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