Cate Blanchett è una delle attrici più venerate nel mondo di Hollywood. E nel 2020, salvo imprevisti per il Coronavurus, sarà anche presidente di giuria della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (per tutti il Festival di Venezia), in programma dal 2 al 12 settembre.
L’attrice australiana era già stata presidente del Festival del cinema di Cannes, nel 2018, mentre a Venezia si è aggiudicata la Coppa Volpi nel 2007 per la migliore interpretazione femminile, con il film Io non sono qui, in cui interpretava Bob Dylan.
#BiennaleCinema2020 Sarà #CateBlanchett a presiedere la Giuria Internazionale di #Venezia77!
— La Biennale di Venezia (@la_Biennale) January 16, 2020
“Ogni anno attendo la selezione di Venezia e ogni anno essa risulta sorprendente e notevole. È un privilegio e un piacere essere Presidente di Giuria quest'anno”→https://t.co/gZgqqR9IIf pic.twitter.com/qlGOqk452t
Ogni anno attendo la selezione di Venezia e ogni anno essa risulta sorprendente e notevole – ha dichiarato la Blanchett – Venezia è uno dei festival di cinema più suggestivi al mondo, una celebrazione di quel mezzo provocatorio e stimolante che è il cinema in tutte le sue forme. È un privilegio e un piacere essere Presidente di Giuria quest’anno.
Ma, se su ogni set o red carpet ha sempre quel je ne sais quoi di regale, quando torna a casa, in famiglia, è tutta un’altra storia. Intervistata alla televisione inglese, durante il Jonathan Ross Show, ha raccontato che i suoi figli non seguono la sua carriera cinematografica.
Non guardano i miei film. Mio figlio mi ha dato un grande consiglio per la mia carriera anni fa, quando ha detto: “Mamma, quand’è che farai un blockbuster?” Gli ho detto “Ero ne Il signore degli anelli!”, e lui ha risposto “Sì, per tipo 30 secondi, quindi non contava davvero”.
Lei, paladina del cinema indipendente e dei ruoli più intensi, sembra non rientrare nel classico canone femminile dei supereroi, il genere che oggi sembra interessare di più le nuove generazioni, proprio come i suoi figli. Cate Blanchett è infatti madre di Dashiell John, di 16 anni, Roman Robert, di 14, Ignatius Martin, di 10 e della piccolissima Edith, che ha adottato nel 2015 con il marito Andrew Upton.
Sfogliate la gallery per ripercorrere la carriera di Cate Blanchett…
Cate Blanchett e il colpo di fulmine per il teatro
Catherine Elise Blanchett è nata a Melbourne, in Australia, il 14 maggio 1969. Suo padre, di origine francese, è morto d’infarto quando lei aveva solo dieci anni. Otto anni dopo, mentre si trova in Egitto, fa la comparsa in un film e decide di diventare attrice. Dopo aver frequentato una scuola di recitazione a Sydney, recita a teatro e in televisione. Il vero debutto, su grande schermo, è nel 1997, in Paradise Road di Bruce Beresford. Da quel momento la sua carriera è inarrestabile. Nello stesso anno sposa il drammaturgo, sceneggiatore e regista australiano Andrew Upton, ancora oggi suo marito.
I primi passi di Cate Blanchett nel cinema
Nel 1998 recita come protagonista nell’acclamato Elizabeth, che le fa vincere il Golden Globe come migliore attrice drammatica e una candidatura all’Oscar. Seguiranno tanti altri ruoli importanti, come quelli in Un marito ideale, Il talento di Mr. Ripley, The Gift e Bandits. A consacrarla, però, è il ruolo di Galadriel nella trilogia de Il Signore degli Anelli.
L'ascesa di Cate Blanchett
Seguono molte altre interpretazioni di spessore, in Veronica Guerin e poi in The Aviator, per cui nel 2005 vince l’Oscar come migliore attrice non protagonista. Qualche anno torna a vestire i panni della regina Elisabetta I d’Inghilterra in Elizabeth: The Golden Age e poi si cala nei panni “complicati” di Bob Dylan nel film Io non sono qui del 2007, per cui vince la Coppa Volpi e un Golden Globe.
In una recente intervista a Vanity Fair, Cate Blanchett ha parlato della scelta dei ruoli.
Prendo spesso quelli che non so come affrontare. Puntualmente mi dico: “Sarà la fine della mia carriera”. Poi invece…
Cate Blanchett e la famiglia
Cate Blanchett si divide tra set e famiglia: con i quattro figli non è sempre facile…
Ho quattro figli e non so se nel bene o nel male ma non gli ho mai voluto insegnare niente, non ho insomma mai parlato loro in veste diversa da quella di essere umano. L’infanzia è un concetto del diciannovesimo secolo, non esisteva prima, e io credo che siamo tanto preoccupati da che cosa assimilano i bambini quando sono loro i primi resistenti conoscitori del mondo che li circonda e l’impresa più importante per noi adulti è accompagnarli nelle complessità delle provocazioni, rispondendo alle loro domande dove abbiamo più strumenti.
Cate Blanchett e gli Oscar
Tra i moltissimi film interpretati da Cate Blanchett negli ultimi dieci anni, ci sono Robin Hood di Ridley Scott, Lo Hobbit e Blue Jasmine, di Woody Allen, per cui vince il suo terzo Golden Globe e l’Oscar come miglior attrice. Nessun’altra attrice australiana, prima di lei, aveva vinto due Oscar.
Cate Blanchett e l'ispirazione
Non leggo mai libri o guardo film o ascolto musica pensando di applicare quel che attraverso a un mio personaggio. Consumo le cose per semplice amore e interesse, e poi le elaboro in echi da opere d’arte. Tutto dentro di me dorme, e non sai quando si farà sentire.
Cate Blanchett nel 2018 a Roma
Negli ultimi anni, uno dei ruoli più intensi di Cate è in Carol, in cui interpreta il ruolo di una donna sposata che si innamora di una ragazza più giovane.
Cate Blanchett
Quando arrivi alla mia età, e sei stato fortunato perché hai anche vinto riconoscimenti che non necessariamente meritavi, pensi sempre più spesso che sono stati i fallimenti a non farti arrendere, a concederti di non smettere di combattere. Io ne ho avuti migliaia. A livello personale e professionale. Ho imparato cadendo a rialzarmi. Sono stati i miei errori a indicarmi nuove vie, varchi che non mi sarei aspettata, a suggerirmi una strada che non avevo preso in considerazione. Il segreto è sviluppare lo spessore della propria pelle, e insieme restare sensibili. Rafforzarti, ma sapere anche che a volte è meglio tacere
Sarà Presidente di Giuria a Venezia
Nel 2020 la attende il ruolo di presidente di giuria al Festival di Venezia, già ricoperto a Cannes nel 2018.
Cate Blanchett non è soltanto un’icona del cinema contemporaneo, corteggiata dai più grandi registi dell’ultimo ventennio e adorata dagli spettatori di ogni tipo – ha dichiarato il direttore artistico della Mostra, Alberto Barbera, motivando il perché della scelta dell’attrice australiana – Il suo impegno in ambito artistico, umanitario e a sostegno dell’ambiente, oltre che in difesa dell’emancipazione femminile in un’industria del cinema che deve ancora confrontarsi pienamente con i pregiudizi maschilisti, ne fanno una figura di riferimento per l’intera società.
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