Una vita passata sui maggiori palcoscenici del balletto, lavorando con i più noti danzatori del mondo.“A più di settant’anni non mi sento affatto stanca”, dice Carla Fracci che si racconta, finalmente, nel libro Passo dopo passo in cui descrive non solamente il suo percorso artistico, ma mette in luce soprattutto la parte più intima della sua vita, aprendosi totalmente nei confronti del pubblico. Dall’infanzia trascorsa nella campagna lombarda accanto ai genitori, all’ingresso alla scuola di ballo presso il Teatro alla Scala, fino ai successi con l’American Ballet Theatre e sui palcoscenici più importanti del mondo come Los Angeles, Mosca, Londra, L’Avana.

Una vita in punta di piedi, ma solo metaforicamente: più di duecento i ruoli, le interpretazioni, le storie portate in scena con varietà estrema e sentimento esasperato, perché “il balletto ha un linguaggio più penetrante di quello teatrale, forse è proprio l’assenza della parola a renderlo tale”. Etoile, moglie, mamma, musa di artisti e poeti come Eugenio Montale, che nel 1969 le dedicò la lirica La danzatrice stanca: Carla Fracci è una donna affermata che ancora oggi si batte per la difesa dell’arte in Italia e ammette di avere ancora un solo desiderio da realizzare:  che in Italia nasca una Compagnia Nazionale di balletto che possa girare il mondo per mostrare le nostre eccellenze nazionali e dare possibilità di lavoro ai giovani danzatori senza bisogno di espatriare.

 

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