"Io e Mio Marito Viviamo in Case Separate. E Siamo Felici": La Storia di Lisa ed Emil

Il matrimonio di Lisa ed Emil era diventato complicato. La crisi era stata scatenata da un nodo fondamentale: la gestione degli spazi di casa. Ma la coppia non voleva divorziare e ha preso quindi una decisione diversa...

Lisa Stoessel è autrice di Living Happily Ever After-Separately e ha deciso di condividere su Prevention la sua esperienza su come vivere in due case separate abbia salvato il suo matrimonio.

Sono stata sposata con mio marito Emil per 31 anni, abbiamo cresciuto tre bambine e condividiamo gli stessi valori di base, gli ideali e le convinzioni. Ma non condividiamo una casa: non lo facciamo da otto anni a questa parte.

Un’affermazione forte quanto sincera, che può scatenare opinioni diverse: c’è chi pensa che il loro possa essere un modo per portare avanti serenamente un matrimonio e c’è chi è convinto che non condividere la casa sia la negazione di una parte importante, se non fondamentale, del matrimonio stesso.

La routine quotidiana – prosegue Lisa – ci ha sempre dato problemi di sincronizzazione. Ci rendeva litigiosi e conflittuali nonostante ci fossimo sottoposti a sedute di analisi che non hanno funzionato. La nostra relazione poteva andar bene per settimane o persino mesi e poi peggiorare di nuovo repentinamente. Alla fine era diventata così tossica che ci siamo resi conto di aver bisogno di una pausa.

È ciò che accade a molti rapporti in cui ci sono sentimento e condivisione, rapporti sani che, per un motivo scatenante, si trasformano in relazioni tossiche che annullano tutto ciò che di buono c’è in quel legame.

Il problema principale – spiega ancora Lisa – era semplicemente il nostro punto di vista sul nostro spazio di vita. Emil è un impresario e la nostra casa e il cortile lo riflettono a pieno. Il soggiorno e la sala da pranzo piano piano sono state subissate dai suoi documenti e dai suoi attrezzi. Io, d’altro canto, sono una persona fortemente attenta all’estetica e la bellezza è molto importante per me. Mi sentivo frustrata quando non riuscivo a fargli capire che il suo disordine era davvero impressionante, tanto da ingenerarmi stati d’ansia legati alla vita in quella casa. Abbiamo litigato tantissimo anche per lo spazio giochi e la camera degli ospiti. Emil è territoriale e piuttosto introverso mentre io sono estroversa e amo avere persone attorno. Quando avevamo visite di parenti amici da fuori città, lui diventava cupo e scostante al punto da non sembrare affatto l’uomo che avevo sposato.

Le conseguenze di una simile situazione sono facilmente intuibili: litigi su litigi finché Lisa, esausta, è salita sulla sua macchina e ha iniziato a girare per la città alla ricerca di una nuova casa. Ma l’idea di divorziare e smembrare la famiglia era straziante per lei: amava ancora come sempre cenare con Emil e trascorrere tempo con lui. Ciò di cui entrambi avevano bisogno era solo uno spazio proprio. Tornata a casa, Lisa ha detto a Emil che non potevano andare avanti così. Lui ha chiesto alla moglie se voleva divorziare. Lei ha risposto di no: “Volevo che continuassimo a stare insieme, ma lui meritava di vivere in uno spazio che funzionasse per lui e io meritavo di vivere in uno spazio che funzionasse per me“.

Dopo aver fatto un respiro profondo, Lisa ha comunicato a Emil il suo desiderio: vivere separati, ma continuando a rimanere sposati. Per la prima volta dopo mesi la coppia è stata in grado di sedersi e confrontarsi in modo sereno e ragionevole. Il giorno successivo, Emil ha accompagnato la moglie a vedere alcune case, sino a che Lisa si è innamorata di un’incantevole casa a schiera con due camere in più, una perfetta come laboratorio per le attività manuali e l’altra per gli ospiti.

Una decisione condivisa, presa in totale comunanza e serenità. Almeno per la coppia. Ma le figlie non erano ancora state interpellate. Le ragazze più grandi vivevano nella stessa città, ma la più giovane frequentava ancora il college. Sono state tutte convocate per un brunch domenicale. Seduti attorno al tavolo hanno parlato. Julie, la figlia di mezzo, è scoppiata in lacrime ed è corsa in bagno sbattendo la porta. Lisa è corsa a consolarla e ha trovato Julie singhiozzante che le rinfacciava di averle promesso “che non l’avrebbe mai lasciata”. Lisa l’ha conforta e rassicurata: mamma e papà non avrebbero divorziato. Anzi: avevano scelto la soluzione più adeguata per tenere insieme la famiglia. Al termine della conversazione, tutte e tre le figlie erano insieme e hanno voluto vedere la nuova casa della mamma. Si erano rese conto di quanto fosse diventato problematico il matrimonio ed erano grate ai genitori di aver individuato un modo per provare a recuperare la situazione.

Oggi Emil e Lisa vivono dalle parti opposte della cittadini di Charlottesville, in Virginia, a circa 8 chilometri l’uno dall’altra. Il loro matrimonio funziona meglio che mai. I due si vedono sei giorni a settimana e dormono insieme quattro volte a settimana. Il loro tempo insieme è migliorato, come fosse diventato più prezioso: “Quando vivi con qualcuno 24/7 – aggiunge Lisa – è facile dare l’altra persona per scontata e stare incollati alla Tv o all’iPad”.

Svantaggi? Qualcuno c’è. Uno in particolare: l’aumento delle spese. Ma Lisa ed Emil si sono accordati al centesimo.

Quanto all’opinione altrui, le persone pensano spesso che il loro sia un matrimonio aperto, ma la coppia continua a rimanere fortemente monogama. All’inizio, gli amici di Lisa ed Emil erano elettrizzati. Sarà perché molte donne possono comprendere a fondo il punto di vista di Lisa, che ha scritto un libro sull’argomento per dire alle coppie che c’è un’alternativa possibile per salvare i matrimoni, prima di ricorrere al divorzio. “A volte il modo migliore per vivere felici con qualcuno è stare separati”.

Che ne pensate, amiche? Ritenete che l’alternativa scelta da Lisa ed Emil possa funzionare per altre coppie o che loro siano solo un’eccezione?

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