Libere di sognare "come i maschi": cos'è il dream gap a cui Barbie dice no

Libere di sognare "come i maschi": cos'è il dream gap a cui Barbie dice no
Fonte: Un particolare della copertina di 60 sogni di Barbie
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Generazioni di bambine sono cresciute con un’unica, grande icona: Barbie.

Nata esattamente 60 anni fa, la bambola più famosa del mondo nel tempo è cambiata, ha intrapreso carriere diverse, cambiato il proprio corpo, togliendosi di dosso l’etichetta di “bella e basta” per andare a interpretare in modi del tutto nuovi e sempre differenti la femminilità e le grandi conquiste delle donne.

Oggi Barbie non è solo un giocattolo, ma un vero e proprio modello ispirazionale che di volta in volta celebra altre grandi donne di ispirazione; del resto, la stessa “mamma” di Barbie, Ruth Handler, disse

A ispirarmi nella creazione di Barbie è stata la volontà che, attraverso la bambola, le bambine potessero immaginare di essere tutto ciò che desiderano.

Per questo si può dire che Barbie abbia sempre rotto gli schemi togliendosi di dossi gli impolverati stereotipi che avrebbero voluto le donne ferme al ruolo di angeli del focolare, per muoversi in una dimensione più dinamica e sempre al passo coi tempi. Per questo, proprio in occasione del suo 60° compleanno, Barbie ha puntato i riflettori sul “Dream Gap”, ovvero quel fenomeno per cui le bambine sono portate a perdere fiducia nelle proprie capacità, smettendo di credere, a differenza dei coetanei maschi, di poter intraprendere certe carriere. Colpa dei tabù e dei cliché maschilisti con cui tutte noi siamo cresciute, ma che per fortuna sono fatti per essere abbattuti.

Con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza e l’attenzione sui fattori che ancora oggi permettono al Dream Gap di influenzare milioni di bambine, Barbie ha lanciato la campagna #ChiudiamoIlDreamGap, culminata con un libro, 60 sogni di Barbie, che racconta alle bambine di modelli reali, di donne straordinarie che hanno inseguito i propri sogni e hanno fatto strada nel mondo.

Scritto da Gabriella Bensa e pubblicato da Giunti Editore, il libro è stato presentato per la prima il 27 novembre scorso a Milano, e raccoglie le vite di sessanta ragazze italiane straordinarie, estrose e molto determinate, che si sono distinte ciascuna nel proprio campo per passione, determinazione e grinta. Al suo interno ci sono figure come Amalia Ercoli-Finzi, ingegnere aerospaziale, ma anche atlete come Bebe Vio o Vanessa Ferrari, Nilde Iotti ed Emanuela Loi, prima agente italiana a morire sul campo (era una degli agenti di scorta di Paolo Borsellino).

Sfogliate la gallery per scoprire alcune delle straordinarie figure femminili raccontate nel libro di Gabriella Bensa.