Nel 1989 parlare di transessualità, oltre a essere raro, era considerato anche piuttosto scandaloso; nell’epoca in cui si diffondeva il panico per l’AIDS, quando solo quattro anni prima Rock Hudson era stato il primo a morire proprio a causa del virus ancora misterioso e Freddie Mercury, storico leader dei Queen, avrebbe seguito il medesimo destino appena due anni più tardi, nel 1991, i pregiudizi legati all’omosessualità e, ancor più, alla transessualità erano palpabili.

Per questo il film di Marco Risi, Mery per sempre, rappresentò un momento a suo modo storico nella cinematografia italiana, avendo il coraggio di portare in scena non solo il dramma sociale della transessualità, legato appunto alle discriminazioni e ai preconcetti, ma soprattutto un’interprete che era chiaramente e dichiaratamente omosessuale, Alessandra Di Sanzo, che all’epoca, però, si chiamava ancora Alessandro.

Basato sull’omonimo romanzo di Aurelio Grimaldi, il film, ambientato a Palermo, prende spunto dalla storia di uno di questi ragazzi, Mario Libassi, un travestito che si fa chiamare Mery che si prostituisce di notte e che un giorno viene arrestato per il tentato omicidio di un cliente.

La pellicola, nonostante il tema spinoso, ottenne molto successo e guadagnò diversi riconoscimenti, aggiudicandosi l’Efebo d’oro nel 1989 per la miglior regia e il Ciak d’oro nel 1990 come miglior film.

Ma a risaltare, su tutti e tutto, fu senz’altro lui, Alessandro, il protagonista, nascosto dietro i suoi boccoli scuri e lo sguardo timido. Notato mentre lavorava nel salone di un parrucchiere romano, accettò quella parte difficile, perché difficile, del resto, era stata la sua vita fino a quel momento, caratterizzata dalla paura costante del giudizio, della presa in giro, dell’umiliazione.

Diventa Alessandra Di Sanzo solo nel 1993, dopo il successo di Mery per sempre e del suo sequel, Ragazzi fuori, ma dopo diversi anni passati nel mondo della moda e dello spettacolo decide di ritirarsi dalle scene.

Pur se dalle retrovie, comunque, Alessandra Di Sanzo non ha smesso di impegnarsi per la battaglia per i diritti civili della comunità LGBT, e, in una delle rare interviste rilasciate, nel 2016, ha parlato chiaramente di come veda il quadro italiano rispetto ai diritti del trans e, più in generale, di ciò che ancora viene percepito come “diverso”.

 Cosa manca realmente in Italia tra i diritti di una trans? Quello che manca al genere umano: l’accoglienza. […] Chiunque ha scoperto il diritto ad essere se stessa può essere un’icona. Sono queste le persone che a mio parere si ergono a veri modelli da seguire.

Alessandra era inoltre scesa in campo apertamente nel 2009, schierandosi dalla parte dell’ex presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, dimessosi dopo essere stato coinvolto in uno scandalo sessuale con protagonista proprio una transessuale.

Scrivono articoli come ‘Viaggio nella comunità trans’, manco fossimo delle bestie rare – ha detto Di Sanzo – Non si accorgono che buttano nella disperazione tanta gente. Che prima ancora di preoccuparsi di essere accettati dalla società stanno cercando di accettarsi loro. Dici trans e pensi parrucconi, labbroni, tettone e marciapiede, ma non tutte le trans sono così. Non tutte battono. E quelle che lo fanno di certo non lo fanno perché gli piace, per una perversione. Ma perché, nonostante lauree e diplomi, il mondo del lavoro ci lascia per strada. Di fatto, finché continueranno a trattarci come fanno sarà difficile trovare altri lavori.

Pur se uscita di scena, dunque, e avendo preferito una vita all’insegna della discrezione, Alessandra Di Sanzo sa perfettamente che la strada per raggiungere una vera accettazione e il rispetto della comunità transessuale è ancora lunga e difficoltosa; perciò fa sentire comunque la sua presenza, unendosi idealmente anche a manifestazioni come la #TransFreedomMarch organizzata a Torino nel 2017. Certamente, trent’anni fa, il suo personaggio ha contribuito – e non poco – a far crollare i tabù su un argomento di cui nessuno voleva davvero parlare, obbligando le persone a prendere coscienza del fatto che la transessualità esistesse, e che far finta di niente non sarebbe servito proprio a nulla.

La vita di Alessandra Di Sanzo, la donna trans di Mery per sempre
Fonte: instagram @alessandradisanzotedesco
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