A cavallo tra la fine degli anni ’90 e i primi anni 2000 il suo visino dolce, dai tratti tipicamente nordici, e la sua voce vellutata, quasi puerile (nel senso più positivo del termine) incantavano migliaia di giovanissimi, mentre le sue canzoni, scritte e cantante con la sua inseparabile chitarra, diventavano hit in tutto il mondo.

Poi, come spesso accade a chi, appena ragazzino o poco più, si ritrova immerso in un successo inaspettato e più grande di lui, anche per Lene Marlin è arrivato il momento del tracollo, della discesa. Come per Paolo Vallesi, Avicii, e molti altri che non hanno saputo sopportare il peso di una fama piovuta dal cielo.

Un periodo buio, anzi nerissimo, vissuto dalla dolce norvegese subito dopo il raggiungimento della fama internazionale seguita a Playing my game, l’album di debutto, ad appena diciotto anni: Lene decide di prendersi una pausa, ma ha un vero e proprio crollo emotivo, tanto da arrivare a tentare il suicidio, come lei stessa ha confessato anni dopo, nel 2014, in un’intervista per Aftenposten.

La vichinga dagli occhi grandi e dal sorriso contagioso, però, torna: riesce a superare tutte le sue fragilità, dimostrando una forza da vera combattente, anche se il complesso percorso affrontato incide inevitabilmente sui suoi lavori successivi, a partire dall’album dichiaratamente autobiografico Another Day (ovvero “un altro giorno”, titolo davvero emblematico), che è in maniera palese molto più maturo e introspettivo del precedente, con venature persino malinconiche che si riscontrano, ad esempio, in pezzi come You Weren’t there; il quale, se apparentemente racconta di un rapporto a due finito male, secondo un’altra chiave di lettura potrebbe essere interpretato come una sorta di dialogo di Lene con se stessa.

L’ultimo lavoro della cantautrice è datato 2009, ed è Twist the Truth; da quel momento, la fragile vichinga ha preferito continuare a lavorare dietro le quinte, scrivendo pezzi, ad esempio, per Rihanna, e a dedicarsi alla vita privata.

Ha capito che il successo va assaporato, goduto e preso a piccole dosi, affinché non ci si faccia troppo male.

Noi, però, speriamo ancora in un suo ritorno, perché quella voce angelica e quel sorriso delicato hanno incantato tutti coloro che sono cresciuti e diventati adolescenti all’inizio del nuovo secolo.

Lene Marlin e il buio della deperessione dopo la fama
Fonte: web
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