Se ne andato a 91 anni nella notte tra il 5 e 6 luglio 2020, Ennio Morricone, il grande musicista e compositore. L’autore delle colonne sonore più belle della storia del cinema si è spento a Roma a seguito di una caduta, pochi giorno dopo essersi rotto il femore. Discreto come sempre, fino alla fine, ha scelto funerali in forma privata, di scrivere di suo pugno il proprio necrologio, e di riservare a Maria, la sua Maria, che gli è stata accanto per 60 anni, l’ultimo saluto.

Io Ennio Morricone sono morto – si legge – C’è solo una ragione che mi spinge a salutare tutti così e ad avere un funerale in forma privata non voglio disturbare.

Per Maria:

A Lei rinnovo l’amore straordinario che ci ha tenuto insieme e che mi dispiace abbandonare. A lei il più doloroso addio.

 

Non stupisce tale dedica né che la moglie gli sia stata accanto fino all’ultimo istante. Quello tra Ennio Morricone e Maria Travia è infatti un amore leggendario. E non solo perché è il compositore stesso a essere una leggenda, ma perché Maria gli è stata accanto in oltre 60 anni di matrimonio (anzi, 63 festeggiati il 13 ottobre).

La coppia ha avuti quattro figli: Andrea – anche lui musicista e compositore come il padre – Marco, Giovanni – che pure lavora in ambito cinematografico – e Alessandra.

Maria Travia non è stata però la donna dietro al genio, dietro al grande uomo, ma accanto. Non è un caso che Morricone, nel discorso di ringraziamento per l’Oscar per la Miglior Colonna Sonora ricevuto nel 2016 per The Hateful Eight, abbia parlato della moglie come «mio mentore». E che lo stesso Quentin Tarantino sottopose a entrambi la sceneggiatura di quel film per sapere cosa ne pensassero.

Il modo in cui si sono conosciuti Ennio Morricone e Maria Travia è il più comune possibile. Lei proveniva dalla provincia di Messina e da un anno si era trasferita in una casa vista Campidoglio nella quale vive ancora con il marito. L’incontro è avvenuto infatti a Roma nel 1950, grazie al fatto che Maria fosse un’amica di una delle sorelle del compositore. Poi un dramma unì questa coppia inossidabile.

Maria ebbe un incidente, con la macchina di suo papà – raccontò il compositore in un’intervista al Corriere della Sera – Un attimo di distrazione, e andò a sbattere. La ingessarono dal collo alla vita, come si faceva allora. Soffriva moltissimo. Io le sono rimasto vicino. […] E così, giorno per giorno, goccia dopo goccia, l’ho fatta innamorare.

Il matrimonio è appunto arrivato nel 1956. Ennio Morricone e Maria Travia hanno dovuto affrontare numerose difficoltà in tutti questi decenni però. Le difficoltà sono dovute in particolare al lavoro di lui, che lo porta spesso a trascorrere giornate intere senza vedere nessuno, con orari quasi assimilabili a quelli della vita militare. Ritmi che per il compositore hanno portato la moglie a “sopportarlo”. Certo, è un eufemismo: il loro è un grande amore.

Mentre io componevo lei si sacrificava per la famiglia e i nostri figli […] – ha raccontato Morricone, come scrive Lettera43 – Per cinquant’anni ci siamo visti pochissimo: o ero con l’orchestra o stavo chiuso nel mio studio a comporre.

Maria Travia, dicevamo, non è stata solo la moglie ma anche la più stretta collaboratrice di Morricone. È autrice di uno dei temi di Nuovo Cinema Paradiso e ha composto con il marito il brano Dove siamo rimasti di Vinicio Capossela. E naturalmente Maria ha aiutato Ennio Morricone a gestire i registi che fanno i “furbetti” e non scelgono i brani migliori del compositore per i loro film, perché di fatto è la prima giudice dell’opera del marito.

Nell’amore come nell’arte la costanza è tutto […] – ha detto in passato Morricone, come riporta Vanity Fair – Non so se esistano il colpo di fulmine o l’intuizione soprannaturale. So che esistono la tenuta, la coerenza, la serietà, la durata. E, certo, la fedeltà.

Proprio l’importanza del lavoro e quanto sia fondamentale che venga riconosciuto è stato alla base del “divorzio” tra il compositore e la Rai. Nel 2016 Ennio dichiarava infatti al Corriere:

“Con la Rai ho chiuso. L’ultima volta mi hanno cercato per un’opera di Alberto Negrin. Mi hanno detto: “Ci sono 10 mila euro per lei e per l’orchestra”. Ora, io posso anche decidere di lavorare gratis per la tv del mio Paese, ma i musicisti vanno rispettati. Incidere una colonna sonora con un’orchestra costa almeno 20, 30, forse 40 mila euro. È stato un momento di grande imbarazzo. Così ho dovuto dire: basta, grazie». Ma se la Rai tornasse a chiamarla? «Non credo che lo faranno. È una storia finita. Li capisco. Sono ristrettezze necessarie, le condivido anche; ma non posso chiedere ai musicisti di suonare a loro spese”.

Uno che invece non ha mai avuto esitazioni a riconoscere a Morricone tutti gli onori necessari è stato Tarantino, del quale il compositore ha sempre avuto parole di stima:

È una persona piena di umanità. Le sue scene possono sembrare un po’ terribili. Ma voi fate così: quando le guardate, provate a soffermarvi non sull’assassino, bensì sulla vittima. Nell’occhio della vittima si vede tutta la sensibilità di Tarantino. Io non lo conoscevo, ma sapevo che nei suoi film aveva inserito varie musiche composte da me per Sergio Leone. Poi mi ha chiamato per chiedermi la colonna sonora di un western. E invece ho fatto di testa mia, creando una musica molto diversa da quella che avevo pensato per Leone. Per fortuna ha funzionato.

Sfogliamo insieme la gallery per scoprire il genio di Morricone oltre l’amore.

Ennio Morricone e il segreto di quel grande amore per Maria lungo più di 60 anni
Fonte: Getty Images
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